Concetti Chiave
- Il Covid-19, noto come Coronavirus, si è diffuso rapidamente a partire dalla Cina nel gennaio 2020, diventando un problema globale.
- Il nome Coronavirus deriva dalla parola latina "corona", che descrive la forma dei virus che lo compongono.
- I sintomi del Covid-19 variano da lievi problemi influenzali a condizioni gravi come polmonite e insufficienza renale, con un periodo di incubazione fino a 14 giorni.
- Il Covid-19 ha un'alta contagiosità dell'80% e un tasso di mortalità del 3,4%, colpendo principalmente anziani e individui con patologie preesistenti.
- La ricerca di un vaccino è in corso, con diversi prototipi in sviluppo, ma la sua produzione richiede tempo e risorse ingenti.
Indice
Dossier sul Covid-19
Indice
• introduzione
• origine del nome
• Coronavirus nella storia
• sintomi
• contagiosità e mortalità
• Nascita del virus
• Ricerca del vaccino
• Come proteggersi
• Conseguenze
• Maggiori focolai in italia
• I numeri del contagio in italia e nel mondo
• Il mio parere
• Fonti
Introduzione
L’uomo sin dai tempi remoti ha sempre dovuto fronteggiare numerose epidemie, come quella di peste che colpì Atene (430-426 a.C), la peste Antonina (165-180 d.C), la peste di Giustinano (541-750 d.C), la morte Nera (1331-1353), l’influenza spagnola (1918-1920) e l’epidemia di ebola (2012), a cui vanno aggiunte numerose altre malattie di carattere principalmente endemico, diffusesi per brevi periodi.
L’ultima sviluppatosi in ordine di tempo è il “Coronavirus” , che dal mese di gennaio 2020 si è notevolmente diffusa a partire dalla Cina, espandendosi in breve tempo in tutto il mondo.
Origine del nome
Il termine “Coronavirus” deriva dal latino “corona”, che a sua volta deriva dal greco “korone”, ovvero letteralmente ghirlanda”, per la forma dei batteri che trasmettono il virus.
Coronavirus nella storia
Il termine è entrato nel linguaggio comune solo dall’inizio del 2020, tuttavia non è la prima volta che questa tipologia di virus è responsabile di epidemie, infatti aveva già diffuso la SARS nel novembre 2002 e la MERS nel 2012. A partire dagli anni ’60 sono stati identificati sette ceppi di questa categoria batteriologica, in grado di infettare l’uomo ed alcuni animali ma al momento non sono noti vaccini efficaci. [1]
Sintomi
L’epidemia in corso prende il nome di SARS-CoV-2 (ovvero “Sindrome Respiratoria Acuta Grave coronavirus 2”, per le sue similitudini con la SARS). La malattia è detta anche COVID-19 (CO per corona, VI per virus e 19 per indicare l’anno in cui ha cominciato a manifestarsi. L’aspetto più pericoloso del virus è che alcune persone, pur avendo contratto la malattia, sono asintomatiche (ovvero non presentano sintomi); si stima che il periodo di incubazione sia da 2 sino ad un massimo di 14 giorni. La malattia può presentare sintomi influenzali, febbre, stanchezza, tosse secca, congestione nasale, diarrea, problemi intestinali, sino ad arrivare nei casi più gravi a polmonite, insufficienza renale e morte. [1]
Contagiosità e mortalità
La pericolosità del virus è data anche dalla facilità con cui esso si diffonde, infatti ha una contagiosità dell’80%, mentre il tasso di mortalità si attesta intorno al 3,4%. La malattia non è comunque da sottovalutare, infatti seppur la maggior parte dei pazienti che la contraggono riesca a guarire, il COVID-19 è senza dubbio più letale di una comune influenza, che normalmente uccide meno dell’1% dei malati. I soggetti maggiormente a rischio sono anziani, immunodepressi o colori affetti da altre patologie, in particolare ipertensione, problemi cardiaci o soggetti immunodepressi [1] [2] , infatti l’età media delle vittime è di 81 anni, due terzi delle quali aveva già malattie preesistenti [3], seppure si riscontrino anche decessi di pazienti molto più giovani.
Nascita del virus
Al momento non è stata identificata con certezza l’origine della malattia, si pensa ad uno “spill over” o “salto di specie”, ovvero la trasmissione da una specie ad un’altra, in questo caso dai pipistrelli venduti in un mercato del pesce di Wuhan, ma persistono anche ipotesi che sia stato creato in dei laboratori della città, dove erano in corso sperimentazioni sui pipistrelli con il virus della SARS. [4]
Ricerca del vaccino
Attualmente non è ancora in uso nessun vaccino, seppur siano in corso ingenti sperimentazioni. La malattia presenta caratteristiche molto simili a quelle della SARS del 2002 diffusa sempre a partire dalla Cina in numerosi paesi asiatici e, seppur in misura ridotta, anche in Europa, negli USA e in Canada, che però venne debellata con misure restrittive, senza la necessità di sviluppare un vaccino apposito, che avrebbe potuto essere impiegato per combattere la COVID-19.
