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Concetti Chiave

  • Il Parco di Ninfa, riconosciuto come Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000, è considerato un giardino storico di fama internazionale.
  • Il nome del parco deriva da un tempietto romano dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, situato nei giardini del parco.
  • Durante la visita al parco, si possono ammirare i ruderi della città medievale di Ninfa, abbandonata a causa di un'epidemia di malaria.
  • Il giardino del parco, realizzato dal cardinale Niccolò III Caetani, ospita una ricca varietà di piante, tra cui magnolie, aceri giapponesi e ciliegi in fiore.
  • Il paesaggio di Ninfa, con il suo mix di arte, storia e natura, offre un'esperienza affascinante e misteriosa, perfetta per gli amanti della fotografia.

Caro diario,

ti vorrei raccontare la mia giornata di ieri perché indimenticabile. Con la mia amica Lara siamo andate a visitare il meraviglio Parco di Ninfa nel comune di Cisterna di Latina. Abbiamo prenotato molto tempo prima perché c'è sempre il tutto esaurito, in quanto luogo visitatissimo durante l'anno da tantissime persone. Nel 2000 la Regione Lazio ha riconosciuto il Parco come Monumento Naturale in quanto considerato come Giardino storico di grande fama a livello internazionale.


Il nome Ninfa viene ripreso da un tempietto di epoca romana che sarebbe stato dedicato nell'antichità alle celebri Ninfe Naiadi, le quali erano delle divinità delle acque sorgive. Questo piccolo tempio è localizzato nei luoghi in cui c'è il giardino.
La mattina, dopo avere preso il treno regionale da Roma, siamo arrivate a Latina dopo una mezz'ora circa di viaggio. pagina di diario su una giornata incantevoleSuccessivamente abbiamo preso una navetta che ci ha portato direttamente nel luogo fatato che abbiamo avuto modo di vedere tramite le foto. Da notizie storiche, abbiamo saputo che la città di Ninfa fu abbandonata dai propri cittadini in età medievale a causa di un'epidemia di malaria che colpì la pianura pontina. Armate di macchinetta fotografica abbiamo potuto immortalare i ruderi della città medievale disabitata ma diventato luogo di visite culturali. Abbiamo ammirato i ruderi di San Biagio, di San Giovanni, San Salvatore, Santa Maria Maggiore San Pietro fuori le mura. Abbiamo anche finalmente ammirato le meraviglie naturali del parco fatto costruire dal cardinale Niccolò III Caetani, appassionato di botanica. In questo giardino è possibile vedere piante bellissime come ad esempio le magnolie decidue, gli aceri giapponesi, i ciliegi in fiore che abbiamo potuto vedere in tutto il loro splendore perché primavera.
Abbiamo visto anche grandi varietà di piante nel paesaggio circostante come ad esempio i viburni, gli agrifogli, le camelie. Proseguendo nel nostro cammino abbiamo anche potuto ammirare varie tipologie di rose rampicanti come la Rosa “Gloire de Dijon”, la rosa “Ballerina”, la rosa “Penelope” e tante altre varietà bellissime. Sono presenti anche varie tipologie di piante tropicali, considerando il clima molto mite di Ninfa, come per esempio l’avocado, i banani, ecc…
Siamo rimaste estasiate dalla bellezza del paesaggio in cui il connubio tra arte, storia e natura è stupendo e avvolge il paesaggio in un vero e proprio alone di fascino e mistero. Abbiamo immortalato tutto attimo per attimo di una giornata che per noi è stata indimenticabile.

Tua Eleonora.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la storia dietro il nome del Parco di Ninfa?
  2. Il nome Ninfa deriva da un tempietto di epoca romana dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, situato nel giardino del parco.

  3. Quali sono alcune delle meraviglie naturali che si possono ammirare nel Parco di Ninfa?
  4. Nel Parco di Ninfa si possono ammirare magnolie decidue, aceri giapponesi, ciliegi in fiore, viburni, agrifogli, camelie, rose rampicanti come la Rosa “Gloire de Dijon”, e piante tropicali come avocado e banani.

  5. Perché la città di Ninfa fu abbandonata in epoca medievale?
  6. La città di Ninfa fu abbandonata dai suoi cittadini in epoca medievale a causa di un'epidemia di malaria che colpì la pianura pontina.

Domande e risposte

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