Concetti Chiave
- Il capitolo XIII de "I Malavoglia" esplora l'abbrutimento di 'Ntoni, che si allontana dalla famiglia e frequenta l'osteria della Santuzza.
- Il nonno tenta di riportare 'Ntoni sulla retta via, ma il giovane è sempre più attratto dall'alcol e dalle idee rivoluzionarie.
- Lia, sorella di 'Ntoni, attira l'attenzione di don Michele, mentre 'Ntoni si lascia mantenere dalla Santuzza, aggravando il suo declino morale.
- Don Michele avverte 'Ntoni di evitare cattive compagnie e il contrabbando, ma 'Ntoni vede il contrabbando come un atto giustificato.
- Il conflitto tra 'Ntoni e don Michele culmina in una rissa, mentre la tensione familiare cresce con il nonno che cerca di riscattare la casa del nespolo.
Indice
I Personaggi e lo Spazio
I personaggi principali: padron ‘Ntoni, ‘Ntoni, Mena, Lia
I personaggi secondari: Nunziata, cugina Anna, don Michele, zio Santoro, Rocco Spatu, Vanni Pizzuto, Cinghialente
Lo spazio: l’azione si svolge in parte nell’osteria e in parte nella casa del Nespolo
Il Declino di 'Ntoni
Dopo una prima fase in cui ‘Ntoni oscilla fra i due poli di attrazione, la casa del Malavoglia sulla strada del Nero e l’osteria della Santuzza, progressivamente, il capitolo XIII descrive l’abbrutimento del giovane che si rispecchia anche nel linguaggio adoperato.
Conflitti Familiari e Sociali
Quando la sera ‘Ntoni arrivava a casa ubriaco, il nonno cercava di mandarlo a letto subito, affinché gli altri componenti della famiglia non si accorgessero di nulla.
Quando, di notte, egli si alzava per andare a pesca e svegliava Alessi, lasciava dormire l’altro nipote, tanto non sarebbe servito a nulla; all’inizio, ‘Ntoni si vergognava che il nonno lo mettesse da parte, ma alla fine ci fece l’abitudine perché così il giorno lavorativo si sarebbe trasformato in un altro giorno di festa (la riflessione di ‘Noti è un esempio di stile indiretto libero) A volte, padron ‘Ntoni cercava di convincerlo con le buone, ma Ntoni restava a capo chino giustificandosi con il fatto che, ubriacandosi, avrebbe potuto così dimenticarsi le sue disgrazie. Il giovane, a volte, si lasciava toccare il cuore, si metteva a piangere e per un po’ cambiò vita, con la contentezza di tutti, ma per poco, solo una settimana. All’inizio, quando rientrava la sera, malfermo sulle gambe, o balbettava delle scuse o se ne stava in silenzio; a Mena che gli diceva di entrare dalla porta della cucina per non farsi vedere dal nonno, rispondeva in malo modo ed era anche solito bestemmiare tutto il giorno. Una volta, il nonno fece l’ultimo tentativo: gli parlò a quattrocchi nella cameretta, appellandosi alle promesse fatte dal giovane alla madre il giorno della morte; per reazione, il giovane scoppiò in lacrime, dicendo che avrebbe voluto morire anche lui. Ma tutto fu inutile: l’indomani continuò a frequentare l’osteria e la sera, invece di tornare a casa, prese l’abitudine di andarsene ubriaco, insieme a Rocco Spatu e Cinghialenta, a spasso per i vicoli del paese, cantando.L'Ingiustizia Sociale
Ad un certo punto, il nonno si vergognò perfino di farsi vedere per le strade del paese, mentre ‘Ntoni andava a sfogarsi con tutti quelli che erano disposti a discutere sull’ingiustizia sociale. Questa era la sua idea fissa: se per dimenticare i propri guai uno va all’osteria, viene chiamato ubriacone, mentre chi è ricco se ne può stare a casa, ubriacarsi quanto vuole e nessuno lo rimprovera e questo non è giusto perché siamo tutti figli di Dio. Lo speziale era del parere che ‘Ntoni avesse della stoffa, che però non sapeva sfruttare perché era poco istruito; per questo gli porta da leggere due quotidiani, di impronta vagamente rivoluzionaria e socialista. Ed è alla rivoluzione sociale che a volte ‘Ntoni arriva a pensare, anche pubblicamente. Come al solito, la gente del paese chiacchiera e fa delle congetture: ‘Ntoni dovrebbe compiere non un delitto politico, in nome della rivoluzione sociale, ma un delitto d’onore perché don Michele gli vuole rubare la sorella Lia che nel frattempo si è fatta una bella ragazza. Tuttavia, si di ce, che ‘Ntoni non fa altro che farsi mantenere dalla Santuzza e dell’onore della famiglia gli importa ben poco.
Il Contrabbando e le Relazioni
Effettivamente a don Michele piace la Lia e non fa altro che passare e ripassare lungo la strada del Nero, anche per far dispetto alla Zuppidda. Lia è un po’ vanitosa e sta volentieri al gioco.
