
Approdata in Italia già da mesi, l’applicazione per smartphone Snapchat sta spopolando tra i giovanissimi, diventando nel giro di poco tempo una delle maggiormente utilizzate. E non potrebbe essere diversamente trovandoci nell’era della comunicazione istantanea tramite sms e immagini che tutti i giorni si affollano frenetici sui telefonini.
Se a questo sommiamo la moda specifica del sexting, particolarmente diffusa tra i ragazzi, allora capiamo ancor meglio il successo di questa App, un’applicazione da 150 milioni di foto al giorno.UN’APP CHE PRESERVA LA PRIVACY? - Snapchat non è un’applicazione come tante. La sua peculiarità consiste nel fatto che, oltre a consentire di inviare foto e immagini in tempo reale, permette anche di autodistruggerle prima che il destinatario se ne possa impossessare. Questo grazie ad un timer integrato nell’applicazione tramite cui il mittente può decidere per quanto tempo (da 1 a 10 secondi) l’immagine inviata potrà essere visualizzata dal destinatario. Così nel giro di pochi secondi la foto si autodistrugge, tutelando così la privacy dei contenuti spediti. Insomma, proprio questa caratteristica lascia intendere per quale ragione tale App sia utilizzata soprattutto ai fini del sexting, vale a dire l’abitudine di inviare messaggi dai contenuti sessuali. Infatti, grazie all’autodistruzione, si corre meno il pericolo che le proprie foto possano finire in rete senza autorizzazione.
FOTO SALVATE - Tuttavia non mancano anche in questo caso i pericoli inerenti l’invio di foto legate alla propria privacy. Infatti Snapchat non può impedire al destinatario di effettuare uno screenshot dell’immagine, ma tutt’al più segnalarlo al mittente tramite una notifica. Inoltre bisogna considerare che i messaggi e le immagini se da un lato vengono automaticamente distrutte dall'App, dall’altro, come è stato rilevato da Decipher Forensics, vengono per prima cosa salvate sul terminale in una directory, cosa che permette di recuperare il tutto con semplicità a chi ha dimestichezza nel settore. Anonimato e privacy non sono insomma così tanto tutelati come pubblicizzato dagli inventori di questa applicazione.
ACCUSE DI PORNOGRAFIA MINORILE - In realtà bisogna fare sempre attenzione perchè quello che potrebbe sembrare un gioco tra coetanei può sfociare in accuse per pornografia minorile. E’ accaduto in America dove la creazione, il possesso e la trasmissione di immagini osé sono considerati reato. In una scuola superiore, due studentesse hanno visto le proprie immagini, condivise precedentemente sulla App, improvvisamente catapultate su Instagram. E’ scattata così immediatamente l’indagine della polizia. Ora si è deciso di concedere un periodo di amnistia agli studenti colpevoli di possedere quelle immagini. Ma ad ogni modo basta salvare sul proprio telefonino immagini di proprie compagne nude per essere accusati ed incolpati di pornografia minorile. In Italia la situazione non è diversa. E già nel 2012 si sono verificati casi che hanno chiesto l’intervento della polizia postale.
Margherita Paolini