federicoza
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Concetti Chiave

  • Il tema centrale è l'amore doloroso, difficile da spiegare e da comprendere.
  • Cavalcanti utilizza la personificazione degli strumenti di scrittura, come la penna e la pergamena, per esprimere il suo dolore.
  • Gli strumenti di scrittura parlano ai lettori, riflettendo il tormento interiore del poeta di fronte all'amore.
  • La poesia si sviluppa attraverso tre toni: drammatico, grottesco e un tono finale di smarrimento e dolore.
  • L'atto creativo è descritto come un processo difficile, con le parole che fuggono dalla sofferenza del poeta.

Indice

  1. Personificazione degli strumenti di scrittura
  2. Toni drammatici e grotteschi
  3. Il dolore del poeta

Personificazione degli strumenti di scrittura

Tema dell’amore doloroso. L’amore è difficile da spiegare, manca la canoscenza (verso 14). Cavalcanti decide di usare la personificazione degli strumenti di scrittura: immagina che il banco, la penna e la pergamena parlino e vedano Cavalcanti. La penna parla e dice “Il mio autore, Cavalcanti, prova dolore, perché ha davanti a se amore e non sa cosa fare”. Gli strumenti parlano ai lettori.

Le penne, le cesoiuzze, il coltellino sono personificate. Anche la poesia stessa è personificata.

Guido Cavalcanti si è immaginato che gli strumenti si muovono e racconto una storia, in un salotto, in un teatro, a corte.

Toni drammatici e grotteschi

Il primo tono: dramma, Bello stilo di Dante è uno stile grave, solenne, ed avviene quando le penne chiedono pietà perché il poeta è morto.

Il secondo tono è grottesco: momento di difficoltà nel capire dove vanno le penne e cosa fanno. Il grottesco poggia sulla difficoltà di capire dove si è, quando si è e cosa dice il poeta. Grottesco=non capisco questa lirica, è paradossale.

Il dolore del poeta

Il terzo tono: dov’è Guido Cavalcanti, il poeta e compositore? È nella mano, nel cuore, è quasi morto, nel respiro (pneuma/bios), nel dolore. Non c’è il nome del poeta. Questo è il momento in cui scappano gli strumenti, perché le parole non vogliono scrivere di dolore, perché l’atto creativo è difficile.

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