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Traduzione della versione "Catone il Censore", tratta, con sostanziali modifiche, da un testo di Cornelio Nepote

Versione originale in latino


Multum rei publicae profuit domi bellique M. Porcius Cato. Huic homini in omnibus rebus acre ingenium singularisque industria ac diligentia inerant: nam et agricola sollers et peritus iuris consultus et magnus imperator et probabilis orator et cupidissimus litterarum fuit. Adulescens bello Punico secundo, proelio apud Senam, quo cecidit Hasdrubal, frater Hannibalis, interfuit.

Traduzione all'italiano


Marco Porcio Catone fu molto utile allo Stato in pace e in guerra. L’ingegno vigoroso e la singolare operosità e la diligenza appartenevano a quest’uomo in tutte le cose: infatti sia fu un abile contadino sia fu conoscitore esperto del diritto, sia fu un grande comandante, sia fu un piacevole oratore, sia fu amantissimo degli studi letterari. Da giovane durante la seconda guerra punica, partecipò alla battaglia presso Senna, in cui Asdrubale, fratello di Annibale, fu ucciso. In questa battaglia il suo aiuto fu apprezzato molto. In qualità di console riportò il trionfo dalla Spagna. Publio Cornelio Scipione l’Africano, che aveva la supremazia nella cittadinanza, desiderò di scacciarlo via dalla provincia e succedegli egli stesso, ma non poté ottenere ciò con il Senato, poichè allora lo Stato era diretto non dalla potenza ma dal diritto. L’asprezza dell’animo di Catone e l’integrità d’animo furono massimamente lodate. Eletto censore con L. Valerio Flacco- aveva esercitato il consolato con il medesimo- resse quella carica con serietà: infatti riprese i costumi corrotti dei suoi concittadini, ostacolò il lusso e il dispendio. Sino alla vecchiaia non rinunziò a generare inimicizie per lo Stato; chiamato in giudizio da molti, fu sempre assolto da ogni accusa. Risulta certo he inoltre compose discorsi fin dalla giovinezza, che da vecchio scrisse libri di storia, che sono chiamati le Origini: in questi narrò le imprese del popolo Romano, non nominò i condottieri delle guerre.

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