Concetti Chiave
- Machiavelli scrive a Francesco Vettori dal confinamento a San Casciano, declinando l'invito a Roma e introducendo il "De principatibus".
- La lettera è un autoritratto, con Machiavelli che descrive la sua giornata per presentarsi come affidabile e onesto.
- Lo stile passa dal comico-realistico, nella descrizione della vita quotidiana, al serio-tragico, riflettendo il suo dialogo con gli antichi e il desiderio di ritorno politico.
- Il primo annuncio del "Principe" nella lettera evidenzia i suoi contenuti, le partizioni e il legame con gli insegnamenti classici per il ritorno alla vita politica.
- Machiavelli considera dedicare l'opera a Giuliano de’ Medici, ponderando i rischi di inviare il manoscritto senza presentarlo di persona.
Indice
Machiavelli al confino
Dalla fine di febbraio di 1513, in seguito al ritorno al potere dei Medici, Machiavelli si trova al confino nella sua tenuta dell’Albergaccio, a San Casciano, vicino Firenze. Da qui, il 10 dicembre 1513, scrive una delle più note lettere della letteratura italiana, indirizzata all’amico Francesco Vettori, ambasciatore fiorentino a Roma presso il papa, che aveva invitato Machiavelli a raggiungerlo a Roma. Nella risposta, Machiavelli declina l’invito e si dilunga a descrivere la sua giornata; ma in questa lettera è soprattutto depositata la prima testimonianza della composizione di un «opuscolo De principatibus»: Il principe.
La risposta a Vettori
Machiavelli scrive in risposta all’amico Francesco Vettori, per rendere «pari grazie» (r. 16) di una lettera che questi gli aveva indirizzato e con la quale lo invitava a raggiungerlo a Roma, descrivendogli anche la tranquillità e la noia della sua vita romana. Allo stesso modo, Machiavelli, che declina l’invito ricevuto, nella prima parte della sua lettera espone l’andamento della propria giornata, scandita dalle occupazioni mattutine: la caccia, finché la stagione lo aveva consentito; ora l’amministrazione e il commercio della legna. Alle occupazioni più prosaiche, seguivano le letture di svago e le occupazioni sociali, e infine lo studio e il lavoro. La missiva, specie nella prima parte, assume dunque un carattere spiccatamente privato, che si rivela però più apparente che reale; cosicché l’immediatezza che sarebbe lecito attendersi da questo tipo di scrittura lascia invece il campo ad un’accurata elaborazione formale. Essa svela, da parte dell’autore, l’intenzione di fornire, più che un semplice resoconto della propria giornata, un autoritratto di sé che culmina nella finale rivendicazione di affidabilità e onestà («chi è stato fedele et buono 43 anni, che io ho, non debbe potere mutare natura», rr. 91-92).
Stile e contenuto della lettera
L’intitolazione e il congedo in latino sono tratti tipici della scrittura epistolare. Sul piano stilistico è segno di una ricercata letterarietà il passaggio dal registro ironico della prima parte a quello grave e austero della seconda. Lo stile comico-realistico caratterizza la descrizione della vita di campagna, dei luoghi e delle attività mattutine, degli avventori e delle occupazioni con cui Machiavelli trascorre il tempo all’osteria: esemplari, in questo senso, sono la creazione neologistica di un verbo come ingaglioffarsi («m’ingaglioffo per tutto dì giuocando a criccha», rr. 51-52) e il ricorso a un’espressione del tipo «rinvolto entra questi pidocchi traggo el cervello di muffa» (rr. 54-55). Si chiude così la prima parte della lettera. Il successivo capoverso, che si apre con la descrizione metaforica del cambio di abbigliamento da parte dell’autore, che si toglie la «veste cotidiana» (r. 59) per indossare «panni reali e curiali» (r. 60), segna la transizione dallo stile comico-realistico allo stile serio-tragico. Emergono i temi del dialogo con gli antichi, dello studio inteso come preparazione al rientro sulla scena politica e, parallelamente, la preoccupazione e il rammarico per l’inattività forzata cui Machiavelli si vede condannato. Il testo si chiude in modo amaro e affiora quel disagio per l’allontanamento dalla vita politica che Machiavelli aveva tenuto nascosto sotto la superficie ironica di gran parte della lettera.
Il progetto del Principe
Il dato di maggiore interesse di questa lettera, naturalmente, risiede in quello che è per noi il primo annuncio della lavorazione del Principe («uno opuscolo Deprincipatibus», rr. 68-69), del quale Machiavelli indica schematicamente il contenuto e le partizioni, ma anche il legame con gli insegnamenti degli antichi e, nell’ultima parte della lettera, l’importanza che gli attribuisce nel proprio progetto di ritorno alla vita politica. Notevole, in questo senso, è soprattutto la riflessione sull’opportunità o meno di dedicare l’opera a Giuliano de’ Medici (primo destinatario del Principe, che dopo la sua morte sarà indirizzato a Lorenzo il giovane) e sui rischi connessi al fatto di inviare l’opera anziché portarla di persona. Decisiva è anche, nell’ottica machiavelliana, la rivendicazione della lunga esperienza diretta maturata in passato («dovrebbe ciascheduno haver caro servirsi d’uno che alle spese di altri fusse pieno di experienzia», rr. 89-90), che informa di sé l’opera e, più in generale, la riflessione di Machiavelli.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico in cui Machiavelli scrive la lettera a Francesco Vettori?
- Come descrive Machiavelli la sua giornata nella lettera a Vettori?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche della lettera di Machiavelli?
- Qual è l'importanza della lettera riguardo al progetto del "Principe"?
- Quali sono le preoccupazioni di Machiavelli espresse nella lettera?
Machiavelli scrive la lettera nel dicembre 1513, mentre si trova al confino nella sua tenuta a San Casciano, dopo il ritorno al potere dei Medici.
Machiavelli descrive la sua giornata con dettagli sulle sue occupazioni mattutine, come la caccia e il commercio della legna, seguite da letture di svago, attività sociali, studio e lavoro.
La lettera presenta un passaggio dallo stile ironico e comico-realistico della prima parte a uno stile più serio e austero nella seconda parte, con un uso ricercato della lingua e neologismi.
La lettera contiene il primo annuncio della lavorazione del "Principe", descrivendo il contenuto e le partizioni dell'opera, e riflette sull'opportunità di dedicarla a Giuliano de’ Medici.
Machiavelli esprime preoccupazione e rammarico per la sua inattività forzata e il desiderio di rientrare nella vita politica, sottolineando la sua esperienza diretta e la riflessione sugli insegnamenti degli antichi.