Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • I reflui enologici sono classificati come "acque reflue industriali" o "acque reflue assimilate alle domestiche" secondo la normativa vigente.
  • Per evitare l'inquinamento ambientale, è necessario rimuovere le sostanze contenute nei reflui enologici prima dello scarico.
  • Gli impianti a fanghi attivi sono ampiamente utilizzati per trattare reflui con elevate quantità di sostanze organiche disciolte.
  • La sedimentazione e stabilizzazione dei reflui permette il loro uso agronomico, come nella fertirrigazione.
  • La fitodepurazione utilizza essenze vegetali per facilitare la depurazione del refluo prima del suo scarico in ambienti naturali.

Trattamento dei reflui enologici

Ai sensi di legge (D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.), i reflui enologici possono essere classificati sia come:
“acque reflue industriali”, qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici od impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento;
Sia come:
“acque reflue assimilate alle domestiche”, le acque reflue provenienti da imprese dedite alla coltivazione del terreno e/o alla silvicoltura, che esercitano anche attività di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola, inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente esclusivamente dall’attività di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilità.
Per evitare fenomeni d’inquinamento dell’ambiente, le sostanze contenute nei reflui enologici devono essere rimosse prima dello scarico nell’ambiente attraverso specifici trattamenti di depurazione, quali:
impianti a fanghi attivi. Sistemi di depurazione tra i più affermati utilizzati per il trattamento dei reflui contenenti elevate quantità di sostanze organiche disciolte (come i reflui civili e agroalimentari):
Sedimentazione e stabilizzazione, con stoccaggio anaerobio per circa 300 giorni, cui segue il riutilizzo agronomico del refluo (nell’ambito di operazioni di fertirrigazione o di veicolazione di prodotti fitoiatrici);
Depurazione aerobica, con impianti aerobici multistadio, cui segue lo scarico del refluo in un recettore ambientale (solitamente un fiume o un lago);
Fitodepurazione, in cui viene sfruttata la capacità di alcune essenze vegetali di favorire la crescita di microrganismi in grado di svolgere la depurazione del refluo; a ciò segue lo scarico del refluo in un recettore ambientale (solitamente fiumi o laghi).

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