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D'Annunzio, Gabriele - Vita, poetica e stile Pag. 1
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Sintesi

Gabriele D'Annunzio



Vita


Nacque nel 1863 a Pescara, il cognome fu ereditato da uno zio facoltoso. Fu il terzogenito di cinque figli.
Nel 1879 compose e pubblicò le sue prime liriche grazie al sostegno del padre. Conobbe Carducci. Escogitò un piano per attirare su di se l’attenzione: face pervenire alle redazioni dei principali giornali la notizia della sua morte improvvisa per una caduta da cavallo. Così fece aumentare l’interesse delle sue opere tanto da avere un grande successo di vendita. Si manifestava così per la prima volta l’attitudine dannunziana alla costruzione del proprio mito con il ricorso ai nuovi mezzi di comunicazione di massa. Frequentò la facoltà di lettere. A soli vent’anni si sposò e nacque il suo primo figlio. Ai salotti dell’alta società romana ebbe una relazione amorosa per la quale lasciò la moglie. Questa Barbara Leoni fu la sua musa ispiratrice per il primo romanzo “il piacere” che proiettò l’autore nell’olimpo letterario italiano. Nel 1891 scrisse “l’innocente” ispirate alla letteratura russa. Fece una crociera che si concluse a Venezia dove strinse una relazione amorosa con Eleonora Duse. Nel 1897 si candidò come deputato della destra. Quest’ultima relazione intanto si consolidava. Comprò a Settignano la “capponcina” dove si trasferì per essere più vicino all’attrice.
Partecipò alla Grande Guerra, rimase ferito all’occhio destro tanto da farlo rimanere a riposo nella sua casa a Venezia (1916), scrisse qui il “notturno”. Morì nel 1938.

In allegato viene presentato un file sulla vita, le opere e lo stile letterario di Gabriele D'Annuzio.
Estratto del documento

GABRIELE D’ANNUNZIO

La figura dell’artista la costruì come un’opera d’arte, fedele al suo ideale estetico e

superomistico.

Vita

Nacque nel 1863 a Pescara, il cognome fu ereditato da uno zio facoltoso. Fu il terzogenito di

cinque figli.

Nel 1879 compose e pubblicò le sue prime liriche grazie al sostegno del padre. Conobbe

Carducci. Escogitò un piano per attirare su di se l’attenzione: face pervenire alle redazioni dei

principali giornali la notizia della sua morte improvvisa per una caduta da cavallo. Così fece

aumentare l’interesse delle sue opere tanto da avere un grande successo di vendita. Si

manifestava così per la prima volta l’attitudine dannunziana alla costruzione del proprio mito

con il ricorso ai nuovi mezzi di comunicazione di massa. Frequentò la facoltà di lettere. A soli

vent’anni si sposò e nacque il suo primo figlio. Ai salotti dell’alta società romana ebbe una

relazione amorosa per la quale lasciò la moglie. Questa Barbara Leoni fu la sua musa ispiratrice

per il primo romanzo “il piacere” che proiettò l’autore nell’olimpo letterario italiano. Nel 1891

scrisse “l’innocente” ispirate alla letteratura russa. Fece una crociera che si concluse a Venezia

dove strinse una relazione amorosa con Eleonora Duse. Nel 1897 si candidò come deputato

della destra. Quest’ultima relazione intanto si consolidava. Comprò a Settignano la

“capponcina” dove si trasferì per essere più vicino all’attrice.

Partecipò alla Grande Guerra, rimase ferito all’occhio destro tanto da farlo rimanere a riposo

nella sua casa a Venezia (1916), scrisse qui il “notturno”

Morì nel 1938.

Il pensiero e la poetica

All’interno dell’opera dannunziana possiamo individuare tre linee dominanti: panismo,

estetismo e superomismo.

panismo

Il termine deriva da “pan” il dio greco della pastorizia e dei boschi, raffigurato come

ibrido. Secondo altri deriverebbe dall’aggettivo greco “pas” che significa tutto. Fusione tra

uomo e natura. Opere rappresentative: “canto novo”, “terra vergine”, “le laudi”

L’estetismo dannunziano è la volontà della creazione del mito di sé, incentrato sul culto

dell’arte, sull’irresponsabilità dell’artista. Poetica del dandy, ricerca della bellezza, componente

sensuale ed erotica. Opere rappresentative: “il piacere” 1889 artista camaleonitico,

“l’innocente” 1892 fase della bontà.

superomismo

Il è una volontà di potenza, orgoglio, che induce alla ricerca di una vita libera da

ideologie del passato. L’artista deve agire anche in ambito politico per plasmare la folla

attraverso una lingua orale fata di gestualità, enfasi e mimica. Opere rappresentative: “le

vergini delle rocce” 1895, opere teatrali.

Il piacere (estetismo)

Andrea Sperelli è un giovane raffinato e aristocratico. In passato ha avuto una relazione

amorosa con Elena Muti che l’ha abbandonato per sposare un ricchissimo lord inglese. Il

giovane si abbandona a una serie di avventure erotiche finendo per restare ferito in un duello.

Durante la convalescenza vive una sorta di rinascita e purificazione spirituale. È assistito da

Maria Ferres una donna dell’alta società della quale si innamora platonicamente. Il suo amore è

ricambiato. L’ultima parte del romanzo è incentrata sul contrasto interiore del protagonista tra

l’amore sensuale per Elena e quello spirituale per Maria. Alla fine prevale il primo.

La presentazione di Andrea Sperelli

Il conte Andrea Sperelli è un raffinato esteta, non solo per educazione dal padre ma

anche per carattere ereditario: i suoi avi sono vissuti in epoche di grande fioritura

dell’arte. La personalità del protagonista risente dell’esempio paterno: da lui ha appreso

un modello di vita votato al piacere e alla ricerca di sensazioni raffinate. Tutto ciò

produce effetti devastanti fino a una specie di disintegrazione psichica.

Analisi

I temi principali del romanzo sono il contrasto istinto/volontà, sensualità/aspirazione alla

purezza. Questa presentazione descrive i vizi e le virtù del protagonista e la sua

decadenza. Andrea Sperelli è un vinto che la vita ha battuto. D’annunzio lo definisce

“impregnato d’arte”. Il padre di Sperelli gli insegnò solamente l’arte del piacere e

l’occupazione dello spirito con nuove immaginazioni e sensazioni.

L’innocente (estetismo)

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