Concetti Chiave
- I diversi tipi di narratore sono esplorati attraverso esempi concreti, che includono narratori interni protagonisti e secondari, e vari stili di narratori esterni.
- L'esercizio evidenzia l'uso della focalizzazione zero, permettendo al narratore di fornire giudizi esterni e considerazioni aggiuntive.
- Ogni esempio di narrazione descrive una scena comune: due ragazze che vanno a mangiare sushi in un ristorante, con variazioni nel punto di vista e nel dettaglio delle descrizioni.
- I diversi approcci narrativi offrono prospettive uniche sugli eventi, mettendo in risalto la differenza tra narrazione onnisciente, diegetica e mimetica.
- L'importanza della scelta del narratore e della focalizzazione è sottolineata nel modo in cui la storia e i dettagli vengono presentati e percepiti dai lettori.
Esercizi
1) narratore interno protagonista
2) narratore interno secondario
3) narratore esterno onnisciente
4) narratore esterno nascosto diegetico
5) narratore esterno nascosto mimetico
6) focalizzazione 0 (giudizi esterni, considerazioni storiche, considerazione economiche, analessi e prolessi)
1) Sono passata a prendere Emma a casa sua, a Bassano. Dunque decidemmo di andare a mangiare sushi nel nuovo ristorante in piazza. Entrate nel ristorante optammo di sederci vicino all’entrata, un cameriere con gli occhi a mandorla ci portò i menù e io decisi di prendere il Nighiri mentre Emma prese il Futomaki.
2) Due ragazze si sedettero vicino all’entrata mentre io ero seduto vicino ai bagni, vidi un cameriere con gli occhi a mandorla e tratti asiatici portare loro il menù.
Dai loro sguardi capì che erano molto indecise su cosa ordinare e dopo circa 20 minuti vidi il cameriere portare loro in piatto di Nighiri e uno di Futomaki.
3) Caterina passò a prendere Emma a casa sua, a Bassano.
Arrivate in piazza decisero di andare nel nuovo ristorante di sushi nel quale Caterina era già stata, ma Emma no.Dopo essersi sedute vicino all’entrata arrivò un cameriere dai tratti asiatici che portò loro il menù; dopo circa cinque minuti Caterina decise di prendere il Nighiri, dato che era il suo tipo di sushi preferito, mentre Emma il Futomaki.
4)Caterina passò a prendere Emma a casa sua, a Bassano. Le due ragazze decisero di andare a mangiare nel nuovo ristorante di sushi del paese. Si sedettero vicino l’entrata del ristorante e un cameriere portò loro due menù e dopo qualche minuto decisero di prendere un piatto di Nighiri e uno di Futomaki. Mentre attendevano i loro piatti Caterina raccontò a Emma che in realtà il sushi ha origini cinesi e non giapponesi. Quando i due piatti arrivarono iniziarono a mangiare, dopodiché Emma e Caterina andarono a pagare alla cassa e dunque tornarono a casa.
5) Caterina passò a prendere Emma a casa sua, a Bassano.
“Come stai?” chiese Caterina a Emma
“Tutto bene” rispose lei
“Ti va di andare a mangiare nel nuovo ristorante di sushi in centro?”
“Certo! Perché no?!”
E dunque si diressero verso il ristorante. Arrivate nel locale si sedettero vicino all’entrata e subito Emma disse: “Che bella tovaglia rossa! Proprio di gusto” e Caterina alla sua affermazione annuì convinta. Un cameriere portò loro due menù e dopo qualche minuto le due ragazze decise di prendere un piatto di Futomaki e uno di Nighiri, “Non vedo l’ora di assaggiare il Nighiri” affermò Caterina “A chi lo dici!” rispose Emma.
Quando i due piatti arrivarono iniziarono a mangiare e successivamente si diressero alla cassa e pagarono il conto.
Uscite dal ristorante Emma strillò: “Tutto buono si…ma che conto salato!” e si diressero verso casa.
6) Caterina passò a prendere Emma a casa sua, a Bassano.
Arrivate in piazza decisero di andare nel nuovo ristorante di sushi.
Dopo essersi sedute in un tavolo ben apparecchiato con una deliziosa tovaglia rossa, arrivò un cameriere dai tratti asiatici e con gli occhi a mandorla a portare alle due giovani ragazze il menù. Dopo aver passato circa cinque minuti a scegliere che piatto prendere decisero di ordinare un piatto di Futomaki e uno di Nighiri dato che erano le cose più economiche del menù.
Mentre il cameriere andava verso la cucina Caterina raccontò a Emma le origini del sushi, infatti contrariamente a ciò che molte persone pensano il sushi è originario della Cina e non del Giappone.
I piatti arrivarono, anche se dopo una lunga attesa, e le ragazze mangiarono con gusto, finito di mangiare andarono a pagare il conto che si rivelò alquanto salato.
Caterina pur essendo stata in quel ristorante svariate volte non ci sarebbe più tornata per tre motivi: il conto troppo alto, l’attesa troppo lunga tra l’ordinazione e l’arrivo dei pitti e l’intossicazione alimentare che ebbe appena tornata a casa.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra un narratore interno protagonista e un narratore interno secondario?
- Come si caratterizza un narratore esterno onnisciente?
- In che modo un narratore esterno nascosto diegetico differisce da uno mimetico?
- Cosa si intende per focalizzazione zero?
- Quali sono le caratteristiche principali del racconto con narratore esterno nascosto mimetico?
Un narratore interno protagonista racconta la storia in prima persona e partecipa attivamente agli eventi principali, mentre un narratore interno secondario osserva e narra gli eventi da una posizione più distaccata, senza essere il personaggio principale.
Un narratore esterno onnisciente conosce tutti i dettagli della storia, inclusi i pensieri e le emozioni di tutti i personaggi, e può fornire giudizi e considerazioni esterne.
Un narratore esterno nascosto diegetico racconta la storia senza farsi notare, ma è comunque presente nella narrazione, mentre un narratore mimetico si limita a mostrare gli eventi senza commentarli o influenzarli.
La focalizzazione zero si riferisce a una narrazione in cui il narratore ha una conoscenza illimitata degli eventi e dei personaggi, permettendo di includere giudizi esterni, considerazioni storiche ed economiche, oltre a flashback e anticipazioni.
In un racconto con narratore esterno nascosto mimetico, la narrazione è presentata in modo oggettivo e impersonale, senza interventi diretti del narratore, lasciando che i dialoghi e le azioni dei personaggi parlino da soli.