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Vita di Eugenio Montale
Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896; compie i primi studi a Genova; per motivi di salute abbandona gli studi tecnici al terzo anno, per poi riprenderli. Diplomatosi ragioniere, studia canto operistico per diventare cantante professionista; nel frattempo frequenta le biblioteche. Si arruola nel 1917 e partecipa alla Prima Guerra Monsdiale. Congedatosi, Eugenio Montale ritorna a Genova e comincia a scrivere articoli d letteratura. Trascorre i primi anni della Seconda Guerra Mondiale a Genova dove ospita amici profughi (Saba, Quasimodo, ecc...); esce in maniera clandestina Finestre (15 liriche) che diventerà il nucleo principale di La bufera e altro. Nel 1956 esce la raccolta poetica La bufera e altro; Montale viene nominato senatore a vita; nel 1975 vince il premio Nobel per la letteratura; l'intellettuale italiano muore a Milano nel 1981.

Ossi di seppia
Pubblicata nel 1925, la raccolta di Eugenio Montale, Ossi di seppia, infrange la tradizione della poesia aristocratica; il poeta cerca di essere semplice e chiaro; egli cerca di descrivere la realtà per quello che è senza dare lezioni morali al lettore. La parola non deve fingere, non può creare un mondo reale, ma solo sogni e desideri; il poeta non può dare una visione negativa del mondo, ma cerca comunque di raccontare la realtà, anche se limitata. L’opera è ambientata nel paesaggio ligure; emergono le umili cose della vita quotidiana; il titolo allude a poveri relitti sbattuti dalla corrente. Nell’opera troviamo due ambienti:
- il mare: casa positiva perché è sempre perfetto e immutabile;
- la terraferma: cosa negativa; quest’ultima rispecchia il "male di vivere" che caratterizza la prima raccolta di Eugenio Montale. Eugenio Montale non si rassegna al negativo, cerca qualcosa utile per salvarsi, ma questa è una ricerca inutile perché la rete che imprigiona l’uomo è invalicabile; il tempo contribuisce al senso di sconfitta del poeta perché è impossibile fermare i ricordi; il parlare della realtà non è solo realismo, ma simbolismo; quest’ultimo si ritrova soprattutto nei sogni del personaggio e si riversa anche nell’oscillazione tra poesia e prosa; la prosa invade la poesia che resiste con le sue rime, strofe, metafore, ecc...; è una poesia simbolista; si ritrova infatti il simbolismo pascoliano.
La politica e lo stile di Eugenio Montale
Giuseppe Ungaretti parte dal dolore per poi giungere a un’affermazione di fede.
Eugenio Montale non abbandona mai la negatività della vita; gli manca il confronto della fede, le speranze; la negatività è una denuncia contro le false incertezze su cui si basa la cultura del tempo; la sua poesia non vuole nascondere il male di vivere né la disarmonia che avverte in sé stesso; (paragonabile al pessimismo di Leopardi).
Essenzialità a livello filosofico: il primo compito della poesia è attingere l’autenticità della vita; la difficoltà di lanciare messaggi positivi è data dalla nostalgia di tali messaggi; la letteratura non si arrende anche se sa che ciò che cerca è irraggiungibile.
Essenzialità a livello tecnico e stilistico: temi umili; parole quotidiane soprattutto per descrivere animali e piante.
Essenzialità a livello simbolico: utilizza degli oggetti per descrivere sentimenti e azioni; non tutti riescono a capire il vero significato delle cose ed è per questo che la sua è una poesia a volte oscura; è molto importante per Eugenio Montale la ragione che deve opporsi come più può alla vita quotidiana; utilizza per questo endecasillabi, strofe e rime.
Montale, nella sua ultima stagione, rivoluziona il suo modo di scrivere, abbandona i temi alti per toni comici, la poesia diviene quasi un ritaglio di giornale (Montale è da tempo un giornalista). L’ultimo Montale non abbandona la nostalgia dell’arte anche se la dichiara morta. La sua denuncia resta un atto d‘amore per l’umanità.

L’opera: le Occasioni
Seconda fase montaliana (1939): in le Occasioni cambia il linguaggio e i contenuti rispetto a Ossi di Seppia; si avvicina e si distanza allo stesso tempo dell’Ermetismo; intende mantenere un legame con la realtà e toccare i propri sentimenti all’inizio della poesia, ovvero più sentimenti che hanno portato la nascita del componimento, si limita ad indicare l’oggetto che lo incarna, oggetto emblematico, simbolico (animali, cose, parole). Cerca una liricità frammentaria per distrarre il lettore. In questo periodo non si è nella fase del decadentismo. Il protagonista è la vita interiore del poeta; il tema principale sono i ricordi (cerca il senso della sua esperienze anche se è difficile riappropriarsi del passato). Un altro tema importante è quello della donna, l’unica in grado di contribuire a salvare gli oggetti della distruzione del tempo anche se neanche lui è in grado di salvare l’io e il mondo.
Montale non si rivolge più ad una sola persona (tu) ma a diversi interlocutori soprattutto a Clizia. La donna assomiglia a Laura di Petrarca (in carne ed ossa) anziché della donna-angelo di Dante.
EUGENIO MONTALE
Vita.
Nasce a Genova il 12 ottobre 1896; compie i primi studi a Genova; per motivi di
salute abbandona gli studi tecnici al terzo anno, per poi riprenderli. Diplomatosi
ragioniere, studia canto operistico per diventare conte professionista; nel frattempo
frequenta le biblioteche. Si arruola nel 1917 e partecipa alla 1° guerra mondiale.
Congedatosi ritorna a Genova e comincia a scrivere articoli d letteratura. Trascorre i
primi anni della guerra (2°) a Genova dove ospita amici profughi (Saba, Quasimodo,
…); esce in maniera clandestina Finestre (15 liriche) che diventerà il nucleo
principale di La bufera e altro. Nel 1956 esce La bufera e altro; viene nominalo
senatore a vita; vince il primo nobel per la letteratura; muore a Milano nel 1981.
L’opera: OSSI DI SEPPIA.
Pubblicato nel 1925 infrange la tradizione della poesia aristocratica; il poeta cerca di
essere semplice e chiaro; il poeta cerca di descrivere la realtà per quello che è senza
dare lezioni morali al lettore. Erano gli anni in cui il fascino diventava dittatura. La
parola non deve fingere, non può creare un mondo reale, ma solo sogni e desideri; il
poeta non può dare <<la negativa>> del mondo ma cerca comunque di raccontare la
realtà, anche se limitata. L’opera è ambientata nel paesaggio ligure; emergono le
umili cose della vita quotidiana; il titolo allude a poveri relitti sbattuti dalla corrente;
nell’opera troviamo due ambienti:
- il mare: casa positiva perché è sempre perfetto e immutabile;
- la terraferma: cosa negativa; quest’ultima rispecchia il <<male di vivere>> che
caratterizza la prima raccolta di Montale. Montale non si rassegna al negativo,
cerca qualcosa utile a salvarsi ma è una ricerca inutile perché la rete che
imprigiona l’uomo sono invocabili; il tempo contribuisce al senso di sconfitta
del poeta perché è impossibile fermare i ricordi; il parlare della realtà non è
solo realismo ma simbolismo; quest’ultimo si ritrova soprattutto nei sogni del
personaggio e si riversa anche nell’oscillazione tra poesia e prosa; la prosa