Secondo l’OMS sono ora in studio 20 prototipi di vaccini, in diversi laboratori in tutto il mondo, tuttavia il suo sviluppo, il cui costo attualmente dovrebbe ammontare attorno ai 900 milioni di dollari [5], è un processo lungo e complicato, ma che grazie alle moderne tecnologie, potrebbe portare alla diffusione del vaccino in circa dodici mesi. La sua realizzazione si articola in diverse fasi, la prima è quella della codificazione della sequenza genetica del virus, a cui segue la creazione vera e propria del vaccino, che però, prima della commercializzazione, deve essere sperimentato sugli animali e poi, in caso si riveli efficiente, su campioni umani, per verificare la sicurezza e l’efficacia del prodotto. Attualmente una delle ipotesi più accreditate è quella di utilizzare un vaccino simile a quello utilizzato per Ebola, che impieghi un virus innocuo per l’uomo, in grado di infettare una cellula e di fargli produrre alcune proteine. In questo virus viene inserito un gene capace di annientare una proteina del virus da cui ci si vuole difendere, in questo modo il corpo umano sarà in grado di produrre anticorpi idonei, in grado di contrastare quella proteina qualora dovesse incontrarla nuovamente nel virus da cui ci si vuole difendere, in questo caso SARS-CoV-2.
Potrebbero essere usati anche i classici vaccini a RNA, il cui principio è simile a quello precedentemente elencato, però il gene in grado di contrastare il virus viene iniettato direttamente nelle cellule del paziente, perciò il vaccino risulterebbe di più facile industrializzazione, anche se al momento richiederebbe maggiori tempi di sviluppo.
Come proteggersi
Considerata la mancanza di un vaccino e la sua elevata contagiosità è essenziale attuare una serie di provvedimenti, che possano limitarne la diffusione. Innanzitutto è bene lavarsi spesso le mani, evitare gli ambienti troppo affollati, stare lontani dai soggetti che presentano problemi respiratori o sintomi riconducibili all’infezione in questione, evitare l’uso improprio delle mascherine, coprirsi sempre la bocca con l’interno del gomito in caso di colpi di tosse, buttare subito i fazzoletti usati per soffiarsi il naso.
Le conseguenze
Il virus ha avuto delle incredibili ripercussioni sull’economia globale, causando il crollo delle borse e ingenti danni economici per ditte legate al settore della ristorazione, del trasporto e dei parchi divertimento. Misure eccezionali sono state prese anche dai governi, come quello italiano che ha predisposto la chiusura delle scuole fino al 15 marzo (con una possibile proroga sino al 3 aprile), la sospensione di eventi sportivi, congressi e la sanificazione di scuole e mezzi pubblici. Si prevede l’assunzione di ventimila, tra medici, paramedici e assistenti sanitari per fronteggiare l’emergenza Sono state inoltre proclamate molteplici zone rosse, presidiate dall’esercito soprattutto attorno ai maggiori focolai. [6]
Maggiori focolai in Italia
I primi 2 casi in Italia, due turisti cinesi, sono stati accertati il 30 gennaio, allo Spallanzani di Milano, ma l’infezione si è diffusa rapidamente su tutto il territorio nazionale. Il principale focolaio italiano è a Codogno, in provincia di Lodi, mentre nel bergamasco l’epicentro è stato ad Alzano Lombardo, che potrebbe essere proclamato zona rossa. [7]
I numeri del contagio in Italia [8]
• 3916 contagiati
• 523 guariti
• 197 morti
I numeri del contagio nel mondo [9]
• 100002 contagiati
• 57000 guariti
• 3400 morti
Il mio parere
La diffusione del Coronavirus, inizialmente sottovalutata, si è trasformata in una minaccia globale, facilitata proprio dall’iniziale disinteressamento delle autorità internazionali, infatti, almeno nella sua fase iniziale, quando l’infezione era circoscritta solamente all’area della Cina, il problema è stato notevolmente sottovalutato e non vi è stato un reale interesse a cercare rapidamente soluzioni efficaci al problema. Il tasso di mortalità della COVID-19 è relativamente basso (3,4%) rispetto a quello di altri virus, come la SARS (che risultò letale in un caso su dieci) e ciò ha contribuito all’iniziale disinteressamento nella ricerca di un vaccino o nel contenimento del contagio. Il problema non è stato preso nella giusta considerazione nemmeno in seguito, infatti, mentre l’infezione si diffondeva in Italia, gli altri paesi Europei non hanno preso sufficienti provvedimenti; naturalmente, se è vero come si sospetta che il virus circolasse nel nostro paese già da novembre 2019, ogni qualsiasi misura attuata da febbraio, quando è emersa la gravità della situazione, sarebbe risultata tardiva, ma comunque avrebbe potuto contribuire a ridurre la diffusione del morbo. Dopo un’iniziale fase di psicosi generale, in cui si è verificato un acquisto sfrenato di generi