Concetti Chiave
- Giovanni Verga adotta la "tecnica dell'impersonalità" nella sua scrittura, simile alla fotografia, creando narrazioni dove lo scrittore sembra invisibile.
- La fotografia, per Verga, rappresenta un modo di catturare la realtà in modo oggettivo, senza interventi soggettivi.
- Verga non utilizza la fotografia per scopi morali o artistici, ma per ritrarre fedelmente la vita quotidiana, come nei suoi romanzi.
- C'è dibattito sulla separazione tra fotografia e scrittura in Verga, con alcuni che vedono influenze fotografiche nel suo stile narrativo.
- Verga utilizza in modo parsimonioso i colori nei suoi scritti, un approccio che riflette la sua visione fotografica della realtà.
Indice
La tecnica dell'impersonalità di Verga
Per relazionare Giovanni Verga alla fotografia, è possibile partire proprio dal fulcro della sua poetica: la tecnica dell’impersonalità. Secondo quest’ultima, il narratore doveva “eclissarsi” dal narrato, mettersi nei panni dei personaggi e “vedere le cose coi loro occhi ed esprimerle colle loro parole” solo così la mano dello scrittore potrà restare invisibile e l’operrà dovrà sembrare “essersi fatta da sé”.
Inoltre, il lettore doveva essere posto dinanzi al fatto nudo e schietto e, soprattutto, al centro della narrazione, senza che nessuno gli spieghi gli antefatti e le caratteristiche dei personaggi che verranno delineandosi man mano nel corso della narrazione, anzi, deve avere l’impressione di averli da sempre conosciuti. Lo stesso Verga ammetterà che questa tecnica crea confusione.Verga e la fotografia: un legame oggettivo
Questa “tecnica dell’impersonalità” e la visione oggettiva della realtà può assimilarsi ad un discorso fotografico. Nel corso della sua infanzia, Verga venne a contatto con la fotografia grazie a suo zio Salvatore Verga Catalano, che disponeva di una delle prime macchine fotografiche. Per Verga, fotografare significava immortalare la realtà in modo oggettivo, di rappresentare il mondo così com’era, senza l’intervento della sua soggettività che avrebbe potuto distorcere la realtà.
La fotografia di Verga, come il suo romanzo del resto, non ha nessun fine morale, artistico o scientifico. Egli ritrae la famiglia, il paese, gli amici, i contadini ecc. Non usa una tecnica perfetta, Verga vuole semplicemente cogliere “il fatto nudo e schietto”.
Fotografia e scrittura: due mondi separati?
Come ha influito la fotografia nel modo di scrivere? Abbiamo due risposte, due risposte: la prima, che fotografia e scrittura fossero per l’autore due cose separate, la seconda che, la fotografia abbia influito nel suo modo di scrivere.
Per quanto riguarda la prima ipotesi, la critica ha preferito separare le due attività per ‘proteggere’ il Verismo. Ed abbiamo anche una prova di questa ipotesi, in una lettera a Capuana in cui Verga dice che la fotografia è rimasta la sua grande passione. “Rimasta”, appunto, e non “diventata” suggerendo che la fotografia avesse resistito alla crisi dell’attività letteraria e che dunque non procedeva in modo parallelo con essa. A ciò, si aggiunge che l’attività di fotografo, nell’opera di Verga non viene mai menzionata. Egli parlerà di scrittori, di scultori, di pittori, ma non di fotografi.
L'influenza della fotografia sulla scrittura
Analizzando la seconda ipotesi, sono molte le analogie tra le due attività, tanto da far pensare che Verga se ne servisse per la scrittura. Sempre all’amico Capuana, Verga chiese di procurargli delle foto di paesaggi e di costumi di contadini, preti e galantuomini per il suo volume di novelle siciliane. Come vediamo Verga chiede esplicitamente a Capuana delle foto in modo da poterle prendere come riferimento nel processo di scrittura.
Un’ulteriore prova della coesistenza dell’arte visiva e di quelle scrittoria è rappresentata dall’uso parsimonioso che Verga fa dei colori nei suoi scritti. In Cavalleria Rusticana, utilizzerà solo il bianco e nero, e il rosso solo nell’accezione di “arrossire”. Il caso che resta tuttavia più clamoroso è quello costituito da I Malavoglia, ambientato in una città di mare, Aci Trezza; il termine ‘azzurro’ ricorre in tutto il romanzo una volta sola, ed in una situazione del tutto diversa.
Domande da interrogazione
- Qual è la tecnica dell'impersonalità di Verga e come si relaziona alla fotografia?
- In che modo la fotografia ha influenzato la scrittura di Verga?
- Verga considerava la fotografia e la scrittura come attività separate?
- Quali sono le prove della coesistenza tra l'arte visiva e la scrittura nell'opera di Verga?
- Qual era l'approccio di Verga alla fotografia e come si rifletteva nei suoi romanzi?
La tecnica dell'impersonalità di Verga prevede che il narratore si eclissi dal narrato, mettendosi nei panni dei personaggi e vedendo le cose coi loro occhi. Questo approccio si relaziona alla fotografia poiché entrambi mirano a rappresentare la realtà in modo oggettivo, senza l'intervento della soggettività dell'autore.
La fotografia ha influenzato la scrittura di Verga attraverso l'uso di immagini come riferimento per descrivere paesaggi e costumi nei suoi racconti. Verga chiese esplicitamente foto per il suo volume di novelle siciliane, suggerendo un'influenza visiva nel suo processo di scrittura.
Sì, Verga considerava la fotografia e la scrittura come attività separate. In una lettera a Capuana, Verga afferma che la fotografia è rimasta la sua grande passione, suggerendo che non procedeva in modo parallelo con la sua attività letteraria.
Le prove della coesistenza tra l'arte visiva e la scrittura nell'opera di Verga includono l'uso parsimonioso dei colori nei suoi scritti e la richiesta di foto per ispirazione. In "Cavalleria Rusticana", Verga utilizza solo il bianco e nero e il rosso in modo limitato, mentre in "I Malavoglia" il termine 'azzurro' appare solo una volta.
L'approccio di Verga alla fotografia era quello di immortalare la realtà in modo oggettivo, senza fini morali, artistici o scientifici. Questo si riflette nei suoi romanzi attraverso la rappresentazione diretta e schietta della realtà, senza interventi soggettivi.