Concetti Chiave
- I Canti di Castelvecchio, pubblicati nel 1903, rappresentano un ritorno alla lirica e alla rappresentazione della natura, continuando idealmente Myricae.
- La raccolta esplora il paesaggio di Castelvecchio e San Mauro, creando una sovrapposizione di ricordi d'infanzia e immagini presenti.
- Pascoli utilizza la natura come rifugio emotivo, in contrasto con il Panismo di D'Annunzio, cercando nascondiglio piuttosto che esaltazione.
- Il componimento "Nebbia" illustra la natura come un mezzo per celare il mondo, mentre "Il Ciocco" mostra un rapporto rassegnato con il cosmo, influenzato da Leopardi.
- La raccolta introduce anche la tematica erotica, vista con l'innocenza e il turbamento di un fanciullo, evidenziata in "Gelsomino notturno".
I Canti di Castelvecchio raccolgono i componimenti scritti nel nuovo nido, quello costruito appunto a Castelvecchio con la sorella Mariù e vedono la luce nel 1903. La critica li considera come l’ideale continuazione di Myricae ed è il poeta stesso che nella prefazione a questi canti li definisce proprio Mirycae.
Indice
Temi e Stile dei Componimenti
Sono componimenti dedicati alla memoria della madre, rappresentano un ritorno alla lirica e alla rappresentazione della natura, quindi da questo punto di vista sono molto vicini alla prima raccolta. Questi componimenti sono però più ampi e distesi rispetto a quelli giovanili e seguono un andamento narrativo, anche se questo andamento non è così esplicito. Pascoli fa riferimento al ciclo delle stagioni, è quindi una sorta di romanzo lirico. Protagonista è il paesaggio di Castelvecchio che però si sovrappone continuamente a quello dell’infanzia di San Mauro, oppure è quello di San Mauro che emerge dal ricordo e deforma le immagini presenti. Questa associazione e questa sovrapposizione diventano sempre più esplicite nel corso raccolta.
La Natura e il Rifugio Poetico
In questa raccolta ancora una volta la poesia è un rifugio nel quale il poeta può esprimere tutte le emozioni suscitate in lui dalle immagini naturali. La natura è una dimensione nella quale il poeta può sprofondare e vuole sprofondare. Siamo però lontani dal Panismo di D’Annunzio perché questa è un’operazione che non dà gioia o esaltazione al poeta, è un modo per nascondersi dal mondo, potremmo dire quasi un modo per scomparire dal mondo; il componimento “Nebbia” descrive proprio la nebbia come un dono che riesce a nascondere agli occhi il mondo, che non è altro che male. Molto interessante è anche il Ciocco perché sembra contenere molti riferimenti a Leopardi.
Tematiche Filosofiche ed Erotiche
Rappresenta infatti il rapporto tra l’uomo ed il cosmo, che è una dimensione enorme ed indifferente all’intervento umano perché finalizzato solo alla sua conservazione. Rispetto alla rabbia che ciò provocava nell’animo di Leopardi, in Pascoli c’è piuttosto una sorta di tranquilla rassegnazione. Una novità di questa raccolta è la comparsa della tematica erotica, però vissuta da Pascoli e rappresentata nelle sue poesie con la stessa inquietudine e lo stesso turbamento di un fanciullo( lo sin nota bene nel componimento “ Gelsomino notturno”). Ritorna ossessivamente anche il tema del rapporto con i morti, al punto tale che in molti componimenti il poeta si sente una specie di larva che si aggira in mezzo agli altri ma che non partecipa alla loro stessa dimensione.
Domande da interrogazione
- Qual è la relazione tra "I Canti di Castelvecchio" e "Myricae"?
- Quali sono i temi principali trattati nei componimenti di "I Canti di Castelvecchio"?
- Come viene rappresentata la natura in "I Canti di Castelvecchio"?
- In che modo Pascoli affronta le tematiche filosofiche ed erotiche nella raccolta?
"I Canti di Castelvecchio" sono considerati dalla critica come l'ideale continuazione di "Myricae", e lo stesso Pascoli li definisce come una prosecuzione di "Myricae" nella prefazione.
I temi principali includono la memoria della madre, la natura come rifugio poetico, e le tematiche filosofiche ed erotiche, con un focus sul rapporto tra l'uomo e il cosmo e l'inquietudine erotica.
La natura è vista come un rifugio poetico dove il poeta può esprimere le sue emozioni, ma a differenza del Panismo di D'Annunzio, è un modo per nascondersi dal mondo, come descritto nel componimento "Nebbia".
Pascoli rappresenta il rapporto tra l'uomo e il cosmo con una tranquilla rassegnazione, e l'erotismo è vissuto con inquietudine e turbamento, simile a quello di un fanciullo, come nel componimento "Gelsomino notturno".