Concetti Chiave
- La fontana centrale del chiostro, con figure in rilievo del XIII secolo, è il fulcro del convento, circondata da un rigoglioso giardino curato con attenzione.
- Suor Ippazia, con un comportamento insolito e una sollecitudine nervosa, attira l'attenzione mentre si muove attraverso il convento.
- La cappella del convento è un luogo di silenzio e serenità, caratterizzato dall'odore dell'incenso e dalla presenza di suore in preghiera.
- Un incontro silenzioso e carico di tensione avviene tra Suor Ippazia e Suor Vanessa, culminante in un breve scambio di parole nella cappella.
- Suor Vanessa, dopo l'incontro, si presenta con deferenza alla madre superiora, aprendo un dialogo formale e rispettoso.
Convento - Ruolo e importanza in epoca medievale
La fontana del chiostro che giorno e notte, inesorabilmente, faceva sgorgare acqua con più getti, era collocata esattamente al centro del grande spiazzo circondato dal porticato. Tutt'intorno svariate forme e sfumature e fragranze di fiori occhieggiavano rigogliose grazie a cure amorevoli e costanti di mani esperte. La fontana, logorata in più punti, era costituita da una colonna non molto alta e di un diametro invece alquanto ampio con figure in soprarilievo risalenti al tredicesimo secolo. E allora girandoci attorno, se avessi voluto vederla tutta, potevi scorgervi anime in pena dalla bocca spaventosamente spalancata nello sfogo disperato del dolore di annegare nel fuoco infernale, accanto a corpi nudi di donne e uomini accasciati chi con la testa tra le mani, chi con la fronte sui ginocchi, in ogni caso in attesa di qualcosa che presto o tardi sarebbe arrivato. Quel convento sorgeva all’esterno del paese proprio all’inizio di una stradina che portava dritta dritta alla piazza del paese e pochi erano gli abitanti del paese che sospettavano quanto accadeva in un pomeriggio come altri, tanti anni fa, tra le mura del convento del paese, poco lontano da lì. Sotto le arcate del portico figurine bianche e nere si affrettavano, anche quel giorno di tanto tempo fa: chi di fretta, chi con passi indolenti, chi a mani giunte, chi con un libro premuto sul virgineo petto, chi in silenzio, chi bisbigliando per il lungo e stretto portico. In mezzo a tutta quella frenesia avresti nondimeno potuto scorgerne una che pareva si affrettasse più delle altre; ma non era neppure la fretta, no, che la rendeva insolita tra le altre, bensì il portamento, forse il modo di incedere, una cura particolare quasi una sollecitudine nervosa a fare, o meglio a completare, qualcosa.Beninteso, solo in quel giorno suor Ippazia avrebbe attirato l'attenzione di un eventuale spettatore esterno: era come se avesse un pensiero opprimente che non le dava tregua, una preoccupazione, quasi un impegno preso ...con Dio?dal quale impegno era chiaro non vedeva l'ora di affrancarsi.
Raggiunta la fine del portico scomparve dietro una grande porta. Il buio pesto che inghiottì la donna la spaventò. Proseguì in fretta e si fermò infine dinanzi a due grossi battenti; esitò, poi parve risolversi e ne spinse uno. All'interno della cappella la densità dell'incenso era quasi una carezza tiepida, rasserenante come l'ovattata immobilità che dominava. Suor Ippazia si guardò intorno e dopo qualche secondo trovò quello che stava cercando. In fondo, tra i banchi più vicini all'altare le volgeva le spalle un'altra figurina bianca e nera, nell'atto della preghiera: inginocchiata, le mani giunte, il corpo ed il viso proteso verso il crocifisso; scura nell'abito, morbida nelle pieghe del copricapo, era completamente assorta nella preghiera. La profondità del silenzio in quel luogo invitava quasi all'assenza di vita e quella suora pareva essere parte integrante di un universo compatto e inespugnabile. Suor Ippazia avanzò lentamente. Nonostante la realtà dei fatti fosse ben chiara e avrebbe dovuto suscitare in lei un sentimento ben diverso, quella donna inginocchiata le incuteva un timore reverenziale.
Quando le fu vicino allungò una mano per toccarla, ma l'austerità' imperturbabile di quel profilo la gelò: lo sguardo fiero negli occhi pur pieni di adorazione per la sacra effigie, le labbra prepotenti e nello stesso tempo dolcissime nella linea severa che lasciava fluire solo il bisbiglio della preghiera; il naso dritto, regale. Suor Ippazia fu impressionata da tutto quel fulgore e inavvertitamente indietreggiò, ma nel farlo ebbe un sussulto e Suor Vanessa si voltò.
"Oh, suor Ippazia" esclamò.
"Suor Vanessa" la salutò quella. Poi si chinò su di lei e le parlò all'orecchio bisbigliando; il fruscio delle parole si diffuse, delicato, nel tiepido vuoto della cappella. Le due figurine bianche e nere ad un tratto furono tutte e due in piedi e, a testa china, silenziosamente raggiunsero l'uscita. Procedeva Suor Ippazia e accanto a lei era suor Vanessa eretta, regale, autorevole; di tanto in tanto un filtro di luce si insinuava tra gli intarsi delle arcate cesellate minuziosamente, disegnando morbide forme sulle superfici che incrociava e il muro, il terriccio, il setoso tessuto bianco e nero sembravano ricevere un messaggio, quasi un avvertimento da quelle forme. Le due suore raggiunsero l'edificio opposto alla cappella; vi entrarono e si fermarono dinanzi alla direzione.
"Bene" fu la prima parola che Suor Ippazia pronunciò da quando avevano lasciato la cappella "Buona giornata Suor Vanessa" e il tono era freddo, distante. Lanciò una rapida occhiata alla compagna, girò sui tacchi e si allontanò. Null'altro; forse solo un sussulto impercettibile della spalla, come di disappunto. Suor Vanessa la guardo' allontanarsi, poi bussò.
"Avanti" la voce dall'interno fu ugualmente dura. Suor Vanessa abbassò la maniglia, spinse lentamente la porta ed entrò. La madre superiora non alzò gli occhi su di lei, ma dalla scrivania alla quale era seduta disse, muovendo appena le sottili e rugose labbra:
"Si sieda suor Vanessa"
Suor Vanessa obbedì. Prese posto dall'altra parte della scrivania e attese.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione della fontana nel convento?
- Cosa si può vedere attorno alla fontana?
- Dove si trova il convento rispetto al paese?
- Chi si affretta sotto le arcate del portico?
- Come si sente Suor Ippazia quando vede la suora inginocchiata?
La fontana è collocata al centro del grande spiazzo circondato dal porticato.
Si possono vedere figure in soprarilievo risalenti al tredicesimo secolo e anime in pena.
Il convento sorge all'esterno del paese, all'inizio di una stradina che porta alla piazza del paese.
Figurine bianche e nere si affrettano sotto le arcate del portico.
Suor Ippazia prova un timore reverenziale quando vede la suora inginocchiata.