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D'Annunzio, Gabriele - Vita come opera d'arte Pag. 1
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Sintesi

Gabriele D'Annunzio



Sfidare il limite estremo. Una vita estetica. Il “Piacere” è autobiografico, Sperelli parla di sé ed è D’Annunzio. È un’innovazione, sono votati a interpretare. La sua poesia è fatta da metafore, figure retoriche e immagini. Romanzo in cui racconta ma, non un’unica vicenda, episodi differenti di una vita.

Il Piacere



L’arte sopravvive nel tempo, sublime, illusione che non si raggiunge mai. La natura non muore mai e Andrea Sperelli, rinasce dalla convalescenza. La partecipazione della natura a noi. Vedono nella natura una vittoria sulla morte. Le cose come continuazione di sé. Tentativo di essere in relazione con tutti così da elevare l’uomo dalla piccola esistenza e avere più vita. Da tutte le culture si prende quello che può interessarti. Durante la convalescenza conosce Maria con una figlia, sposata a Ferres, diplomatico del Guatemala. In Maria, Sperelli vede l’opposto di Elena. È una donna madre, è qualcosa che lui non ha mai conosciuto. Sperelli è per Maria tutto quello che non ha mai avuto, la ricchezza. Maria deve andare perché il marito ha perso tutti i soldi ma vuole un ultimo incontro con Andrea, è tutto teatrale ma mentre è lì con lei la chiama Elena perché lui vuole quella unità che però non esiste. L’ideale è avere una donna che racchiuda le due, la totalità, la perfezione ma lui non può creare ciò. Torna a Roma è solo quindi c’è il lento processo della morte di Sperelli. Mentre Maria sa di dover scegliere, Sperelli cerca di superare questa condizione obbligata dell’uomo ma fallisce. Avere tutte e due le donne per avere la terza (unione delle due) immaginaria. Lui però riesce a vivere solo l’ora il momento. Sa che la grande impresa è difficile. Sovrapporre le donne è una cosa inesistente. L’avventura non l’ha cambiato, torna e continua a descrivere Roma “Il verso è tutto”.
Estratto del documento

GABRIELE D’ANNUZIO

Sfidare il limite estremo. Una vita estetica. Il “Piacere” è autobiografico, Sperelli parla

di sé ed è D’Annunzio. È un’innovazione, sono votati a interpretare. La sua poesia è

fatta da metafore, figure retoriche e immagini. Romanzo in cui racconta ma, non

un’unica vicenda, episodi differenti di una vita.

IL PIACERE

L’arte sopravvive nel tempo, sublime, illusione che non si raggiunge mai. La natura

non muore mai e Andrea Sperelli, rinasce dalla convalescenza. La partecipazione della

natura a noi. Vedono nella natura una vittoria sulla morte. Le cose come continuazione

di sé. Tentativo di essere in relazione con tutti così da elevare l’uomo dalla piccola

esistenza e avere più vita. Da tutte le culture si prende quello che può interessarti.

Durante la convalescenza conosce Maria con una figlia, sposata a Ferres, diplomatico

del Guatemala. In Maria, Sperelli vede l’opposto di Elena. È una donna madre, è

qualcosa che lui non ha mai conosciuto. Sperelli è per Maria tutto quello che non ha

mai avuto, la ricchezza. Maria deve andare perché il marito ha perso tutti i soldi ma

vuole un ultimo incontro con Andrea, è tutto teatrale ma mentre è lì con lei la chiama

Elena perché lui vuole quella unità che però non esiste. L’ideale è avere una donna

che racchiuda le due, la totalità, la perfezione ma lui non può creare ciò. Torna a Roma

è solo quindi c’è il lento processo della morte di Sperelli. Mentre Maria sa di dover

scegliere, Sperelli cerca di superare questa condizione obbligata dell’uomo ma fallisce.

Avere tutte e due le donne per avere la terza (unione delle due) immaginaria. Lui però

riesce a vivere solo l’ora il momento. Sa che la grande impresa è difficile. Sovrapporre

le donne è una cosa inesistente. L’avventura non l’ha cambiato, torna e continua a

descrivere Roma “Il verso è tutto”.

LA POESIA DI D’ANNUNZIO: in due parole panismo e dionisiaco

“Laudes” come S. Francesco un Santo di cui lui rimane folgorato. Laudi del cielo, mare,

terra ed eroi. Dal 1896 al 1903. L’idea viene da un viaggio del 1895 in Grecia, si lega

al mito che vede la forza rigeneratrice personificazione e vitalità della natura e

D’Annunzio vuole questa forza, parlare della divinità del mondo. Omaggio al dio Pan

che, per D’Annunzio, dà la qualità al poeta di poetare, gli permette di ricostruire

questa grandezza. Lui è vate che deve introdurre in un mondo mitologico, eterno che

lui può ricreare grazie alla poesia. Dovevano essere sette libri ma ne scrive solo 3:

Maya, Elettra, Alcyone, che sono i nomi delle Pleiadi. Esempio della “Lauda

creaturarum” e da Nietzsche. Dioniso dio non greco con le baccanti che lo servono,

una divinità misteriosa, dio del vitalismo divino. Il dio entra in te, dio che domina

l’uomo (le baccanti ballano scomposte infatti). Pan è il dio che porta l’uomo a vivere

alla maniera di Dioniso con vitalismo. Il sogno è essere come un dio e prendere linfa

dalla natura.

Esempi

Da “Alcyone” “La sera fiesolana” 17 luglio 1899

La scrive alla Capponcina, nelle colline di Firenze, le altre le scrive nella stessa zona e

ricordiamo anche la Versilia. Si nota una natura che sovrasta. Lo scopo è svelare il

mistero al fondo della natura e lui si pone come svelatore di tutto questo. Nel mezzo

troviamo versi più brevi che ci danno ulteriore prova che non c’è più la struttura

ritmica. La poesia di D’Annunzio volta a essere unica, deve distinguersi dal linguaggio

comune per lui deve essere ALTA e ALTRA. Lui coglie e la trasporta con un’immagine,

rimane nella sua bellezza.

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