Concetti Chiave
- Mastro-Don Gesualdo è un romanzo di Giovanni Verga pubblicato tra il 1888 e il 1889, parte del Ciclo dei Vinti, che esplora l'ambizione e il fallimento del protagonista.
- La trama segue Gesualdo Motta, un manovale siciliano che diventa proprietario terriero e cerca di ascendere socialmente attraverso un matrimonio di convenienza, ma finisce solo e disprezzato.
- L'ambientazione è un borgo rurale dell'Ottocento, caratterizzato da individui di diverse classi sociali, uniti da una morale egoistica incentrata sull'interesse personale.
- Lo stile narrativo utilizza una pluralità di voci e punti di vista, adottando una tecnica espressionistica per smascherare le apparenze e l'ipocrisia della società.
- Verga esprime una visione pessimistica della vita, dove il progresso è visto come distruttivo e l'illusione di cambiare la propria condizione porta alla rovina.
Mastro-Don Gesualdo, pubblicato sulla rivista “Nuova Antologia” nel 1888 e in volume nel 1889 fa parte del Ciclo di Vinti di Giovanni Verga.
Indice
- Ascesa e Caduta di Gesualdo
- Il Matrimonio di Interesse
- La Solitudine di Gesualdo
- Il Borgo Rurale e la Morale
- La Religione della 'Roba'
- Il Fallimento di Gesualdo
- La Condizione di 'Vinto'
- Visione Antiromantica di Verga
- Tecnica Espressiva di Verga
- Condanna del Cambiamento Sociale
- L'Ideale dell'Ostrica
- Critica al Progresso
- Pessimismo e Ateismo Materialista
- Alienazione e Incomunicabilità
- Il Culto della 'Roba'
Ascesa e Caduta di Gesualdo
Ambientato nella prima parte dell’Ottocento, il romanzo ha come protagonista Gesualdo Motta, un manovale siciliano che diventa un proprietario terriero, meritandosi anche il titolo di “Don” che viene riservato ai notabili.
Egli però viene circondato dalla malignità e dall’invidia dei rivali e dei parenti, soprattutto quando decide di abbandonare l’ambiente da cui proviene, e insieme ad esso anche la serva-amante e i suoi due figli.Il Matrimonio di Interesse
Decide di sposarsi con una nobile decaduta, Bianca, al fine di riuscire ad ascendere socialmente, ma questo matrimonio segna l’inizio della fine di Gesualdo: la moglie lo considera un estraneo e la figlia Isabella non gli riserva affetto in quanto costretta a sposarsi con un vecchio nobile cinico, il duca di Leyra, nonostante provi amore per suo cugino Corrado.
La Solitudine di Gesualdo
Dopo la morte della moglie Bianca, Gesualdo si ammala. Rimane solo e disprezzato da tutti, e dopo essere stato portato nel palazzo palermitano dove vivono la figlia e il genero, il quale sta spendendo tutte le ricchezze che il suocero ha accumulato, muore tra atroci sofferenze.
Il Borgo Rurale e la Morale
Rispetto a I Malavoglia, qui viene descritto un borgo rurale in cui si muovono individui diversi appartenenti a diverse classi sociali, ma tutti accomunati da una morale utilitaristica, ovvero chiusi nell’offensiva difesa del proprio interesse in modo egoistico.
La Religione della 'Roba'
Anche Gesualdo appare schiavo di una sorta di religione della “roba” che vince su tutto. A prima vista è un personaggio epico e romanzesco, il prototipo dell’arrampicatore sociale che è riuscito a scalare i gradini della gerarchia sociale fino ad arrivare alle vette più alte.
Il Fallimento di Gesualdo
Ma la sua pretesa di essere accettato e accolto tra i potenti, attraverso il suo matrimonio di interesse, e il tradimento nei confronti della sua famiglia, che si sentirà sconfessata, porteranno al suo fallimento come uomo.
Il trattino nel nome “Mastro-Don” indica la condizione in cui il protagonista vive, ovvero in due realtà inconciliabili, cui non si sentirà mai accolto.
La Condizione di 'Vinto'
Gesualdo viene definito come un “vinto”, condannato dalla sua ambizione e dal destino che si abbatte su coloro che decidono di abbandonare e tradire la propria condizione e il codice delle origini popolari.
