Concetti Chiave
- Gli affreschi nella Basilica di S. Clemente sono una rara testimonianza del volgare italiano in un contesto religioso, risalente all'XI secolo.
- Le iscrizioni rappresentano uno dei primi esempi di italiano volgare, con frasi che sembrano fumetti “ante litteram” vicino ai personaggi raffigurati.
- La scena affrescata narra un episodio della vita di S. Clemente e include dialoghi del patrizio Sisinnio rivolti ai suoi servitori in volgare.
- San Clemente utilizza il latino, evidenziando la differenza linguistica tra l'élite e il popolo, che comprendeva comunque la lingua colta.
- Dal punto di vista linguistico, l'affresco mostra fenomeni come l'espunzione e l'uso di preposizioni articolate, segnando una transizione dal latino all'italiano.
Indice
Origini del Volgare Italiano
Su di un muro di contenimento della basilica di S. Clemente, a Roma, risalente alla fine dell’XI secolo, si trovano delle iscrizioni piuttosto insolite che ci riportano alle origini del volgare italiano, nella zona di Roma. L’ambito è piuttosto raro, in quando, di solito, le prime testimonianze del volgare si ritrovano in documenti giuridici o in calce a codici.
Questa volta, invece, si tratta di un ambito religioso. L’affresco è rimasto per tanto tempo sepolto fra i detriti ed è stato rinvenuto soltanto nel 1857, grazie ai lavori voluti allora dal priore della chiesa.La Scena Affrescata
La scena rappresenta un episodio della vita di S. Clemente. Il patrizio pagano, Sisinnio, era convinto che Clemente lo avesse stregato per insidiargli la moglie, Teodora, devota al santo. Per questo motivo, egli aveva ordinato ai propri servi di catturarlo. In realtà, essi, pur credendo di aver arrestato Clemente, si erano ritrovati a legare delle pesanti colonne di marmo che ai loro occhi avevano assunto le sembianze del santo. La scena affrescata, rappresentante l’interno della casa di Sisinnio, è completata da alcune iscrizioni che riportano l’antico parlare italiano, proprio della regione di Roma, come se si trattasse di un fumetto “ante litteram”, per la collocazione delle frasi vicino a coloro che le pronunciano.
Dialoghi e Iscrizioni
Queste sono le frasi pronunciate dal patrizio che si rivolte ai suoi servitori (Albertello, Gosmario e Carboncello) per incitarli a portare a termine la dura fatica. I primi due sono raffigurati nell’atto di trascinare la colonna, mentre il terzo la spinge.
“Fili de le pute, traite!” = Figli di puttane, tirate!
“Gosmari, Albertel, traite!” = Gosmario, Albertello, tirate!
“Fàlite dereto co lo palo, Carvoncelle!” = Carvoncello, fatti dietro con il palo!
La sequenza si presenta quasi come uno scambio di battute fra popolani, nonostante che a parlare sia soltanto il nobile Sisinnio. Innanzitutto, occorre sottolineare come frasi dell’italiano volgare nascente siano stati inserite in un contesto, quale quello ecclesiastico, fra i meno aperti alle innovazioni. Anche San Clemente interviene, dicendo, però, in latino: “Duritia(m) cordis vestri(s), saxa traere meruistis” = Per la durezza del vostro cuore vi siete meritati di trasportare un sasso. Questo dimostra che il latino era la lingua dell’élite, che però il popolo era comunque in grado di capire. Prova anche la distanza sociale di San Clemente rispetto ai servi, pagani, rozzi e volgari.
Linguistica e Innovazioni
Dal punto di vista linguistico, è da notare l’espunzione in “duritiam e vestris”. L’espunzione è l’eliminazione di una lettera, di una parola o di una frase che il copista riteneva sbagliata. I copisti erano soliti segnalarla con un puntino sotto. Il termine deriva da ex + pungere = via da + segnare con punti. Da segnalare anche la caduta della h nel verbo “trahere”. Da notare anche la presenza di preposizioni articolate, non esistenti in latino (“de le pute”, “ co lo palo”).
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza delle iscrizioni trovate nella basilica di S. Clemente?
- Cosa rappresenta la scena affrescata nella basilica di S. Clemente?
- Qual è il significato delle frasi volgari pronunciate da Sisinnio?
- Quali innovazioni linguistiche si notano nelle iscrizioni?
Le iscrizioni sono importanti perché rappresentano una delle prime testimonianze del volgare italiano in un contesto religioso, un ambito raro per l'epoca, e ci riportano alle origini del volgare nella zona di Roma.
La scena affrescata rappresenta un episodio della vita di S. Clemente, in cui il patrizio pagano Sisinnio ordina ai suoi servi di catturare il santo, ma essi legano delle colonne di marmo credendo che siano Clemente.
Le frasi volgari pronunciate da Sisinnio, rivolte ai suoi servitori, mostrano l'uso del volgare italiano nascente in un contesto ecclesiastico, evidenziando la distanza sociale tra il nobile e i servi.
Le iscrizioni mostrano innovazioni linguistiche come l'espunzione di lettere, la caduta della "h" nel verbo "trahere", e l'uso di preposizioni articolate inesistenti in latino, come "de le pute" e "co lo palo".