Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Eugenio Montale, originario di Genova, è noto per la sua poetica che esprime una visione pessimistica e desolata della vita.
  • La sua poesia riflette l'incertezza del nostro tempo, caratterizzata dal crollo degli ideali positivistici.
  • Montale usa l'immagine di una muraglia con cocci aguzzi di bottiglia per descrivere gli ostacoli nel comprendere l'assoluto.
  • Il poeta non crede in alcuna fede politica o religiosa capace di liberare l'uomo dal tormento esistenziale.
  • Montale ritiene che la poesia non possa rivelare l'essenza della realtà, contrapponendosi ai poeti che credevano nel potere rivelatore della poesia.

Indice

  1. Eugenio Montale e il Premio Nobel
  2. La visione pessimistica di Montale
  3. Il muro e l'assoluto
  4. La fede e la poesia secondo Montale
  5. L'assenza di finalità didascalica

Eugenio Montale e il Premio Nobel

Eugenio Montale, originario di Genova, partecipò alla prima guerra mondiale e nel 1975 ricevette il Premio Nobel “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”.

La visione pessimistica di Montale

Il motivo di fondo della poesia di Montale è una visione pessimistica e desolata della vita del nostro tempo in cui, crollati tutti gli ideali positivistici, tutto sembra incerto. Al poeta ogni cosa appare oscura e misteriosa.

Il muro e l'assoluto

Vivere”, dice Montale, “vuol dire seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”. Con quest’espressione egli intende dire che vivere equivale a rasentare un muro (l’elemento che consente di andare oltre la banale apparenza) senza poterlo valicare a causa degli ostacoli che sono posti in cima. Il poeta sostiene che tra l’uomo e l’assoluto (ciò che si cela oltre il muro) si trovi l’ineliminabile mondo fenomenico delle apparenze.

La fede e la poesia secondo Montale

Montale non crede in una fede religiosa che gli consenta di individuare un saldo punto di riferimento: egli non crede né in chierico rosso, simbolo del Marxismo, né nel chierico nero, allusione all’uomo religioso. L’autore è convinto che non esista alcuna fede, né politica né religiosa, che possa liberare l’uomo dal suo tormento. Montale non attribuisce questo ruolo nemmeno alla poesia, che considera uno strumento incapace di svelare l’essenza della realtà. Mentre i poeti precedenti credevano di poter giungere al noumeno tramite la poesia, Montale ritiene che ciò non sia possibile.

L'assenza di finalità didascalica

L’assenza di ogni finalità didascalica della poesia di Montale è espressa in modo evidente da una frase dell’autore: “Non chiederci la formula che mondo possa dirti”, espressione con cui il poeta sostiene l’impossibilità di svelare l’elemento rivelatore che possa garantire all’uomo delle certezze.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione della vita secondo Eugenio Montale?
  2. Montale ha una visione pessimistica e desolata della vita, in cui gli ideali positivistici sono crollati e tutto appare incerto e misterioso.

  3. Cosa rappresenta il "muro" nella poetica di Montale?
  4. Il "muro" rappresenta l'ostacolo tra l'uomo e l'assoluto, un elemento che impedisce di andare oltre le apparenze fenomeniche.

  5. Qual è il ruolo della poesia secondo Montale?
  6. Montale ritiene che la poesia non abbia una finalità didascalica e non possa svelare l'essenza della realtà o fornire certezze all'uomo.

Domande e risposte

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