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Concetti Chiave

  • La Lettera dedicatoria del Principe è rivolta a Lorenzo de' Medici, con l'intento di ottenere un riconoscimento politico da parte della famiglia fiorentina.
  • Machiavelli presenta la sua opera come un dono, sottolineando la sua esperienza politica acquisita attraverso lo studio e il servizio alla Repubblica.
  • L'opera non è ornata con artifici retorici, poiché l'autore ritiene che il contenuto e la materia trattata siano di per sé sufficientemente significativi.
  • Il testo è scritto in volgare fiorentino cinquecentesco con uno stile chiaro e diretto, mirato a fornire regole e consigli per il governo dello Stato.
  • Machiavelli si accredita come consigliere esperto, giustificando il suo ruolo di non nobile nel rivolgersi ai principi, con l'obiettivo di condividere conoscenze sull'arte del governare.

In questo appunto si riporta il testo della Lettera dedicatoria del Principe, massima opera letteraria che Niccolò Machiavelli scrisse rivolgendosi a Lorenzo de' Medici, l’esponente più illustre della famiglia fiorentina dal quale lo scrittore aspettava di avere un riconoscimento politico.

analisi della vita, delle opere e de Il Principe di Machiavelli

Indice

  1. Offerta e Modestia di Machiavelli
  2. Contesto Storico e Politico
  3. Stile e Intenti dell'Opera

Offerta e Modestia di Machiavelli

Sogliono, el più delle volte, coloro che desiderano acquistare grazia appresso uno Principe, farsegli incontro con quelle cose che infra le loro abbino più care, o delle quali vegghino lui più delettarsi; donde si vede molte volte essere loro presentati cavalli, arme, drappi d’oro, pietre preziose e simili ornamenti degni della grandezza di quelli. Desiderando io, adunque, offerirmi alla Vostra Magnificenzia con qualche testimone della servitù mia verso di quella, non ho trovato, intra la mia suppellettile, cosa quale io abbi più cara o tanto esistimi quanto la cognizione delle azioni degli uomini grandi, imparata da me con una lunga esperienzia delle cose moderne e una continua lezione delle antique; le quali avendo io con gran diligenzia lungamente escogitate ed esaminate, è ora in uno piccolo volume ridotte, mando alla Magnificenzia Vostra.

E benché io giudichi questa opera indegna della presenzia di quella, tamen confido assai che per sua umanità li debba essere accetta, considerato come da me non gli possa essere fatto maggiore dono che darle facultà a potere in brevissimo tempo intendere tutto quello che io, in tanti anni e con tanti mia disagi e periculi, ho conosciuto e inteso. La quale opera io non ho ornata né ripiena di clausule ample, o di parole ampullose e magnifiche, o di qualunque altro lenocinio o ornamento estrinseco con li quali molti sogliono le loro cose descrivere e ornare; perché io ho voluto, o che veruna cosa la onori, o che solamente la varietà della materia e la gravità del subietto la facci grata. Né voglio sia reputata presunzione se uno uomo di basso ed infimo stato ardisce discorrere e regolare e’ governi de’ principi; perché, così come coloro che disegnano e’ paesi si pongono bassi nel piano a considerare la natura de’ monti e de’ luoghi alti, e per considerare quella de’ bassi si pongono alti sopra e’ monti, similmente, a conoscere bene la natura de’ populi, bisogna essere principe, e a conoscere bene quella de’ principi, bisogna essere populare.

Pigli, adunque, Vostra Magnificenzia, questo piccolo dono con quello animo che io lo mando; il quale se da quella fia diligentemente considerato e letto, vi conoscerà dentro uno estremo mio desiderio, che Lei pervenga a quella grandezza che la fortuna e le altre sue qualità gli promettano. E se Vostra Magnificenzia dallo apice della sua altezza qualche volta volgerà gli occhi in questi luoghi bassi, conoscerà quanto io indegnamente sopporti una grande e continua malignità di fortuna.

