
Dopo cinque anni di assenza, dovuti alla Brexit, il Regno Unito tornerà a far parte del programma Erasmus+.
L’accordo tra Londra e l’Unione Europea prevede il rientro ufficiale a partire dal 2027, con un contributo di 570 milioni di sterline da parte del governo britannico.
Gli studenti del resto d'Europa, dunque, potranno riprendere a viaggiare Oltremanica per periodi di studio e formazione. Così come i giovani britannici potranno riprendere a fare i loro viaggi-studio nel Vecchio Continente.
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Cosa c’è alla base dell’accordo
L’intesa è stata raggiunta dal governo guidato da Keir Starmer e dall’Unione Europea e consentirà agli studenti del Regno Unito di rientrare nel popolare programma di scambio studentesco europeo.
Secondo le stime ufficiali, nel primo anno oltre 100.000 persone nel Regno Unito potrebbero beneficiare del programma. Un numero significativo, che riporta Londra all’interno di uno schema di mobilità che ogni anno coinvolge centinaia di migliaia di studenti europei.
Un segnale politico dopo la Brexit?
Il rientro nell’Erasmus+ viene letto come un segnale politico nel contesto dei rapporti post-Brexit. Il primo ministro Starmer ha più volte dichiarato l’intenzione di rafforzare i legami con l’Unione Europea e già lo scorso maggio aveva parlato di una “nuova era” nelle relazioni, in occasione dell’accordo sul ripristino di alcune cooperazioni commerciali e di difesa.
Il negoziato sull’Erasmus rappresentava da tempo una richiesta chiave da parte dell’Ue per rafforzare i legami tra le due sponde della Manica. Parallelamente, le parti hanno concordato anche l’avvio di negoziati sull’integrazione del mercato elettrico e fissato una scadenza per finalizzare un accordo commerciale su alimenti e bevande e sul collegamento dei mercati del carbonio.
L’uscita dal programma e il nodo dei costi
Il Regno Unito aveva lasciato Erasmus+ nel 2021, dopo la Brexit, per una questione di costi. Il governo conservatore di Boris Johnson aveva giudicato il programma economicamente svantaggioso.
In sostituzione, era stato creato il Programma Turing, uno schema autonomo di scambi internazionali che, secondo molti osservatori, non ha mai realmente raggiunto l’impatto del programma europeo e il cui futuro ora appare incerto.
Una vittoria importante
L’adesione formale scatterà da gennaio 2027 e avverrà come “paese terzo”, una categoria che comprende anche Stati non membri dell’Ue come Norvegia e Turchia.
A margine dell’annuncio, il ministro per i rapporti con l’Unione Europea Nick Thomas-Symonds ha dichiarato: “L’adesione all’Erasmus+ rappresenta una vittoria importante per i nostri giovani ed elimina gli ostacoli frapposti all’allargamento dei loro orizzonti, affinché ciascuno, quale che sia la sua estrazione, abbia la possibilità di studiare e formarsi all’estero”.
La notizia è stata accolta con entusiasmo dall’Unione degli studenti universitari britannici e da diversi esponenti politici europeisti.