Concetti Chiave
- I metodi chimici di controllo vengono spesso utilizzati senza un'adeguata verifica, portando a rischi ambientali e sanitari.
- I metodi biologici di controllo non eliminano completamente i parassiti, poiché richiedono la presenza di prede per gli organismi utili.
- Si promuove l'integrazione di metodi di controllo per ridurre l'uso di fitofarmaci e minimizzare i rischi per l'uomo e l'ambiente.
- Il controllo guidato diminuisce progressivamente i trattamenti fitoiatrici, favorendo agrofarmaci selettivi e preparando il terreno per il controllo biologico.
- Il controllo integrato adotta diversi mezzi di controllo, limitando l'uso di fitofarmaci a prodotti selettivi e in quantità minime.
Integrazione delle forme di controllo
Spesso i metodi chimici di controllo vengono utilizzati senza neanche verificare la presenza o la consistenza del parassita nella coltura, senza rispettare le dosi, le epoche e i settori di intervento degli agrofarmaci, e senza utilizzare le dovute precauzioni nella manipolazione delle sostanze usate. Questi tipi di interventi possono portare, se condotti poco razionalmente, oltre agli svantaggi legati al negativo impatto ambientale sopra analizzati, anche rischi per gli operatori e i consumatori e costi elevati.
Dall’altra parte i metodi di controllo biologici, soprattutto quando fanno uso di antagonisti, non portano all’eliminazione totale degli agenti fitopatogeni; infatti il presupposto perché gli organismi utili possano sopravvivere e moltiplicarsi è che siano presenti nell’ambiente le loro prede, cioè i nemici naturali delle piante, almeno in un certo numero. Se non ci sono più prede, anche gli antagonisti scompaiono. Oggi si tende a integrare le diverse forme di lotta per il controllo degli agenti fitopatogeni, allo scopo di ridurre l’impiego dei fitofarmaci e di privilegiate metodi di difesa che comportino meno rischi per l’uomo e per l’ambiente, come per esempio le tecniche di controllo biologico. Questo obiettivo si può raggioungere adottando due strategie differenti, che presentano comunque numerose analogie:Il controllo guidato, conosciuto anche come lotta guidata, che consiste nella diminuzione progressiva del numero di trattamenti fitoiatrici e nella scelta di agrofarmaci più selettivi. Questa forma di controllo è considerata di transizione, e viene attuata quasi esclusivamente all’interno di un programma che si ponga l’obiettivo di adottare alla fine il controllo biologico. Questa transizione è necessaria per assicurare un sufficiente ripopolamento dell’area considerata con specie utili, in grado di effettuare un adeguato controllo biologico dei nemici delle piante;
Il controllo integrato, conosciuto anche come lotta integrata, che consiste nell’adozione contemporanea di diversi mezzi di controllo, all’interno dei quali l’uso dei fitofarmaci viene ridotto allo stretto indispensabile, e scegliendo comunque prodotti altamente selettivi. Questa tecnica è piuttosto complessa da attuare, in quanto richiede conoscenze e strumenti piuttosto complessi.
Domande da interrogazione
- Quali sono i rischi associati all'uso non razionale dei metodi chimici di controllo?
- Perché i metodi di controllo biologici non eliminano completamente gli agenti fitopatogeni?
- Qual è l'obiettivo dell'integrazione delle diverse forme di controllo degli agenti fitopatogeni?
L'uso non razionale dei metodi chimici di controllo può portare a un impatto ambientale negativo, rischi per gli operatori e i consumatori, e costi elevati.
I metodi di controllo biologici non eliminano completamente gli agenti fitopatogeni perché gli organismi utili necessitano della presenza delle loro prede per sopravvivere e moltiplicarsi.
L'obiettivo è ridurre l'uso dei fitofarmaci e privilegiare metodi di difesa che comportino meno rischi per l'uomo e l'ambiente, come le tecniche di controllo biologico.