Concetti Chiave
- Nel 1819, Leopardi scrisse "L'infinito", esprimendo il suo sentimento di oppressione a Recanati, parte dello Stato Pontificio.
- Trasferitosi a Roma nel 1822, scoprì che la città, sebbene monumentale, mancava di stimoli culturali.
- Durante questi anni, Leopardi sviluppò una visione pessimistica della vita, vedendo la verità come fonte di infelicità per l'uomo.
- Incapace di scrivere poesia, si dedicò alle "Operette morali", una raccolta di opere filosofiche spesso in contrasto con le idee della Chiesa.
- A Pisa, tra il 1827 e il 1828, ritrovò la serenità e riprese a scrivere poesie, note come i "Grandi idilli".
Indice
Leopardi e la sua giovinezza
Nel 1819 in concomitanza con il tentativo della fuga di Leopardi, il poeta scrisse L’infinito, che è quindi una delle sue opere giovanili. Nella poesia è chiaro che si trovi a casa sua, concepita come un luogo asfittico: Recanati, facendo parte dello Stato pontificio, era estremamente arretrata.
Il trasferimento a Roma
Nel 1822 decise così di trasferirsi da Recanati, questa volta con il consenso dei genitori, per andare dallo zio a Roma. Arrivato a Roma, si accorse che anche la capitale, pur essendo straordinaria da un punto di vista monumentale, era priva di stimoli culturali.
La scoperta dell'arida verità
Questi sono gli anni in cui Leopardi costruisce una propria idea del mondo, in cui passa dall’erudizione, alla bellezza della poesia, per poi arrivare al vero che corrisponde alla scoperta dell’arida verità, una verità che annichilisce l’uomo perché da la consapevolezza a costui di essere destinato all’infelicità. Questa visione della realtà estremamente realista lo rese, per un periodo, incapace di fare poesia; iniziò così a comporre le Operette morali, filosofiche.
Le Operette morali e la filosofia
Alcune furono inserito della raccolta solamente post mortem perché andavano contro le idee della chiesa, ne è un esempio Il Copernico, dove Leopardi è un chiaro sostenitore dell’eliocentrismo. In questo periodo non era riuscito a comporre poesia perché con la poesia l’uomo illude se stesso; è solo la filosofia a condurre al vero.
Il ritorno alla poesia a Pisa
Solamente a Pisa fra il 1827 e il 1828, grazie al clima mite, il poeta ritrovò la serenità che gli permise di comporre opere poetiche: i Grandi idilli. Nel 1828 tornò a Recanati. Nel 1830, la permanenza a Recanati divenne impossibile, accettò così il contributo econimico di alcuni suoi amici fiorentini che gli permise di andare a Firenze, dove conobbe Ranieri. Si trasferì poi a Napoli dove morì nel 1837.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato della poesia "L'infinito" scritta da Leopardi durante la sua giovinezza?
- Perché Leopardi si trasferì a Roma e quali furono le sue impressioni sulla città?
- Come influenzò la scoperta dell'arida verità la produzione letteraria di Leopardi?
"L'infinito" è una delle opere giovanili di Leopardi, scritta nel 1819, che riflette il suo sentimento di oppressione a Recanati, considerata un luogo asfittico e arretrato.
Leopardi si trasferì a Roma nel 1822 con il consenso dei genitori, ma rimase deluso dalla mancanza di stimoli culturali, nonostante la città fosse straordinaria dal punto di vista monumentale.
La scoperta dell'arida verità portò Leopardi a una visione realista della realtà, che lo rese incapace di fare poesia per un periodo, spingendolo a comporre le "Operette morali", opere filosofiche che cercavano il vero.