Concetti Chiave
- Rosso Malpelo è un racconto su un ragazzo siciliano di 13 anni che lavora nelle cave di arenile, riflettendo lo sfruttamento dei minori in Sicilia.
- Il protagonista, chiamato Malpelo per il colore dei suoi capelli, è stigmatizzato e marginalizzato a causa di credenze superstiziose del tempo.
- La storia evidenzia le condizioni disumane e il trattamento dei "carusi", bambini venduti dalle famiglie per lavorare nelle cave.
- La società del racconto è descritta come chiusa e bigotta, accettando con naturalezza fatti drammatici e terribili.
- Il racconto utilizza una tecnica narrativa innovativa per l'epoca: il discorso indiretto libero, che elimina verbi narrativi e segni grammaticali tradizionali.
La vita di Malpelo nelle cave
Malpelo è un ragazzino siciliano di 13 anni che lavora nelle cave di arenile; questo tipo di cave era molto diffuso in Sicilia che in quell’epoca produceva una ricchezza immensa, attraverso uno sfruttamento intensivo del sottosuolo, compiuto a discapito della povera gente. Malpelo è uno dei tanti carusi che lavorano in queste cave, uno dei tanti ragazzini che erano stati quasi venduti ai proprietari delle cave dalle proprie famiglie affinché potessero portare a casa una paga settimanale. I carusi avevano un’età compresa tra gli 8 e i 12 anni; dopo smettevano di lavorare o perché si ammalavano o perché, crescendo, non erano più in grado di infilarsi nei cunicoli più stretti.
Stigmatizzazione e superstizione
Il ragazzino protagonista, come viene spiegato all’inizio del racconto, è chiamato Malpelo “perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo”; infatti, nella società di quel tempo, si credeva in modo superstizioso che i rossi di capello fossero dei diavoli. Malpelo, solo per questo motivo, è un ragazzino stigmatizzato, marginalizzato e picchiato; perfino la madre aveva dimenticato il suo nome di battesimo e temeva che rubasse parte della paga settimanale. Nella novella vengono descritti fatti drammatici e terribili con estrema naturalezza, proprio perché tutto è codificato secondo il punto di vista della società di quel tempo, caratterizzata da quel tipo di mentalità chiuso e bigotto.
Tecnica narrativa innovativa
Il questo racconto è presente una tecnica narrativa rivoluzionaria: il discorso indiretto libero, ovvero un discorso che non è più legato a verbi come “dire”, “affermare” ecc. , che non viene più espresso da una voce narrante e in cui non è più presente una marca grammaticale che segua il pensiero del personaggio.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto lavorativo di Malpelo nelle cave?
- Come viene percepito Malpelo dalla società del suo tempo?
- Quale tecnica narrativa innovativa è utilizzata nel racconto?
Malpelo è un ragazzino siciliano di 13 anni che lavora nelle cave di arenile, un'attività diffusa in Sicilia che sfruttava intensivamente il sottosuolo a discapito della povera gente. I carusi, come Malpelo, erano venduti dalle famiglie ai proprietari delle cave per una paga settimanale.
Malpelo è stigmatizzato e marginalizzato a causa dei suoi capelli rossi, associati superstiziosamente a malizia e cattiveria. È picchiato e temuto, perfino dalla madre, che ha dimenticato il suo nome di battesimo e sospetta che rubi parte della paga.
Il racconto utilizza il discorso indiretto libero, una tecnica narrativa rivoluzionaria che elimina la necessità di verbi come "dire" o "affermare" e non è espressa da una voce narrante, permettendo di seguire il pensiero del personaggio senza marcature grammaticali.