Contesto Storico e Politico

La lettera suddetta è stata scritta dal Machiavelli nel 1516 in seguito alla morte di Giuliano de' Medici a cui l’intellettuale pensava inizialmente di dedicare la sua opera più importante: il Principe. Il testo della lettera è indirizzato a Lorenzo dè Medici, l’esponente più illustre della famiglia fiorentina dal quale lo scrittore aspettava di avere un riconoscimento politico. La lettera è inoltre di carattere encomiastico, volta quindi a ottenere un nuovo incarico pubblico presso la famiglia medicea. In particolare sperava in ciò in quanto nel 1513 era stato costretto nell’anno 1513 al bando per aver partecipato, anche se non fu accertato effettivamente, alla congiura di Boscoli. Lo scrittore toscano presenta la sua opera come se fosse un regalo a Lorenzo de' Medici scusandosi per la modestia dell’offerta che gli rivolge. Inoltre si giustifica affermando che la sua esperienza in campo politico, accresciuta grazie alla lettura dei libri antichi e al suo servizio dato alla Repubblica, è per lui molto importante così come è importante anche il servizio reso alla famiglia Medici. (ricorda anche tutti i sacrifici fatti al servizio della Repubblica in passato)

Nella lettera dedicatoria, afferma anche di sopportare "una grande e continua malignità di fortuna".

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Stile e Intenti dell'Opera

Machiavelli inoltre sottolinea come, scrivendo l’opera, non abbia pensato alla sua forma non ricorrendo alla prosa latina più dotta; non ha nemmeno pensato ad abbellirla ulteriormente con artifici retorici, considerando il contenuto dello stesso assai più importante. Il Principe viene considerato dallo scrittore come la sintesi della propria esperienza politica e come una sorta di volume volto a fornire al signore fiorentino le regole e i consigli per mantenere e governare il proprio Stato. Sul piano linguistico l’opera è scritta in volgare fiorentino cinquecentesco mentre su quello stilistico si ricorre a uno stile chiaro e diretto.

Machiavelli, inoltre, tende a giustificare la sua immodestia nel rivolgersi da non nobile ad una famiglia illustre come quella dei Medici e indirettamente a tutti i sovrani degli Stati italiani con lo scopo di fornire loro delle regole sull’arte di governare, in quanto bisogna essere “populare” per conoscere la figura dei principi e allo stesso tempo nobili per conoscere i popoli che si governano. In questo testo così come in tutta l’opera del Principe, lo scrittore si accredita come una sorta di consigliere del principe e un esperto di arte del governare.

per ulteriori approfondimenti sul Principe vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'intento principale di Machiavelli nella Lettera dedicatoria del Principe?
  2. Machiavelli intende offrire la sua opera a Lorenzo de' Medici come un dono, sperando di ottenere un riconoscimento politico e un incarico pubblico presso la famiglia medicea.

  3. Come Machiavelli giustifica la modestia della sua offerta a Lorenzo de' Medici?
  4. Machiavelli si scusa per la modestia dell'offerta, affermando che la sua esperienza politica e la conoscenza delle azioni degli uomini grandi sono il dono più prezioso che può offrire.

  5. Qual è il contesto storico in cui Machiavelli scrive la Lettera dedicatoria?
  6. La lettera è scritta nel 1516, dopo la morte di Giuliano de' Medici, e Machiavelli spera di ottenere un incarico pubblico presso Lorenzo de' Medici, nonostante il suo bando del 1513 per la presunta partecipazione alla congiura di Boscoli.

  7. Quali sono le caratteristiche stilistiche dell'opera "Il Principe" secondo Machiavelli?
  8. Machiavelli sottolinea che l'opera è scritta in uno stile chiaro e diretto, senza ornamenti retorici, poiché ritiene che il contenuto sia più importante della forma.

  9. Perché Machiavelli si considera qualificato per dare consigli ai principi?
  10. Machiavelli ritiene che per comprendere bene la natura dei principi sia necessario essere popolari, e viceversa, e si accredita come esperto nell'arte del governare, giustificando così la sua immodestia nel rivolgersi ai sovrani.

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