Praticamente, ‘Ntoni viene mantenuto dalla Santuzza, mettendogli da parte i piatti con i resti dei clienti, oppure il vino che essi avevano lasciato nei bicchieri. In caso di necessità, ‘Ntoni interviene al momento del conto quando i clienti stimavano che il conto fosse troppo alto. Il decadimento morale del giovane ha allora inizio. I contatti con la famiglia sono ormai molto tesi: a volte, la sera, ‘Ntoni non torna nemmeno a casa e va a dormire nella stalla della Santuzza e ricorda al nonno che dei soldi della famiglia non ha più bisogno per mangiare e nemmeno la prospettiva del riscatto della casa del nespolo lo attira più. Mena, cugina Anna e Nunziata sono al corrente di tutto e a volte se ne stanno sedute davanti casa pensierose ed avvilite, mentre le altre donne del paese le evitano come al tempo del colera. Lia ha preso coscienza della situazione in cui ormai si trovano i Malavoglia e pronuncia una frase molto significativa: “Quando si è ridotti allo stato in cui siamo, bisogna aiutarsi da sé e che ognuno pensi ai suoi interessi”.
L’unico che ogni tanto si ferma salutarle è don Michele, attirato dalla Lia alla quale non risparmia complementi e alla ragazza non dispiace chiacchierare con lui. Addirittura, un giorno, egli tenta di regalarle un fazzoletto, che aveva avuto da un contrabbando. Un giorno egli entra in casa per dare un avvertimento che riguada ‘Noti: N’toni la deve smettere di frequentare brutte compagnie come Cinghialenta, Vanni Pizzuto e Rocco Spatu e soprattutto di passeggiare la sera sulla sciara dove viene praticato il contrabbando. Deve anche diffidare degli uomini che portano un segno della natura come Piedipapera e che è pronto a fare una spiata affinché gli sbirri trovino i contrabbandieri nelle mani nel sacco. Mena riferisce tutto a ‘Ntoni, ma il giovane nega ed è convinto che don Michele voglia fargli paura e vendicare dell’affare della Santuzza; d’altra parte egli pensa anche che pagare un dazio per merce che viene importata da altri paesi è un furto e rubare ai ladri non è mai peccato, quindi il contrabbando è pienamente giustificato. Fra don Michele, lo sbirro, e N’toni comincia a non correre buon sangue sia per motivi politici che sentimentali ed in questo viene sostenuto da alcuni paesani come lo speziale.
Zio Santoro, continuamente fa notare alla figlia Santuzza che da quando essa ha ‘Ntoni fra i piedi, gli avventori dell’osteria diminuiscono e sporco com’è egli non dà certamente una buona immagine al negozio. Le cose andrebbero diversamente se ci fosse, invece, don Michele con la sua divisa. Zio Santoro riferisce anche che in paese circolano voci secondo cui Santuzza fa la carità al giovane Malavoglia in cambio di servizi amorosi e per questo potrebbe succedere che essa sia espulsa dall’Associazione delle Figlie di Maria e quindi perdere il predominio morale sulle altre ragazze del paese. Infine, riallacciare i rapporti con don Michele favorirebbe l’attività di contrabbando del mosto di Vanni Pizzuto che arriverebbe così ad Aci Trezza senza dover pagare dazi. All’inizio, Santuzza non fa attenzione a queste riflessioni, poi decide di allontanare ‘Ntoni. Quando la Santuzza lo scaccia e lo lascia privo di cibo, da quel momento Ntoni ha bisogno di denaro e si lascia coinvolgere dai contrabbandieri. Mena interviene per riportare il fratello sulla strada della ragione, ma ogni tentativo è inutile e ‘Ntoni matura l’idea di vendicarsi di Santuzza e di don Michele che ricominciano a frequentarsi. Un giorno, ‘Ntoni provoca una rissa con don Michele proprio all’interno dell’osteria. I contendenti vengono separati a colpi di cinghia come si fa con i cani rabbiosi. ‘Ntoni promette di riprendere la rissa alla prima occasione ed il lettore intuisce la prevedibile vendetta di don Michele.
La Rissa e la Vendetta
Nel frattempo, padron ‘Ntoni che ha racimolato il gruzzolo per il riscatto della casa del nespolo, sollecita continuamente zio Crocifisso per andare dal notaio, che alla fine accetta, purché dall’affare possa trarre un po’ di guadagno.
Domande da interrogazione
- Chi sono i personaggi principali e dove si svolge l'azione?
- Come si manifesta il declino di 'Ntoni?
- Quali sono i conflitti familiari e sociali presenti nel testo?
- Qual è il ruolo del contrabbando nella storia?
- Come si sviluppa la rissa e la vendetta?
I personaggi principali sono padron ‘Ntoni, ‘Ntoni, Mena e Lia. L'azione si svolge principalmente nell'osteria e nella casa del Nespolo.
Il declino di 'Ntoni si manifesta attraverso il suo abbrutimento e il linguaggio volgare, mentre oscilla tra la casa del Malavoglia e l'osteria della Santuzza, finendo per frequentare cattive compagnie.
I conflitti includono il tentativo del nonno di nascondere l'ubriachezza di 'Ntoni, la vergogna sociale del nonno, e le tensioni causate dalle abitudini di 'Ntoni che portano a discussioni sull'ingiustizia sociale.
Il contrabbando è centrale nella storia, con 'Ntoni coinvolto in attività illecite e tensioni con don Michele, che avverte dei pericoli legati a queste attività.
La rissa si sviluppa quando 'Ntoni provoca don Michele nell'osteria, portando a una separazione violenta. 'Ntoni promette vendetta, mentre padron ‘Ntoni cerca di riscattare la casa del Nespolo.