Alicerocca
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Concetti Chiave

  • La Ginestra è un poema di Leopardi ispirato dalla resilienza della ginestra che cresce sulle pendici del Vesuvio, simbolo di consolazione in un paesaggio desolato e distrutto dalla natura.
  • Il poeta riflette sulla fragilità umana di fronte alla forza della natura, suggerendo che l'infelicità può essere alleviata attraverso la solidarietà tra gli esseri umani.
  • Leopardi contempla l'antica bellezza di città come Ercolano e Pompei, ora sepolte dalla lava, sottolineando la transitorietà della vita e delle civiltà umane.
  • Nel poema "A se stesso", Leopardi esprime il dolore per la delusione amorosa vissuta con Fanny Targioni Tozzetti, un sentimento che alimenta il suo pessimismo cosmico.
  • La poesia esplora il tema dell'illusione e del disincanto, culminando in una riflessione sull'infinita vanità del mondo e la natura inevitabile del dolore umano.

Indice

  1. La Ginestra e il Vesuvio
  2. Riflessioni sulla Natura e la Fragilità Umana
  3. Il Destino di Ercolano e Pompei
  4. Delusione Amorosa e Pessimismo Leopardiano

La Ginestra e il Vesuvio

E' il penultimo poemetto che ha scritto. Lui e Antonio Ranieri affittavano in estate una casa sulle falde del Vesuvio. Egli le osserva che sulla discesa del Vesuvio la lava si deposita e diventa impermeabile sulla quale cresce solo un fiore: la ginestra. Un fiore giallo e profumato che cresce dove c’è poca terra. Egli è colpito da questo fiore in questo ambiente desolato e dice: questo fiore consola questi luoghi deserti dove ora c’è lava e una volta c’erano pascoli, città bellissime e molto vive. Il vulcano e fa una strage a Ercolano e Pompei), poi si comincia a disseppellire questa ricchezza nascosta. Leopardi dice che un tempo li c’era un insediamento umano bellissimo e l’eruzione l’ha distrutto = siamo fragili davanti alla natura e dobbiamo rendercene conto e cercare di allearsi contro la natura = l’infelicità può essere attenuata dal fatto che tra di noi ci aiutiamo.

Riflessioni sulla Natura e la Fragilità Umana

Seconda parte: si siede la sera davanti al Golfo di Napoli con la luce di tutte le stelle e pensa che non possiamo ottenere tutto perché il mondo è eternamente più grande

1. Qui sulla discesa arida del formidabile vulcano Vesuvio senza ne alberi ne fiori fai crescere i tuoi cespugli, profumata Ginestra contenta di spuntare anche dove non c’è nulla. L’ha vista anche a Roma (con palazzi e chiese ma con molte catapecchie e zone paludose e malariche) e sembra che con il loro silenzioso e cupo aspetto ricordino al viaggiatore l’impero perduto. Adesso ti rivedo in questa terra in luoghi tristi e abbandonata dal mondo, compagna del destino difficile.

2.

Il Destino di Ercolano e Pompei

Ercolano e Pompei questi campi cosparsi di cenere che li rende non fertile e ricoperti di lava impietrita che risuona sotto i passi di chi ci cammina. Dove la biscia si contorce al sole e il coniglio torna al suo ovile nella caverna. In questa natura furono belle città e luoghi coltivati pieni di spighe e di pascolo. Ci furono giardini e palazzi dove i potenti passavano le vacanze. Il monte superbo mandava fulmini dalla sua bocca di fuoco . Ora tutto qua è avvolto dalla resina dove spunta un fiore gentile e quasi commiserando da la sfortuna altrui al cielo mandi un profumo che consola il deserto.

Delusione Amorosa e Pessimismo Leopardiano

L’occasione esterna dovette essere il disinganno a cui andò incontro l’amore per Fanny Targioni Tozzetti, la scoperta della vera realtà della donna amata, che negava l’immagine costruitasi dal poeta (analizzato in Aspasia).

La poesia è la quarta del cosiddetto "ciclo di Aspasia", una delle più dure e drammatiche della lirica leopardiana. E' qui espressa tutta l'amarezza e la delusione estrema per quello che il poeta stesso definisce "inganno estremo" ossia la fine dell'illusione amorosa per l'attrice Fanny Targioni Tozzetti che aveva alimentato le sue intime fantasie. Quell'amore in realtà non fu mai corrisposto. Il poeta si rivolge a se stesso, invitando il suo cuore a smettere di tormentarsi: quel desiderio che lo ha fatto palpitare ormai è spento e non ha più ragione d'essere alimentato. La delusione per questo "inganno" porta inoltre il poeta a disprezzare il mondo ("e fango è il mondo") e la natura, origine di tutto il male e il dolore verso cui l'uomo è destinato fin dalla nascita. Anche questa poesia è un'epsressione di quel pessimismo cosmico che conduce il Leopardi ad un atteggiamento di rifiuto e disprezzo progressivo e totalizzante: la poesia si conclude con una lapidaria affermazione sulla "infinita vanità del tutto", emblematico epilogo di una lirica costruita sulla negatività dell'esperienza umana.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato simbolico della ginestra nel contesto del Vesuvio?
  2. La ginestra simboleggia la resilienza e la consolazione in un ambiente desolato, crescendo dove c'è poca terra e ricordando la fragilità umana di fronte alla natura.

  3. Come Leopardi descrive la fragilità umana rispetto alla natura?
  4. Leopardi sottolinea la fragilità umana di fronte alla natura, evidenziando come le eruzioni vulcaniche abbiano distrutto insediamenti umani, suggerendo che l'infelicità può essere mitigata attraverso l'aiuto reciproco.

  5. Qual è il destino di Ercolano e Pompei secondo il testo?
  6. Ercolano e Pompei sono descritti come campi coperti di cenere e lava, un tempo sede di città fiorenti e ora avvolti dalla desolazione, con la ginestra che offre un profumo consolante.

  7. Qual è il tema centrale della delusione amorosa di Leopardi?
  8. La delusione amorosa di Leopardi è centrata sull'"inganno estremo" dell'amore non corrisposto per Fanny Targioni Tozzetti, portando a un disprezzo per il mondo e la natura.

  9. Come si manifesta il pessimismo leopardiano nella sua poesia?
  10. Il pessimismo leopardiano si manifesta attraverso il rifiuto e il disprezzo per il mondo e la natura, culminando nell'affermazione della "infinita vanità del tutto".

Domande e risposte

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