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Vi sono costrutti differenti, desinenze troncate e radicali cambiamenti nel suono. Durante gli anni dopo il decadimento dell'Impero romano di occidente, l'Europa viene a frammentarsi in maniera tale da formare regioni sotto il controllo di signori territoriali chiamati 'feudatari'.
Al cospetto dei signori troviamo vassalli, valvassori e valvassini, seguiti, infine, dai contadini -i quali costituivano la classe più numerosa, ma quasi incapace di sostentarsi- e proprio dai contadini e dalle classi meno agiate troviamo i primi grandi cambiamenti nella lingua. ricordiamo che essi erano quasi del tutto analfabeti, e che, quindi storpiavano molte parole e molteplici costrutti derivanti dal latino. la lingua volgare (parlata dal volgo, dal popolo) diventa quindi quella più diffusa e parlata. per questo si inizia anche a scrivere e cantare in volgare (per essere certi di essere compresi da tutti).
Il Feudalesimo – Tratti generali
Nasce dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente (476
d.C.) si diffuse a macchia d’olio, in Europa, il fenomeno
del Feudalesimo. A differenza della politica fortemente
ramificata e dipendente dall’imperatore, il Feudalesimo
riconosce come colonna portante la presenza di autorità
indipendenti (i feudatari) che impartivano i propri ordini
sui loro subalterni (vassalli, valvassori e valvassini).
Tramite una solenne cerimonia, detta investitura, il
vassallo giurava fedeltà assoluta al proprio padrone, in
cambio della protezione, del sostentamento, della libertà
dal potere di banno (cioè il potere di emanare ordini
La società feudale – Struttura politica
Nel secolo IX, la struttura feudale aveva preso
velocemente piede. Questo causò una struttura sociale
precisa e fortemente gerarchizzata (secondo il vescovo di
Laon, Adalberone, nel suo poema «Carme per il re
Roberto») in:
• Bellatores (coloro che combattono, i soldati)
• Laboratores (coloro che lavorano, i braccianti)
• Oratores (coloro che pregano, i sacerdoti)
Ognuna di queste cerchie era finalizzata a sostentare
anche le altre due, in modo tale da chiudere il cerchio
L’anno Mille e la Rinascita Economica
Il Basso Medioevo termina nell’anno Mille in cui
culminano tutte le arti e i mestieri che, dal crollo
dell’Impero fino ad allora, si erano diffusi. Si registrò una
forte crescita demografica e vennero inserite nuove
tecniche di lavorazione della terra (rotazione triennale) e
di nuovi strumenti (aratro da spalla, ferratura dei cavalli
ecc…). Nonostante ciò, però, le campagne non davano
sostentamento a tutti; questo causò, quindi un
movimento migratorio verso le città. In questo periodo le
attività principali erano il commercio e l’artigianato.
Le lingue romanze
Alla caduta dell’Impero romano, la cultura latina va mutandosi col
tempo. Le invasioni barbariche, però, accelerano questo processo,
«contaminando» i popoli con le loro culture e modificando, così, anche la
lingua. Si giunge, in tal modo, ad un processo di sfoltimento e
cambiamento della lingua di Roma, che lascia spazio alla voce del
popolo, «libero», alla mancanza delle istituzioni, di parlare l’idioma
locale.
La prima (e principale) nascita di lingue indipendenti si presenta in
Francia, con la Lingua del Sì, in Provenza.
La poetica francese si presenta, all’inizio, in due linguaggi differenti, che
prendono il nome di Lingua D’oc e di Lingua D’Oїl, rispettivamente al
Nord e al Sud della nazione.
I primi documenti delle lingue volgari
Il primo documento ufficiale in lingua volgare risale
all’anno 842.
È costituito dai Giuramenti di Strasburgo, con i quali i due
re, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo (nipoti di Carlo
Magno, governatori di Francia occidentale ed orientale) si
giuravano fedeltà reciproca. I due re appartenevano
rispettivamente alla cultura tedesca e francese. Con i loro
eserciti, giurarono ognuno della lingua dell’altro per
essere compresi meglio. Questo perché dopo la morte di
Carlo Magno (814 d.C) i cittadini ed i soldati non erano
più in grado di comprendere il Latino.
Le lingue volgari in Italia
Per quanto riguarda la penisola italiana, è possibile
riconoscere il primo documento scritto in lingua volgare
nel Panegirico Dell’Imperatore Berengario I, dove viene
descritta la cerimonia di incoronazione del 915 a Roma:
l’anonimo autore racconta che mentre la corte e i
sacerdoti cantavano inni in Latino, il popolo acclamava
nella lingua che conosceva, cioè il Volgare.