Visione Antiromantica di Verga
Verga decide di riporre sul protagonista la sua visione antiromantica e il suo spietato pessimismo, esprimendo una visione critica che sottopone a riesaminare ogni tipo di illusione.
Tecnica Espressiva di Verga
Nel romanzo troviamo una pluralità di moduli espressivi, di voci e di punti di vista. La tecnica del racconto varia a seconda della fisionomia psicologica e sociale dei vari personaggi, scelta che possiamo definire come “espressionistica” e che spiega la volontà dell’autore di smascherare le apparenze e l’ipocrisia quotidiana.
L’analisi della realtà che Verga compie nella sua opera può servire da denuncia della sconfitta che travolge l’umanità, ma non intende suggerire proposte consolatorie, possibili illusioni e vie di fuga, non è possibile riscattarsi in quanto il dolore non deriva dalle ingiustizie ma è connaturato all’esistenza di tutti gli uomini.
Condanna del Cambiamento Sociale
Esprime una condanna per coloro che tentano di mutare la propria condizione sociale e di abbandonare le proprie origini, e l’orizzonte per coloro che tentano di intraprendere questo cammino sarà chiuso fra “due zolle” al di fuori delle quali ci sono la rovina e la perdizione.
L'Ideale dell'Ostrica
L’”ideale dell’ostrica” è un esempio che Verga associa al destino di questi uomini, e ricorda come questa, staccata dallo scoglio, è destinata a morire, e così chi abbandona, rifiuta o tenta di abbandonare le proprie radici è condannato a finire.
Critica al Progresso
Verga non ripone alcuna fiducia nel progresso che è visto come una macchina mostruosa in grado di travolgere i più deboli, e per sopravvivere non resta che ancorarsi alla condizione che si è avuta in sorte.
Il destino è invincibile e immutabile, inutile è contrapporvisi.
Pessimismo e Ateismo Materialista
Il pessimismo di Verga rievoca la severa immagine leopardiana di natura, secondo la quale gli uomini vengono trasportati da un caotico e ingovernabile mondo, senza tener conto della loro sorte.
L’ateismo materialista di Verga lo porta a guardare la realtà senza concepire per l’uomo alcuna felicità.
Alienazione e Incomunicabilità
Questa sua visione del mondo si accentua sempre di più, soprattutto in Mastro-Don Gesualdo, in cui si affermano i temi di alienazione e incomunicabilità, e sembrerebbe essere guidata da una logica economica.
Il Culto della 'Roba'
I valori borghesi hanno turbato e corrotto gli equilibri di una società secolare conducendola alla disgregazione.
Il culto della “roba”, la proprietà dei beni materiali diventa aspirazione della vita, e chi le accumula si illude di aver maggiori possibilità di sopravvivere, portando questi beni a diventare parte integrante della persona, e condannando coloro che li possiede a non essere più in grado di distaccarsene.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale del romanzo "Mastro-Don Gesualdo"?
- Come viene rappresentato il matrimonio di Gesualdo nel romanzo?
- Qual è la visione di Verga sul progresso e il cambiamento sociale?
- In che modo Verga utilizza la tecnica espressiva nel romanzo?
- Cosa rappresenta il "culto della roba" nel romanzo?
Il tema centrale del romanzo è l'ascesa e la caduta di Gesualdo Motta, un manovale siciliano che diventa proprietario terriero, ma che alla fine fallisce a causa della sua ambizione e del tradimento delle sue origini.
Il matrimonio di Gesualdo con Bianca, una nobile decaduta, è descritto come un'unione di interesse che segna l'inizio della sua rovina, poiché la moglie lo considera un estraneo e la figlia Isabella non gli riserva affetto.
Verga esprime una critica al progresso e al cambiamento sociale, vedendoli come forze distruttive che travolgono i più deboli e condannano coloro che tentano di abbandonare le proprie origini.
Verga utilizza una pluralità di moduli espressivi e punti di vista, adattando la tecnica narrativa alla psicologia e alla posizione sociale dei personaggi, per smascherare le apparenze e l'ipocrisia quotidiana.
Il "culto della roba" rappresenta l'ossessione per i beni materiali, che diventa l'aspirazione principale della vita, portando chi li possiede a non riuscire più a distaccarsene, contribuendo alla disgregazione sociale.