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Le trasformazioni causate dalla Prima Guerra Mondiale nella società europea
Dalla guerra esce un'Europa stravolta. Nasce una nuova cartina politica: cadono tre imperi europei (russo, austro-ungarico ed ottomano); nascono otto nuovi stati (Jugoslavia, Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania); l'Austria si riduce ad un piccolo stato e, nel 1921, nasce l'EIRE. I nuovi stati nascono dall'assemblamento di etnie e culture diverse. Alcuni di essi sono stato-cuscinetto tra Russia e Germania. C'è, quindi, desiderio di rivincita all'interno delle nazioni sconfitte. L'Italia non ha ottenuto tutto ciò che le era stato promesso con il Patto di Londra, stipulato in segreto con Francia ed Inghilterra, poiché non le viene data la Dalmazia che entra a far parte dello stato jugoslavo. Nasce, quindi, l'idea di vittoria mutilata.
La guerra ha anche effetti economici. Gli stati europei, infatti, hanno un...
grande debito pubblico che comporta un'enorme inflazione, con conseguente aumento delle tasse e del debito internazionale. Inoltre i paesi europei devono convertire l'industria da apparato bellico ad uno di pace senza l'intervento diretto dello stato. In più gli stati europei devono fronteggiare anche il mutamento radicale dei mercati internazionali. Infatti acquistano più importanza Stati Uniti e Giappone, mentre Argentina, Canada, Sud Africa ed Australia allentano la loro dipendenza dall'Europa perché hanno sviluppato, durante la guerra, un apparato industriale. C'è, quindi, una fase di riassetto dei flussi commerciali. La Prima Guerra Mondiale segna anche il declino economico mondiale dell'Inghilterra a favore degli Stati Uniti, che diventano creditori dei paesi europei, anche della stessa Inghilterra. Gli Stati Uniti, però, non hanno ancora un'egemonia politica in Europa. La Prima Guerra Mondiale, quindi, segna undeclino delle vecchie potenze europee e l'emergere di un nuovo bipolarismo capitalistico-comunista (Stati Uniti-Russia).
In ambito sociale, oltre all'aumento dell'importanza del ruolo della donna, ci sono trasformazioni nella mentalità collettiva. Einaudi, infatti, afferma che nelle trincee i contadini hanno imparato cos'è lo stato. Lo hanno visto, cioè, come una realtà concreta fatta di uomini e scelte. Inoltre il contadino meridionale è venuto a contatto con gente del Nord: ha sperimentato, quindi, l'organizzazione, la forma che ne deriva e la violenza organizzata. In più ha maturato anche la consapevolezza dei suoi diritti.
In ambito politico, la guerra segna, in tutta Europa, un definitivo ingresso delle masse nella politica. Salgono a dismisura le iscrizioni a sindacati e partiti. Contemporaneamente, c'è una militarizzazione della politica, poiché i sindacati sono considerati una milizia. Questo
implica l'uso della violenza anche all'interno della politica stessa. Nasce, quindi, il biennio rosso (1919-20), che ha le sue forme più forti in Germania, Austria, Ungheria e Italia. Il biennio rosso è una fase di alta conflittualità sociale, caratterizzato da una forte radicalità. Attraverso queste lotte, si mira ad un miglioramento economico e sociale.