
La Befana, amatissima da grandi e piccini, è un personaggio che collega in sé tantissime tradizioni: da quelle stregonesche medievali, a quelle antichissime legate al ciclo della natura e le stagioni, fino a quelle, non ultime, della tradizione cristiana che la lega alla visita dei re Magi e ai loro doni.
Infatti, il termine stesso di "Befana" deriva dal greco "Epifania", che vuol dire "apparizione". A proposito di apparizione, come descrivere la gioia di vedere appesa al caminetto una calza piena di dolci, magari appena svegli? E se siete stati troppo buoni e non avete neanche un po' di carbone dolce per punizione delle vostre malefatte, ecco la ricetta per farvelo da soli e, perché no, regalarne un poco anche a mamma e papà.
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La Befana e i Re Magi
E' solo dal III secolo che, con "Epifania", dal termine greco che significa "manifestazione”, “apparizione”, “presenza divina”, si indicano le manifestazioni divine di Gesù: l’adorazione da parte dei Re Magi, il battesimo ed il primo miracolo avvenuto a Cana. Oggi la tradizione riferisce la festività soprattutto alla visita dei Re Magi con i doni al bambinello, cioè la sua prima "apparizione" pubblica. Ma cosa c'entra con questo la vecchina che noi chiamiamo Befana? Semplice, "Befana" è storpiatura popolare del termine "Epifania", e nella tarda tradizione cristiana impersona una vecchina a cui i Magi chiesero indicazioni per Betlemme. Quando le chiesero di andare con loro, lei rifiutò, ma poi si pentì e decise di raggiungerli. Non riuscendo a trovarli, bussò ad ogni porta lasciando un dono ai bimbi di casa, sperando alla fine di trovare Gesù bambino.
Antiche tradizioni popolari
La dodicesima notte dopo il solstizio di inverno veniva celebrata, già in precedenza, attraverso riti pagani legati alla natura invernale ormai "vecchia", che però porta ancora in dono i golosi frutti della stagione. Ma anche il passaggio dal vecchio al nuovo anno, quando il vecchio brucia (facendo il carbone) e rinasce sotto nuove e giovani spoglie è tema tipico della notte tra il 5 e il 6 gennaio. I roghi dei fantocci di vecchia, infatti, sono ancora tradizionali in molte piazze italiane. Nella Roma antica, si credeva che Diana, a capo di una schiera di spiriti, volasse sui campi come buon auspicio per i futuri raccolti. In epoca medievale, questa credenza venne demonizzata, ed ecco che la Befana cominciò ad assumere la sua natura ambigua e stregonesca, che si collega a meraviglia con la tradizione del volo sulla scopa, del fuoco e del derivante carbone. Tantissime città, ancora oggi, celebrano la Befana attraverso manifestazioni dal sapore folkloristico.
La ricetta del carbone dolce
Ma tutti aspettano la Befana soprattutto per il dolce caratteristico, il carbone: è difficilissimo da reperire in altri momenti dell'anno, ma noi di Skuola.net vogliamo istruirvi su come diventare, anche voi, un po' delle vecchie befane. Procuratevi 250 grammi di zucchero, 50 ml di acqua, 50 grammi di zucchero a velo, 2 cucchiai di albume d'uovo e 1 cucchiaino estratto di vaniglia. Per dare un tocco creativo, divertitevi a colorare il vostro carbone con diversi coloranti per alimenti. A questo punto, preparate una teglia, piccola e rettangolare, e rivestitela con con un foglio di alluminio. Poi unite lo zucchero all’acqua in un pentolino su fuoco medio e fatelo sciogliere. Nel frattempo mescolate lo zucchero a velo con l’albume, la vaniglia e qualche goccia di colorante del colore che volete (nero, se siete tradizionalisti): avrete creato una glassa colorata. Non appena lo sciroppo raggiunge la temperatura di 130 gradi toglietelo dal fuoco, aggiungete un paio di gocce di colorante e unite subito la glassa. Il composto a questo punto si gonfierà: mescolate il meno possibile per non perdere volume, versate subito nella teglia foderata e lasciatelo raffreddare. Il vostro carbone dolce è pronto!Carla Ardizzone