Concetti Chiave
- Il Cantico delle Creature di San Francesco d'Assisi, scritto nel volgare umbro intorno al 1224, è una delle opere più antiche della letteratura italiana.
- Interpretazioni tradizionali vedono il Cantico come lodi al Signore per la bellezza della creazione, mentre interpretazioni più recenti suggeriscono che le lodi siano da parte delle stesse creature.
- L'unità del componimento è percepita attraverso il suo sviluppo interiore, partendo dalle creature inanimate fino all'uomo e alla morte, che collega il terrestre all'eterno.
- Il Cantico rompe con la tradizionale visione medievale, accogliendo la creazione come immagine di Dio piuttosto che disprezzarla.
- Il linguaggio lento, il candore degli appellativi e l'elevatezza stilistica del Cantico creano una profonda commozione e suggestione verso gli elementi naturali.
Indice
Origine e interpretazioni del Cantico
Il cantico delle Creature di San Francesco, scritto da San Francesco d'Assisi in volgare umbro intorno al 1224, è tra le opere più antiche della letteratura italiana.
Secondo l'interpretazione tradizionale, il Santo innalza nel cantico le lodi al Signore per la bellezza della creazione (Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, cioè per la creazione della sorella luna, perché hai creato la luna); secondo una delle ultime interpretazioni il Santo si rivolge invece alle creature medesime, perché esse stesse intonino l'inno al creatore.
Il per, ripetuto sette volte, sarebbe allora equivalente al complemento d'agente: "lodato tu sia, o mio Signore, dalla sorella luna". Il creaturarum del titolo latino sarebbe quindi un genitivo soggettivo: lode da parte delle creature. Altri studiosi sostengono una diversa chiave di lettura: il per avrebbe un significato "mediano": "Lodato tu sia o mio Signore attraverso la sorella luna". Le lodi rivolte al sole, al fuoco, all'acqua sarebbero le lodi medesime di Dio, glorificato attraverso le dolci creature.
Significato e unità del componimento
Un altro interrogativo che si pone la critica è quello dell'unità del componimento, che a molti appare nettamente "rotto" in due parti, una di più intensa ispirazione, pervasa da una letizia e sensibilità una legata alle condizioni più ascetiche e dure dell'età medievale, più strutturale e drammatica.
Tuttavia sembra che l'unità spirituale del componimento sia resa proprio dal suo procedere interiore. Dapprima nel Cantico delle Creature, San Francesco intona l'inno al Signore per le creature inanimate, per le apparenze sensibili della creazione, non più disprezzate ed invilite come nel tradizionale atteggiamento della religiosità medievale, ma accolta come immagine di Dio; poi per l'uomo, capace di perdonare il male, di conquistare la pace e serenità dello spirito; infine per la morte, che dalla realtà terrena conduce a quelli eterna, e corona con il suo mistero, la creazione.
Secondo me l'unica ombra che permane nel cantico è la terza riga del versetto dedicato alla morte. Ma credo che fosse un riferimento inevitabile nella mentalità medievale di intendere il trapasso il disfacimento della carne.
Commozione e suggestione nel Cantico
In nessuna lirica gli elementi fisici della natura, il sole, l'acqua, i fiori, le stelle, sono avvertiti con una tale commozione con una tale fraternità dello spirito. Contribuiscono alla suggestione del Cantico il ritmo lento del linguaggio, il candore degli appellativi, l'elevatezza stilistica.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del Cantico delle Creature di San Francesco?
- Quali sono le diverse interpretazioni del Cantico?
- Come si manifesta l'unità del componimento nel Cantico?
- Quali elementi contribuiscono alla commozione e suggestione del Cantico?
Il Cantico delle Creature è stato scritto da San Francesco d'Assisi in volgare umbro intorno al 1224 ed è una delle opere più antiche della letteratura italiana.
Tradizionalmente, il Cantico è visto come lodi al Signore per la creazione, ma alcune interpretazioni recenti suggeriscono che San Francesco si rivolga alle creature stesse affinché lodino il creatore, con il "per" che assume un significato di complemento d'agente o mediano.
L'unità spirituale del Cantico si manifesta attraverso un percorso interiore che inizia con lodi alle creature inanimate, passa per l'uomo e la sua capacità di perdonare, e culmina con la morte, vista come passaggio alla vita eterna.
La commozione e suggestione del Cantico derivano dalla fraternità con gli elementi naturali, il ritmo lento del linguaggio, il candore degli appellativi e l'elevatezza stilistica.