Concetti Chiave
- Machiavelli attribuisce alla Chiesa e alla Curia romana la mancata unificazione e la rovina politica e morale dell'Italia, sostenendo che la loro politica ha causato divisione e disordine.
- L'autore ritiene che la religione, sebbene ritenuta falsa dal principe, debba essere utilizzata come strumento politico per mantenere l'ordine e la stabilità dello Stato.
- Machiavelli preferisce la religione romana rispetto a quella cristiana, poiché la prima promuove valori più utili allo Stato, come l'eroismo e l'amore patriottico.
- Lo stile di Machiavelli nel testo si divide in due parti: una riflessiva e argomentativa, e l'altra polemica e sarcastica, criticando duramente la Chiesa per la situazione italiana.
- Sul piano storico, Machiavelli offre un'interpretazione unilaterale delle cause della frammentazione italiana, attribuendo principalmente la responsabilità alla Chiesa, sebbene riconosca che ci siano molteplici concause.
Indice
L'utilità politica della Chiesa
Nei Discorsi sulla prima deca di Tito Livio, Machiavelli ribadisce la tesi dell’utilità politica (non religiosa) della Chiesa, una tesi che ricorre frequentemente ne Il Principe. Egli si sofferma anche su una delle sue teorie più famose: “la mancata unificazione territoriale della penisola italiana e della sua ruina sia politica che morale sono dovute alla politica della Chiesa e al comportamento della Curia romana”.
Religione e potere politico
Nei capitoli precedenti, l’autore sostiene che la religione è utile per il principe, il quale quindi deve rispettare i fondamenti religiosi che i sudditi seguono. Anche se un principe non condivide quella religione e ne ritiene falsi i fondamenti, deve, però, se è prudente e conosce tutte le componenti della realtà, assecondare e favorire queste manifestazioni per servirsene ai fini del suo progetto politico. Dato che questa condotta è stata seguita dagli uomini più saggi dei tempi antichi, ne è derivata la comune credenza dei miracoli che vengono celebrati anche nelle confessioni religiose false: infatti, gli uomini saggi e prudenti aumentano il prestigio di tali manifestazioni sovrannaturali, qualunque ne sia l’origine e l’autorità di questi governanti procura fede in quei miracoli, rendendoli così accettabili da chiunque. Come si può notare, Machiavelli subordina tutto alla dimensione politica che diventa, così, l’unico metro di giudizio delle attività umane. Allo scrittore non interessa un giudizio di valore sul sentimento religioso; gli interessa, invece, l’utilità che la religione arreca ai fini della gestione del potere da parte del Principe. Nella realtà effettuale, temere Dio e le sue punizioni nell’al di là serve a rendere docili e obbedienti i sudditi e così il principato ci guadagna in stabilità e continuità.
Virtù e valori religiosi
Da sottolineare che per Machiavelli la virtù e i valori proposti dalla religione romana di un tempo, come l’eroismo, l’amore patriottico, ecc., e quelli proposti dalla religione cristiana, come l’ascetismo, l’umiltà, la preghiera sono valutati soltanto in funzione di un solo criterio: l’utilità per lo Stato. Per lo scrittore, è quindi da preferire la religione romana perché più utile allo Stato e non quella cristiana i cui valori non hanno nessuna incidenza sulla vita sociale.
Stile e requisitoria di Machiavelli
Dal punto di vista stilistico, nel testo individuiamo due parti ben distinte La prima parte, presenta un impianto argomentativo in cui, con un tono riflessivo, lo scrittore espone la sua tesi, adducendo delle prove. Nella seconda parte lo scarto stilistico è evidente. E alla riflessione si sostituisce la requisitoria. Machiavelli vi continua ad esporre le sue tesi e a presentare prove a dimostrazione che la Chiesa è la causa della “ruina” dell’Italia. Tuttavia il tono è polemico e sarcastico.
Giudizio storico sulla Chiesa
Per quanto riguarda il giudizio storico sulla Chiesa, esso si articola su due piani: politico e morale.
La requisitoria sul piano morale si ricollega alla polemica che percorre la letteratura italiana da Dante e Jacopone da Todi in poi.
Invece, sul piano politico, l’interpretazione è molto originale. Nell’Ottocento, essa se da un lato sarà rifiutata dal Manzoni, sarà invece accolta dal pensiero neo-ghibellino che si opponeva alla corrente neo-guelfa di Vincenzo Gioberti. Più tardi essa sfocerà nell’anti clericalismo.
Nell’insieme la posizione di Machiavello è unilaterale perché attribuisce ad un’unica causa l’esito di un evento storico che, invece, come sappiamo, è sempre conseguenza di più fattori e circostanze. L’unità d’Italia avviene solo nel 1870, con la presa di Porta Pia, e questo significa che le concause della mancata unificazione sono tante: la frammentazione politica, il rapporto di forze a livello internazionale ecc. e fra di esse la presenza della Chiesa può essere una causa, ma non certamente l’unica.
Domande da interrogazione
- Qual è la tesi principale di Machiavelli riguardo l'utilità politica della Chiesa?
- Come Machiavelli vede il rapporto tra religione e potere politico?
- Qual è la valutazione di Machiavelli sui valori religiosi?
- Come si articola lo stile di Machiavelli nel testo?
- Qual è il giudizio storico di Machiavelli sulla Chiesa?
Machiavelli sostiene che la Chiesa ha un'utilità politica piuttosto che religiosa, e attribuisce la mancata unificazione territoriale dell'Italia e la sua rovina politica e morale alla politica della Chiesa e al comportamento della Curia romana.
Machiavelli ritiene che la religione sia utile per il principe, che deve rispettare i fondamenti religiosi seguiti dai sudditi per servirsene ai fini del suo progetto politico, anche se non condivide quella religione.
Machiavelli valuta i valori religiosi, come l'eroismo e l'amore patriottico della religione romana, in funzione della loro utilità per lo Stato, preferendo la religione romana a quella cristiana, i cui valori non incidono sulla vita sociale.
Lo stile di Machiavelli si divide in due parti: una parte argomentativa con tono riflessivo e una requisitoria con tono polemico e sarcastico, in cui accusa la Chiesa di essere la causa della rovina dell'Italia.
Il giudizio storico di Machiavelli sulla Chiesa si articola su due piani, politico e morale, ed è considerato unilaterale perché attribuisce alla Chiesa la causa principale della mancata unificazione italiana, ignorando altri fattori e circostanze.