Versione originale in latino
Si volumus aequi rerum omnium iudices esse, hoc primum nobis persuadeamus, neminem nostrum esse sine culpa; hinc enim maxima indignatio oritur: "Nihil peccavi" et "Nihil feci". Immo nihil fateris. Indignamur aliqua admonitione aut coercitione nos castigatos, cum ilio ipso tempore peccemus, quod adicimus malefactis adrogantiam et contumaciam. Quis est iste qui se profitetur omnibus legibus innocentem? Ut hoc ita sit, quam angusta innocentia est ad legem bonum esse! Quanto latius officiorum patet quam iuris regula! Quam multa pietas, humanitas, liberalitas, iustitia, fides exigunt, quae omnia extra publicas tabulas sunti Sed ne ad illam quidem artissimam innocentiae formulam praestare nos possumus: alia fecimus, alia cogita vimus, alia optavimus, aliis favimus; in quibusdam innocentes sumus, quia non successit.
Traduzione all'italiano
Se vogliamo giudicare in maniera equa tutto quanto ci riguarda, convinciamoci prima di tutto di questo, che nessuno di noi è senza colpa; infatti il maggior motivo per sdegnarsi scaturisce da affermazioni del tipo non ho commesso colpe oppure non ho fatto niente. È che non vuoi ammettere niente! Ci sdegniamo di essere rimproverati o puniti, mentre è proprio lì che commettiamo una colpa, nel fatto che ai nostri errori aggiungiamo arroganza e orgoglio. Chi è costui che dichiara di essere innocente di fronte a qualsiasi legge? Ammesso pure che le cose stiano così, quanto è ristretta l’innocenza che consiste nel comportarsi bene di fronte alla legge! Quanto è più esteso il campo dei doveri di quello del diritto! Quanti comportamenti sono richiesti dal rispetto dei valori, dall’umanità, dalla generosità, dalla giustizia, dalla lealtà, comportamenti che esulano tutti dai testi della legislazione pubblica! Ma noi non possiamo neppure rimanere ligi a quella ristrettissima forma di innocenza. Certe cose le abbiamo fatte, altre le abbiamo pensate, altre ancora desiderate, altre appoggiate: in altre poi siamo innocenti perché non ci sono riuscite.