Concetti Chiave
- Il libro è pubblicato dal dottor S. per dispetto e introduce il protagonista, Zeno, con un complesso di Edipo irrisolto e odio verso il padre.
- La narrazione si caratterizza per atti mancati, come il lapsus di Zeno al funerale del cognato, a riflettere il suo inconscio e la sua nevrosi.
- Zeno è descritto come un ipocondriaco, la cui nevrosi è esplorata attraverso una narrazione che non segue un ordine cronologico ma soggettivo e tematico.
- L'opera presenta un narratore inaffidabile, con una forte presenza dell'inconscio, dove le contraddizioni dell'autore emergono chiaramente al lettore.
- Il contrasto tra salute e malattia è labile, con Zeno che, pur malato, percepisce l'inezia dei sani e alla fine si adatta, diventando un uomo d'affari di successo.
Nella lettura introduttiva sappiamo che lo psicologo, il dottor S., pubblica tale libro 'per dispetto'. Esso inoltre ci fornisce varie caratteristiche del'opera e del suo contenuto:
Indice
Caratteristiche del protagonista
-Ci avvisa innanzittutto che il protagonista soffre di un complesso di Edipo mai sanato che lo ha portato a odiare in modo viscerale suo padre.
-Ci avvisa che nell'opera sono contenuti degli 'atti mancati' (o lapsus). Un classico esempio è il fatto che Zeno sbaglia funerale quando deve partecipare a quello del cognato, come se in realt non volesse davvero prendervi parte.
-Sappiamo inoltre che il protagonista soffre di nevrosi: egli è un malato psichico e un ipocondriaco (tende a ammalarsi della stessa malattia degli altri, ciò che oggi definiremmo un 'malato immaginario').
L'inconscio e la narrazione
Tratto caratteristico dell'intera opera è una forte presenza dell'inconscio: a raccontare il tutto è la 'coscienza' di Zeno, ma essa non si accorge dell'iconscio del protagonista che esce fuori dall'opera. Il lettore invece riesce ad accorgersene benissimo: l'autore si contraddice molto spesso e non arriva mai a farci capire come stanno davvero le cose. E' per questo che il narratore della coscienza di Zeno non è attendibile: come lo stesso Dottor S ci avvisa, quelle che stiamo per leggere sono bugie.
Il tempo e la salute
Tempo. Il tempo del racconto non è cronologico, ma 'soggettivo'. Infatti il passato sembra riallacciarsi al presente, con un filo conduttore che si potrebbe definire 'tematico' e una struttura particolarmente spezzata.
Qui, a differenza degli altri testi di Svevo, dove la salute è rappresentata di borghesi e la malattia dagli inetti, il confine è più labile. Teoricamente abbiano da una parte Zeno (malato) e dall'altra Guido, il suocero di Zeno, e la moglie.
Ma Zeno, nella sua malattia, capisce che loro stanno bene, che sono 'sani', solo nel loro piccolo mondo (Esemplare è il brano dove la moglie afferma che non sia importante se sia il sole o la terra a girare, ma solo quali abiti indossare la domenica). In realtà, quello che vuole farci capire Svevo, è che sono tutti inetti a vivere, ma colui che lo capisce (Zeno) può almeno forgiarsi della qualità di vedere le cose oggettivamente (poiché è fuori dal circuito): E' infatto colui che crede di essere sano, ad essere malato.
Conclusione e riflessioni finali
Alla fine Zeno diventa un grande uomo d'affari (fa speculazione e si arricchisce) e afferma di essere guarito. In realtà, semplicemente si adatta. Capisce che siamo tutti malati: infatti l'uomo mira a costruire solo delle armi sempre più potenti, che prima o poi sentirà il desiderio di usare e ucciderà tutti.
Domande da interrogazione
- Qual è il complesso psicologico che affligge il protagonista?
- Come viene rappresentato l'inconscio nell'opera?
- In che modo il tempo è trattato nel racconto?
- Qual è la riflessione finale di Zeno sulla salute e la malattia?
Il protagonista soffre di un complesso di Edipo mai sanato, che lo porta a odiare visceralmente suo padre.
L'inconscio è una presenza forte nell'opera, con la 'coscienza' di Zeno che racconta la storia senza accorgersi dell'inconscio del protagonista, mentre il lettore può notare le contraddizioni e le bugie.
Il tempo nel racconto è 'soggettivo' e non cronologico, con il passato che si riallaccia al presente attraverso un filo conduttore tematico e una struttura spezzata.
Zeno conclude che tutti sono malati, ma chi crede di essere sano è in realtà malato. Alla fine, si adatta e diventa un uomo d'affari, affermando di essere guarito, ma riconosce che l'umanità è destinata all'autodistruzione.