Concetti Chiave
- Le Muse organizzano una competizione tra gli dei per premiare le migliori invenzioni con una corona d'alloro.
- Bacco, Minerva e Vulcano vincono il concorso con rispettivamente vino, olio e calore, sconfiggendo Prometeo.
- Prometeo scommette con Momo per dimostrare la superiorità dell'uomo, ma incontra esempi di crudeltà umana nel mondo.
- Prometeo rinuncia alla scommessa, riconoscendo la malvagità e perversione umana, contrariamente alle aspettative.
- Il dialogo rappresenta una critica all'antropocentrismo, evidenziando i limiti morali dell'umanità.
La Sfida delle Muse
Nell’anno 833.275 del regno di Giove, le Muse invitano gli dei a sottoporre a un collegio di giudici le loro invenzioni con in palio una corona d’alloro. I vincitori a pari merito risultano Bacco con il suo vino, Minerva con il suo olio e Vulcano con il suo calore, i quali sconfiggono Prometeo, a cui tradizionalmente viene attribuita la creazione dell’uomo.
La Scommessa di Prometeo
Quest’ultimo si ribella, non gli pare corretto che i giudici abbiano anteposto queste invenzioni al genere umano, e quindi scommette con il dio dell’arguzia Momo: ovunque fosse capitato sulla Terra, avrebbe avuto conferma della superiorità del genere umano rispetto a qualsiasi altra creazione.
La Crudezza della Realtà Umana
Tuttavia i due dei si imbattono in: un selvaggio del nuovo mondo che sta mangiando la carne di suo figlio [paragonandolo ad altre vicende classiche simili, come la morte di Virginia causata dal padre per evitate che fosse oltraggiata da Appio Claudio], negli abitanti di un villaggio dell’India che stavano bruciando viva una vedova dopo la morte del coniuge, nel ricco signore londinese che ha ucciso i suoi due figli e se stesso. Consapevole di aver perso la scommessa, Prometeo evita di visitare le parti della Terra rimanenti, anticipando Momo, il quale voleva rammendagli, “che nessun animali si uccide volontariamente, né spegne per disperazione la vita i figlioli”. Il dialogo è naturalmente una critica alle posizioni antropocentriche, un lucido riconoscimento della malvagità e della perversione umana a ogni livello di civiltà.