Verga, Giovanni – Ideale dell’ostrica

La decisione di 'Ntoni

Circa a metà dell’opera, il giovane ‘Ntoni matura la decisione definitiva di abbandonare Aci Trezza in modo da cercare fortuna altrove, nonostante le continue raccomandazioni, che spesso sfociano in litigi con il nonno, il quale cerca di persuaderlo a rimanere, ma il ragazzo risulta ormai completamente esausto della professione del pescatore e si rifiuta di continuare nella strada dei suoi avi, quindi dopo la morte della madre a causa del colera, ‘Ntoni parte.

Confronto tra due filosofie di vita

Il capitolo si apre con il ritorno di due giovani che erano andati via “a cercar fortuna” e questo convince il ragazzo a tentare anche lui questa sorte e il lettore percepisce questa sua tentazione anche grazie ad un gioco di riflessi e confronti che mette in atto l’autore: Verga mostra infatti da una parte questi due giovanotti che non fanno altro che divertirsi in osteria, spendendo tutti i soldi e conquistando le ragazze, dall’altra invece viene mostrata la fatica della famiglia dei malavoglia, pescatori da secoli e quindi abituati al lavoro sodo, abituati a svegliarsi all’alba per esercitare il proprio dovere con rispetto ed umiltà. Queste due filosofie di vita completamente diverse e in contrapposizione emergono anche nel confronto tra nonno e nipote:

1. Ideale dell’ostrica, che obbliga gli uomini a lavorare come “le povere formiche” e a mai allontanarsi dal proprio luogo natale, svolgendo quindi un’esistenza simile (se non uguale) a quella dei propri padri


2. Ideale dell’ignoto, che Verga descrive come “la vaga bramosia dell’ignoto” e che porta il giovane ‘Ntoni a buttarsi nel vuoto nella speranza di avere fortuna e di vivere come quei due giovanotti suoi coetanei che vede all’inizio del capitolo, e che “mangiano pasta e carne tutti i giorni”, espressione utile a sottolineare la ricchezza che avevano raggiunto che gli permetteva di spendere molti soldi sul cibo

Il dilemma tra tradizione e modernità

Ovviamente, padron ‘Ntoni rappresenta il portavoce della filosofia più antica, quindi la prima descritta, che porta l’uomo a nascere e morire nello stesso posto senza ribellarsi davanti al duro lavoro e mettendo da parte i propri guadagni per il futuro, mentre il giovane ‘Ntoni rappresenta la seconda visione più moderna. Tuttavia avrà ragione il nonno, che nel suo modo di esprimersi molto rurale, tra forme dialettali e saggezze popolari riporta la dura realtà a cui il giovane verrà condannato, seguendo una filosofia classica, si potrebbe dire che abbia peccato di hybris, quindi di una tracotanza che l’ha portato a credere di essere migliore degli altri e di potersi opporre al proprio destino.