Versione originale in latino
Alexandro in tabernaculum relato, medici lignum sagittae infixae corpori abscidunt, ita ne spiculum moveretur. Corpore deinde nudato, animadvertunt hamos inesse telo nec aliter id posse extrahi, nisi vulnus augendo. Ceterum medici verebantur ne effluvium sanguinis efficerent secantes, quippe cum ingens telum in viscera penetravisset. Critobulus, inter medicos artis eximiae, sed territus in tanto periculo, metuebat ne infelix exitus sectionis in eius caput recideret. Lacrimantem eum ac metuentem et sollicitudine propemodum exanguem rex conspexerat: «Quid expectas? inquit Cur quamprimum hoc dolore me saltem moriturum non liberas? An times, ne reus sis, cum insanabile vulnus acceperim?» Tum Critobulus tandem, vel finito vel dissimulato metu, regem hortabatur ut se continendum praeberet dum spiculum evelleret. Rex, cum adfirmasset nihil opus esse iis qui semet continerent, sine motu praebuit corpus. Igitur patefacto latius vulnere et spiculo evulso, ingens vis sanguinis manare coepit et rex animo linquitur. Cumque profluvium medicamentis frustra inhiberent, oritur clamor et ploratus amicorum regem expirasse credentium. Tandem constitit sanguis paulatimque rex animum recepit et circumstantes coepit agnoscere.
Traduzione all'italiano
Ricondotto Alessandro nell'accampamento, i medici spezzano il legno della freccia entrata nella sua carne, affinché non si muovesse la punta. Perciò spogliato il corpo, capiscono che nella freccia erano presenti degli ami e che non si era in grado di rimuoverla in maniera diversa se non espandendo la ferita. Dall'altra parte i medici avevano paura che lacerando, provocassero un'emorragia, siccome una enorme scheggia era entrata fino agli organi. Critobulo, di enorme abilità tra i medici, ma timoroso in un pericolo così grande, aveva paura che un risultato negativo dell'intervento si rivolgesse contro la sua vita. Il re l'aveva trovato in lacrime e abbondante di paura e quasi cadaverico per l'angoscia: "Che cosa attendi?" domandò "Perché non mi svincoli il prima possibile da codesto male, se sono rivolto a morire? Forse hai timore di essere incriminato tu siccome ho subito una ferita inguaribile?" Così Critobulo infine, o perché avesse finito la sua paura o che l'avesse nascosta, incitò il re a lasciarsi tenere immobile quando gli rimuoveva il ferro. Il re, avendo affermato che non aveva per niente bisogno di chi lo mantenesse immobile, lasciò il corpo fermo. E allora espansa la ferita e rimossa la punta, iniziò a uscire un enorme getto di sangue e il re perse i sensi. E visto che cercavano invano con le cure di bloccare l'emorragia, si alzarono urla e gemiti dagli amici, che pensavano che il re fosse deceduto. Infine il sangue si arrestò e piano piano Alessandro si rialzò e iniziò a identificare chi si trovava intorno.