alimentari, prodotti igienizzanti e mascherine, ci si è avviati verso un ritorno alla razionalità e sono stati emanati i primi decreti, come l’obbligo di chiusura delle scuole, l’igienizzazione dei mezzi pubblici, l’istituzione delle zone rosse, il che senza dubbio ha contribuito a ridurre la propagazione del virus, tuttavia, considerato il lungo periodo di incubazione della malattia, fino a 14 giorni, solamente tra qualche giorno, potremo disporre di dati certi sull’efficacia dei provvedimenti assunti. Le misure prese dagli stati però non sono ancora sufficienti, infatti bisognerebbe adottare misure molto più restrittive per contenere realmente e nel minore tempo possibile il contagio, poiché in una situazione d’emergenza come questa non è possibile tenere aperti musei o altri luoghi pubblici, in quanto, nonostante le misure di sicurezza adottate, le possibilità di contagio aumentano esponenzialmente. Quest’aspetto andrebbe compreso soprattutto dalla popolazione, infatti, almeno per ora, eventuali provvedimenti che impediscano alla gente di uscire di casa, limitino al massimo le interazioni sociali ed estendano notevolmente le zone rosse sarebbero accolte in malo modo, però ciò sarebbe necessario per risolvere l’emergenza al più presto. Curioso è il fatto che molte delle più gravi pandemie abbiano avuto origine in Asia, ad esempio la Peste Antonina, un’epidemia probabilmente di Vaiolo che uccise circa cinque milioni di persone e devastò l’Impero Romano per quindici anni dal 165 a.C, fu portata in Italia dall’esercito romano di ritorno dall’Asia. Nel 1331 dal continente asiatico giunse in Europa anche la Morte Nera, la prima di una serie di ondate di peste che si protrassero sino al ‘700, causando in totale 137 milioni di vittime. L’influenza Asiatica, infezione aviaria isolata per la prima volta in Cina nel 1954, fu letale per due milioni di persone, prima di essere debellata grazie ad un vaccino. Infine la SARS, proprio come la COVID-19, a cui assomiglia molto, ha avuto origine sempre in Cina. Non è comunque il caso di lasciarsi andare al terrore, in quanto per fortuna la malattia, seppur molto contagiosa, è letale soprattutto per soggetti già debilitati e ha un tasso di mortalità non eccessivamente elevato. La realizzazione di un vaccino è un’operazione lunga, complessa e costosa, ma numerose organizzazioni sono già alla ricerca di un antidoto, che probabilmente non tarderà ad arrivare. Nel frattempo è essenziale rispettare tutte le misure di sicurezza prescritte dalle autorità, per ridurre la possibilità di contrarre la malattia o di diffonderla agli altri in caso si sia già infetti.
A cura di Xavier Marchesi.
Fonti
[1]:http://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioFaqMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=228
[2]:https://www.repubblica.it/esteri/2020/03/03/news/coronavirus_in_cina_calano_i_nuovi_contagi-250077328/?refresh_ce
[3]:https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/03/06/coronavirus-deceduti-italia.html
[4]:https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/scienziati-cinesi-il-coronavirus-uscito-da-un-laboratorio-vicino-al-mercato-di-wuhan_14871947-202002a.shtml
[5]:https://www.lasiciliaweb.it/2020/03/06/coronavirus-il-vaccino-costa-900-milioni-di-dollari/
[6]:https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/04/20A01475/sg
[7]:https://www.ilfoglio.it/salute/2020/02/24/news/il-coronavirus-in-italia-la-mappa-del-contagio-303522/
[8]:https://www.repubblica.it/cronaca/2020/03/07/news/coronavirus_notizie_italia-250501051/
[9]:https://www.corriere.it/speciale/esteri/2020/mappa-coronavirus/
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del nome "Coronavirus"?
- Quali sono i sintomi principali del COVID-19?
- Qual è il tasso di mortalità del COVID-19 rispetto ad altre malattie?
- Quali misure sono state adottate in Italia per contenere il virus?
- Quali sono le ipotesi sull'origine del virus?
Il termine "Coronavirus" deriva dal latino "corona", che a sua volta deriva dal greco "korone", ovvero "ghirlanda", per la forma dei batteri che trasmettono il virus.
I sintomi principali includono febbre, stanchezza, tosse secca, congestione nasale, diarrea, problemi intestinali, e nei casi più gravi, polmonite e insufficienza renale.
Il tasso di mortalità del COVID-19 è circa il 3,4%, più alto rispetto a una comune influenza che uccide meno dell'1% dei malati, ma inferiore rispetto alla SARS.
In Italia sono state chiuse le scuole, sospesi eventi sportivi e congressi, e sono state istituite zone rosse presidiate dall'esercito attorno ai maggiori focolai.
Si pensa che il virus sia nato da uno "spill over" dai pipistrelli venduti in un mercato del pesce di Wuhan, ma ci sono anche ipotesi che sia stato creato in laboratori della città.