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Capitolo I
Il romanzo è ambientato nella società arcaica di Aci Trezza, un piccolo paese di
pescatori in provincia di Catania, dove viveva la famiglia dei Toscano, nota col
soprannome “Malavoglia”, nato per antifrasi, infatti, al contrario, si trattava di
persone laboriose e con buona volontà. Colui che deteneva il potere assoluto era
padron ‘Ntoni, “il dito grosso”, vedovo avveduto e saggio, uomo onesto e grande
lavoratore che all’interno della famiglia godeva di suprema e indiscussa autorità. Aveva
un figlio, Bastiamazzo, anche lui pescatore, e dal suo matrimonio con Maruzza, detta
“la Longa”, erano nati cinque figli. Padron ‘Ntoni era proprietario della casa del nespolo
chiamata così perché nel cortile vi cresceva l’albero omonimo e conquistata con fatica
e tanto lavoro, e della Provvidenza, la barca con cui la famiglia provvedeva al
sostentamento. Nel 1863 il maggiore dei nipoti ‘Ntoni, esteriormente spavaldo e
maturo ma in realtà molto debole, all’età di venti anni fu chiamato per il servizio
militare come marinaio. Il giovane, però, non aveva nessun elemento negativo sul piano
fisico per essere esonerato dalla leva. La sua partenza, oltre a provocare la
sofferenza, la commozione e il turbamento dell’intera famiglia, creò anche una
situazione difficile dal punto di vista economico: vennero, infatti, a mancare giovani
braccia al lavoro familiare.
Alla partenza del ragazzo si aggiunse la scarsa annata ad aggravare la situazione:
bisognava, allora, trovare un sistema “per menare avanti la barca”. Fu così che padron
‘Ntoni comprò a credito dello zio Crocifisso una partita di lupini, per poi rivenderli
altrove con la barca a prezzo maggiorato. Una sera Bastianazzo, accompagnato da
Menico, partì per il commercio dei lupini, con condizioni temporali sfavorevoli, infatti,
il cielo era ricoperto di nubi nere e il mare agitato che la Provvidenza non avrebbe
sopportato.