Versione originale in latino
Provecta nox erat et Neroni per vinolentiam trahebatur, cum ingreditur Paris, solitus alioquin id temporis luxus principis intendere, sed tunc compositus ad maestitiam, expositoque indicii ordine, ita audientem exterret, ut non tantum matrem Plautumque interficere, sed Burrum etiam demovere praefectura destinaret, tamquam Agrippinae gratia provectum et vicem reddentem. Fabius Rusticus auctor est scriptos esse ad Caecinam Tuscum codicillos, mandata ei praetoriarum cohortium cura, sed ope Senecae dignationem Burro retentam. Plinius et Cluvius nihil dubitatum de fide praefecti referunt. Sane Fabius inclinat ad laudes Senecae, cuius amicitia floruit. Nos, consensum auctorum secuturi, si qui diversa prodiderint, sub nominibus ipsorum trademus. Nero, trepidus et interficiendae matris avidus, non prius differri potuit, quam Burrus necem eius promitteret, si facinoris coargueretur: sed cuicumque, nedum parenti, defensionem tribuendam; nec accusatores adesse, sed vocem unius ex inimica domo adferri: reputaret tenebras et vigilatam convivio noctem omniaque temeritati et inscitiae propiora.
Traduzione all'italiano
La notte era inoltrata e veniva passata da Nerone tra gli ubriachi, quando entra Paride, consueto altre volte in quel momento a dirigere la sregolatezza del principe, ma allora composto a tristezza, e mostra i particolari ordinati della denuncia, sbigottisce talmente il suo uditore che prefissò non solo di assassinare la madre e Plauto, ma pure di levare Burro dal comando, come se fosse salito per la cortesia di Agrippina e le restituisse il favore. Fabio Rustico trasmette che furono stilate delle missive a Cecina Tusco, essendo stata delegata a lui la cura delle coorti pretorie, ma che la carica onorifica fu tutelata a Burro per l'intromissione di Seneca. Plinio e Cluvio dicono che non si dubitò per nulla della fedeltà del prefetto. Certo Fabio è spinto all’elogio di Seneca, per l'amicizia del quale poté sbocciare. Noi, volendo seguire il consenso degli autori, se alcuni hanno tramandato fatti diversi, ripeteremo sotto i nomi degli stessi. Nerone, agitato e desideroso di assassinare la madre, non poté essere fermato prima che Burro gli garantisse l'uccisione di lei, se fosse stata riconosciuta responsabile dell’uccisione: ma a chiunque, tanto più ad una madre, bisognava concedere la difesa: né erano presenti gli accusatori, ma riportava la voce di uno solo da una casa ostile: che considerasse che le tenebre e la notte vegliata in un banchetto e tutte le condizioni erano troppo vicine alla sconsideratezza e all'ignoranza.