Fabrizio Del Dongo
Genius
4 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Durante il Cinquecento e Seicento, il dibattito sulla lingua italiana si concentra sulla disputa tra la tradizione letteraria fiorentina del Trecento e l'uso contemporaneo, senza risolvere il problema di una lingua nazionale.
  • Leonardo Salviati, fondatore dell'Accademia della Crusca, promuove l'idea che la lingua perfetta si basi sulla tradizione letteraria del Trecento, integrando l'uso popolare contemporaneo.
  • Il Vocabolario della Crusca, sviluppato nel Seicento, raccoglie termini ed espressioni del Trecento e Cinquecento, escludendo opere come quelle di Tasso, considerate troppo "italiane" fino alla terza edizione.
  • Nel XVII secolo, il dibattito linguistico si polarizza tra i Cruscanti, seguaci di Salviati, e gli anti cruscanti, come Alessandro Tassoni, che criticano le scelte arcaicizzanti del Vocabolario in favore di una lingua più accessibile.
  • L'Accademia della Crusca diventa un importante punto di riferimento per il Purismo, influenzando la codificazione della lingua attraverso le sue edizioni del vocabolario.

Indice

  1. Dibattito sulla lingua nel Cinquecento
  2. Leonardo Salviati e l'Accademia della Crusca
  3. Il Vocabolario della Crusca e le controversie

Dibattito sulla lingua nel Cinquecento

Nella seconda metà del Cinquecento e per tutto il secolo successivo, le discussioni sulla questione della lingua non fanno progressi e le tesi di fondo hanno poche variazioni rispetto alle teoria di Pietro Bembo. Il Bembo aveva sostenuto la supremazia del fiorentino letterario modellato sui grandi scrittori del Trecento. Al centro del dibattito si colloca la discussione fra primato della tradizione letteraria e primato dell’uso contemporaneo, ma nessuno si interessa del problema della lingua nazionale, diffusa capillarmente in tutti gli strati sociali. A Firenze i membri dell’Accademia fiorentina, sostenitori della lingua viva, senza però disconoscere una funzione alla tradizione letteraria, partecipano ad un progetto di elaborazione di una grammatica del fiorentino.

Leonardo Salviati e l'Accademia della Crusca

Ma la figura di maggior rilievo, la cui azione avrà più ripercussioni in tutta la successiva questione linguistica è Leonardo Salviati, vissuto tra il 1540 e il 1589. Oltre ad essere un grammatico e teorico della lingua, egli è il fondatore dell’Accademia della Crusca. In materia di lingua egli parte da posizioni vicine a coloro che sostengono l’uso del fiorentino vivo, per poi accostarsi progressivamente alla tesi del Bembo, poiché sostiene per determinare una norma linguistica si deve sempre far riferimento alla tradizione letteraria del Trecento. Addirittura, egli afferma che peer elaborare il canone della lingua perfetta si deve tonto in uguale misura di tutti gli scritti del XIV secolo e non solo di quelli dei massimi letterati. Questa sua idea parte da due principi fondamentali: 1) la lingua è un fatto naturale che trova le sue fondamenta nell’uso popolare 2) il fiorentino è arrivato all’apice nel Trecento, quando tutti i Fiorentini parlavano naturalmente la lingua migliore e più pura, e non esisteva differenza, nel campo linguistico, fra letterati e illetterati. A questo punto ci possiamo chiedere come deve fare un uomo del Cinquecento ad attingere alla perfezione di una lingua che si è manifestata due secoli prima. Il Salviati dà questa risposta: Innanzitutto, l’uomo del Cinquecento deve fare riferimento agli scritti del Trecento, soprattutto a quelli meno elaborati da punto di vista stilistico, poi attingere all’uso contemporaneo perché a Firenze la tradizione orale si è conservata ed è quella giusta.

Il Vocabolario della Crusca e le controversie

Questa teoria verrà ripresa in vari modi per tutto il Seicento e soprattutto dal Purismo, i cui aderenti appartengono soprattutto all’Accademia della Crusca. Nel XVII i cruscanti elaboreranno il Vocabolario della Crusca, di cui saranno fornite tre edizioni. In esso sono registrati tutti i termini e le espressioni usate nel Trecento dai massimi e dai minimi scrittori oltre ai vocaboli e alle espressioni tratti dall’uso contemporaneo di quelli scrittori del Cinquecento che vi si fossero ispirati; fra questi scrittori abbiamo l’Ariosto, ma non il Tasso perché considerato troppo “italiano”. Egli sarà accolto soltanto nella terza edizione.

Il vocabolario della Crusca ebbe una notevole risonanza per cui, nel XVII secolo, la questione della lingua si polarizza soltanto sulla controversia fra Cruscanti e anti cruscanti. I primo sostengono le idee del Salviati, gli altri a volte sostengono un linguaggio toscano moderato. Fra gli anti cruscanti, abbiamo Alessandro Tassoni che combatte la pedanteria di molte scelte troppo arcaicizzante operate dagli estensori del Vocabolario, in nome di una lingua più letteraria che ormai da tutti è considerata italiana.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il dibattito principale sulla lingua nel Cinquecento?
  2. Il dibattito principale riguardava il primato della tradizione letteraria rispetto all'uso contemporaneo, senza un interesse diffuso per una lingua nazionale comune.

  3. Chi era Leonardo Salviati e quale fu il suo contributo alla questione linguistica?
  4. Leonardo Salviati era un grammatico e teorico della lingua, fondatore dell'Accademia della Crusca, che sosteneva l'importanza della tradizione letteraria del Trecento per stabilire una norma linguistica.

  5. Quali erano i principi fondamentali della teoria linguistica di Salviati?
  6. Salviati credeva che la lingua fosse un fatto naturale basato sull'uso popolare e che il fiorentino avesse raggiunto la perfezione nel Trecento, quando non c'era differenza linguistica tra letterati e illetterati.

  7. Come si sviluppò il Vocabolario della Crusca e quali controversie generò?
  8. Il Vocabolario della Crusca, elaborato nel XVII secolo, registrava termini del Trecento e dell'uso contemporaneo, generando controversie tra i Cruscanti, sostenitori delle idee di Salviati, e gli anti cruscanti, che preferivano un linguaggio più moderno.

  9. Qual era la posizione di Alessandro Tassoni riguardo al Vocabolario della Crusca?
  10. Alessandro Tassoni criticava la pedanteria e l'arcaicità delle scelte del Vocabolario della Crusca, sostenendo una lingua più letteraria e moderna.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community