Concetti Chiave
- Il madrigale "Lavandare" di Pascoli appartiene alla collezione "Myricae", nella sezione "L’ultima passeggiata", esprimendo un addio malinconico alle campagne.
- Il componimento descrive un'atmosfera malinconica attraverso il canto delle lavandaie e i rumori naturali, interrotti dal suono dell'acqua.
- Le immagini evocative includono un aratro abbandonato, simbolo di abbandono, e le donne che cantano un brano folcloristico triste.
- Pascoli utilizza effetti di luce e suono per evocare l'autunno, con colori grigi e neri, e suoni come "sciabordare" e "cantilene".
- L'aratro rappresenta l'abbandono e la sua inutilità finale, accentuato dall'immagine del "maggese", terreno a riposo.
Il madrigale “Lavandare” appartiene alla collezione “Myricae” nella sezione “L’ultima passeggiata”, come si può capire dal titolo della sezione, Pascoli deve tornare in città ma prima decide di salutare con un addio le campagne in cui aveva trascorso le sue vacanze idilliache e quindi ogni componimento si sofferma su un aspetto diverso della vita in questi territori sperduti.
Indice
Visione malinconica del bucato
In questo componimento in particolare il lettore viene coinvolto nella visione del bucato e nel clima generale di malinconia, che viene evidenziato sia dal poeta stesso che appunto se ne deve andare, ma anche dal canto popolare che viene intonato da alcune donne che, davanti a Pascoli, sono intente a lavare i panni e quindi le loro voci che cantano vengono interrotte in diversi punti dal rumore dell’acqua che risciacqua i vestiti.
Immagini rustiche e simboliche
Viene quindi proposto un dipinto rustico con due immagini particolarmente interessanti:
1. Terreno parzialmente arato, in cui il mezzo dell’aratro viene abbandonato nel campo, simbolo appunto dell’abbandono in un’immagine che sembra ripresa successivamente nel canto delle lavandaie
2. Donne che fanno il bucato in un canale e iniziano a cantare un brano della tradizione folcloristica dalle parole tristi in cui una donna esprime il proprio rammarico per la brutta stagione e per il mancato ritorno del proprio innamorato
Effetti di luce e suono
Il tutto viene evidenziato e reso particolarmente sensibile al lettore grazie all’utilizzo di effetti di luce e si suono che evocano l’autunno nel suo riflesso sull’umore delle persone. Nella prima terzina, una particolare attenzione è puntata sui colori propri dell’umida stagione, quindi il grigio e il nero del primo verso, che riportano poi al “vapor leggero” del terzo verso. Nelle terzine successive invece compaiono sempre più frequentemente i suoni: “sciabordare delle lavandare” al quinto verso, il canto, “lunghe cantilene” al sesto verso, “tonfi spessi” sempre inseriti nel sesto verso.
Simbolismo dell'aratro abbandonato
Interessante è anche soffermarsi sull’immagine dell’aratro, che per diversi secoli è stato usato come immagine di potenza e forza sia fisica che intellettiva che hanno portato alla sua scoperta, ma in questo caso il poeta sfrutta la sua immagine per indicare il suo stato di abbandono, come se i contadini se ne fossero effettivamente dimenticati. Questa presenza inerte diventa ancora più dolorosa nel verso finale perché compare il termine “maggese” con il quale solitamente si intendono i terreni messi a riposo per permettergli di rigenerarsi, quindi il posizionamento dell’aratro appare in sentenza finale come inutile.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del madrigale "Lavandare"?
- Quali immagini rustiche e simboliche vengono presentate nel componimento?
- Come vengono utilizzati gli effetti di luce e suono nel madrigale?
- Qual è il simbolismo dell'aratro abbandonato?
Il tema principale è la malinconia del bucato, evidenziata dal poeta che deve lasciare le campagne e dal canto popolare delle donne che lavano i panni.
Vengono presentate l'immagine di un aratro abbandonato nel campo e le donne che fanno il bucato cantando un brano folcloristico triste.
Gli effetti di luce e suono evocano l'autunno e il suo impatto sull'umore, con colori grigi e neri e suoni come il "sciabordare delle lavandare" e "lunghe cantilene".
L'aratro abbandonato simboleggia l'abbandono e l'inutilità, accentuato dal termine "maggese" che indica terreni a riposo, rendendo l'aratro una presenza inerte e dolorosa.