dede16_11
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Versione originale in latino


Illae fabellae, quae, etiamsi originem non in Aesopo acceperunt (nam videtur earum primus auctor Aesiodus fuisse), nomine tamen Aesopi maxime celebrantur, ducere animos solent praecipue rusticorum et imperitorum, qui et simplicius quae ficta sunt audiunt, et, capti voluptate, facile iis quibus delectantur consentiunt. Liquide et Menenius Agrippa plebem cum patribus in gratiam traditur reduxisse nota illa de membris humani corporis ad versus ventrem discordantibus fabula.
Et Horatius ne in poemate quidem umile generis huius usum putavit in illis versibus: “Quod dixit volpe aegroto cauta leoni”. Proximas fabulis vires habet similitudo. Ut, si animum dicas excolendum esse, similitudine utaris terrae, quae neglecta spinas ac dumos, culta fruttus creat: aut, si ad curam rei publicae horteris, ostendas apes formicasque, non modo muta sed etiam parva animalia, in commune tamen laborare. Ex hoc genere dictum illud est Ciceronis: “Ut corpora nostra sine mente, ita civica sine lege suis partibus uti non potest”.

Traduzione all'italiano


Quelle famose favole, che, pur non avendo avuto inizio con Esopo (sembra infatti che l’iniziatore sia stato Esiodo), tuttavia sono conosciute per lo più sotto il nome di Esopo, fanno di norma grande impressione sull’animo dei non acculturati e dei non smaliziati, che ascoltano con maggior ingenuità i racconti di fantasia e, presi dal piacere, si lasciano trascinare da ciò da cui sono dilettati. Tant’è vero che, si narra, Menenio Agrippa ottenne la riconciliazione tra plebe e senato proprio con la famosa favola delle membra del corpo umano in discordia con il ventre. E Orazio non reputò troppo dimesso l’uso di questo genere neppure in poesia con quei versi: “Cosa che l’astuta volpe disse al leone malato”. Efficacia assai simile a quella delle favole ha la similitudine. Esempio: se vuoi dire che il carattere va coltivato, usa la similitudine della terra, che trascurata produce spine e rovi, coltivata produce frutti; oppure, se vuoi esortare ad aver cura della cosa pubblica, fa vedere come le formiche e le api, benché animali non solo privi di voce ma anche piccoli, tuttavia fatichino per l’interesse della comunità. A questo genere appartiene anche il famoso detto di Cicerone: “Come il nostro corpo non può far funzionare le sue membra senza la mente, così la comunità non può far funzionare le sue parti senza la legge”.

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