Concetti Chiave
- Leopardi nacque a Recanati nel 1798, in un contesto culturale limitato dallo stato pontificio e da una famiglia di nobiltà decaduta.
- Nonostante l'arretratezza del luogo, Leopardi sviluppò un'immensa erudizione, formandosi nella vasta biblioteca del padre Monaldo, composta da circa 15.000 volumi.
- La sua formazione fu influenzata da materiali illuministici, mentre la sua filosofia era centrata sul conflitto tra uomo e natura.
- Dal 1809 al 1816, Leopardi attraversò la fase dello "studio matto e disperatissimo", traducendo grandi classici come Omero e Virgilio.
- Nel 1816 avvenne la "conversione letteraria", segnando il passaggio a un approccio più maturo alla poesia, culminato nella composizione delle Rimembranze.
Le Origini di Leopardi
Nacque a Recanati nel 1798. Recanati si trovava nello stato pontificio, che restringeva gli orizzonti culturali. Leopardi fu anche un grandissimo filologo e diede importanti contributi a questo settore. La poesia leopardiana era un vero e proprio miracolo letterario se si considera l’arretratezza del luogo in cui sorse e si sviluppò. Un’ulteriore aggravante era rappresentata dalla famiglia di Leopardi che si può collocare nella nobiltà decaduta.
A questa condizione socialmente compromessa si univa anche l’arretratezza culturale di Monaldo, padre di Giacomo, uomo colto che costituì una biblioteca personale composta da circa 15000 libri.La Biblioteca Paterna
Leopardi si sviluppò culturalmente nella biblioteca paterna in cui c’erano classici antichi, testi religiosi, volumi dei maestri dell’Illuminismo francese e alcuni classici italiani. Monaldo era colto, ma era un reazionario cattolico. L’erudizione di Leopardi si fondava su materiali concettuali illuministici. Anche in Leopardi esisteva un sistema filosofico il cui elemento costitutivo era rappresentato dallo scontro tra uomo e natura. Incredibilmente vasta era l’erudizione di Leopardi.
La Conversione Letteraria
La prima fase dell’esperienza leopardiana fu quella che lui stesso definì “studio matto e disperatissimo” nello Zibaldone e questa fase andò dal 1809 al 1816. Tradusse Omero, la lirica alessandrina e i grandi classici latini come Virgilio e Orazio. Il 1816 fu l’anno della cosiddetta “conversione letteraria”, come lui stesso la chiamò; fu infatti il passaggio dall’erudizione, intesa come studio acritico e ancora puerile, a un approccio più matura all’arte letteraria. In questo momento Leopardi avvertì di essere culturalmente e umanamente pronto. Nel periodo della conversione letteraria si compì l’incontro poetico con l’idillio e vennero composte le Rimembranze.