Versione originale in latino
Libenter ex his, qui a te veniunt, cognomi familiariter te cum servis tuis vivere: hoc prudentiam tuam, hoc eruditionem decet. “ Servi sunt “. Immo nomine. “ Servi sunt”. Immo contubernales. “ Servi sunt”. Immo humiles amici. “ Servi sunt”. Immo conservi, si cogitaveris utrosque expositos esse fortunae. Itaque stulti mihi videntur qui turpe existimant cum servo suo cenare. At infelicibus servis ne movere labra quidem licet ut loquantur. Murmur omne virga compescitur, et ne fortuiti quidem soni verberibus excepti sunt, tussis, sternumenta, singultus: si forte ulla voce silentium interpellant, tota nocte ieiunti mutique perstare iubentur. Deinde eadem adrogantia fertur proverbium illud, totidem hostes esse quot servos: non enim illi hostes sunt sed a nobis creantur, cum illis abitimur non tamquam ho minibus, sed tamquam iumentis. Cum ad cenandum discubuimus, alius sputa detergere iubetur, alius reliquias temulentorum colligere; alius preziosa aves scindit, infelix, qui huic uni rei vivit, ut altilia decenter secet; alius vini minister in muliebrem modum ornatus, cum aetate lutatura, ut iuvenis in aeternum vedeatur.
Traduzione all'italiano
Ho appreso piacevolmente da questi, che vennero da te, che tratti familiarmente gli schiavi: ciò si addice alla tua saggezza ed alla tua cultura. “ Sono servi “. Invece sono uomini. “ Sono servi “. Invece sono compagni. “ Sono servi “. Invece sono umili amici. “ Sono servi “. Invece sono compagni di schiavitù, se pensi che siete entrambi in balia della fortuna. Dunque mi sembrano stupidi quelli che ritengo vergognoso cenare con un loro servo. Invece ai servi infelice non è neppure lecito muovere le labbra per parlare. Ogni brusio è contenuto con un colpo di frusta e sicuramente anche i suoni accidentali sono allontanati con colpi di frusta, la tosse, gli starnuti e i singhiozzi: se interrompono il silenzio fortemente, è ordinato che rimangano tutta la notte a digiuno e muti. In seguito con la medesima presunzione si racconta quel famoso proverbio, che esistono tanti nemici quanti servi: quelli infatti non sono nemici ma sono creati da noi, poiché gli sfruttiamo non tanto come uomini, ma come bestie da soma. Quando ci sediamo a cenare, è ordinato ad uno di pulire gli sputi, ad un altro di radunare le restanti persone ubriache; un altro ancora uccide i preziosi uccelli, infelice, perché vivere solo per quella cosa, affinché uccida decentemente i volatili; un altro, il servo del vino, adornato come una donna, poiché si deve opporre all’età che avanza, sembra che debba essere giovane per sempre.