
Trascorrere un trimestre, sei mesi o tutto l’anno accademico in un’università straniera è un’occasione imperdibile per gli studenti universitari. I dati della Commissione Europea, infatti, lo dimostrano: sono 270mila i ragazzi di tutta Europa che, nel 2012/2013, hanno scelto questo percorso.
A volte, però, la paura di perdere tempo, di non riuscire a sopportare la distanza da casa, di trovarsi in difficoltà con una lingua straniera e via dicendo, possono bloccare e, inevitabilmente, far perdere il treno. Conoscere numeri e dati del programma Erasmus può essere un incentivo, ma poter toccare con mano emozioni, testimonianze e successi di chi, prima di noi, ha colto l’occasione al volo, è sicuramente un più convincente “provare per credere”. Ecco, allora, le storie di chi, anche grazie all’Erasmus, “ce l’ha fatta”.ORGOGLIO ITALIANO – Sono stati circa 26mila i ragazzi italiani che, tra il 2012 e il 2013, hanno beneficiato dei contributi europei per godersi un’esperienza di studio e formazione lontano da casa. Ma il programma Erasmus ha alle spalle 27 anni di storia e di storie, come quelle di Andrea Sironi, Cristina Giachi e Francesco Cappé, ad esempio. Il professor Sironi è oggi rettore dell’università Bocconi, a Milano, ed ha studiato e lavorato in grandi città e contesti finanziari come New York e Londra. Il suo Erasmus l’ha trascorso in Spagna, nel 1987: “quest’esperienza mi ha permesso di capire il valore dello studio e del lavoro in un contesto internazionale”, racconta. “Il mio consiglio per gli studenti che vogliano intraprendere quest’avventura è di non focalizzarsi solo sull’aspetto accademico, ma di approfittare appieno di questa opportunità, in ogni aspetto”. Cristina Giachi, invece, oggi è assessore all' Educazione, Fondi Europei, Università, Ricerca, Politiche Giovanili e Pari Opportunità nel comune di Firenze e per lei l’anno in Austria ha significato “allargare i miei orizzonti”. L’Erasmus spagnolo di Francesco Cappé l’ha aiutato a diventare ciò che è oggi, funzionario delle Nazioni Unite e co-fondatore di “garagErasmus”, la prima Fondazione europea che mira a mettere in rete oltre 3 milioni di ex Erasmus. “Once Erasmus, forever Erasmus!”, dal 1995 fino ad oggi.
ERASMUS ARTISTICO – Ad avere successo nel mondo del lavoro grazie alla formazione ottenuta all’estero non soltanto assessori, esperti finanziari o diplomatici. Sono tante, infatti, le storie di chi ha sviluppato e inseguito le proprie passioni tecniche ed artistiche, arrivando dove si era prefissato. Oliver Stotz, ad esempio, è un designer tedesco di fama mondiale: “studiare in un altro Paese è il primo passo per lavorare nel mondo del design” ha spiegato, “perché imparare a capire altre culture è un imperativo per i designer di oggi e del domani”. E lo pensa anche Ákos Károly Bagó, vincitore dell’ Hungarian Design Special Award nel 2008. L’ungherese Attila Beres, invece, oggi è architetto, soprattutto grazie al suo Erasmus in Finlandia. “Seguire un corso di Architettura moderna nordica è stata l’esperienza più eccitante e sorprendente di tutta la mia vita è la rampa di lancio per la mia carriera”.
GIOVANI TALENTI – Il successo lavorativo si conquista col tempo, ma vivere un Erasmus accelera sicuramente la scoperta dei propri talenti e delle proprie capacità. Lo testimonia il trentenne irlandese Barry Lysaght, oggi avvocato e dipendente della FIFA, dopo un anno in Danimarca nel 2005. O Jan Philipp Albrecht, classe 1982, membro del Parlamento Europeo proprio grazie all’Erasmus in Belgio nel 2005, che ha “influenzato le mie scelte di vita. Una volta ho detto a un compagno: se vado a Bruxelles divento membro del Parlamento Europeo. Di certo non immaginavo che succedesse così presto!”. Mihovil Španja, invece, è un giovane campione paraolimpico croato approdato in Germania nel 2013 e Anna Geary una giocatrice del Cork Senior Camogie Team irlandese: Erasmus sportivi inaspettati.
Francesca Fortini