Fabrizio Del Dongo
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Versione originale in latino


Cum regnaret rex Evander, Hercules rapuit in Hiberia Gerionis armentum et cum illo in Latium pervenit.
Ibi, in ipsis locis circum Tiberim sedem suam constituit, ut ex longo itinere se recrearet et comites suos. Illo tempore Latium vastabat latro Cacus, Vulcani filius, ingentis corporis et magnarum virium homo: iste Latinorum agros infestabat et armenta eorum rapiebat, in antro Aventini montis domicilium habebat et illuc suam praedam adducebat.
Cum mirum armentum Herculis adfectaret, noctu, dum dominus dormit, boves eius subduxit et, ne vestigiis furtum deprehenderut, caudis in antrum suum iuvencas pertraxit.
Hercules autem, dum per ea loca errat ut armentum quaereret, mugitus earum audivit et sic fraudem ipsam latronis cognovit.
Tunc in speluncam venit et latronem illum clava sua necavit. Cum ita Latinorum ragionem Hercules tanto malo liberavisset, rex Evender ei aram consecravit.

Traduzione all'italiano


Durante il regno del re Evandro, in Iberia Ercole rapì la mandria di Gerione e con essa giunse fino nel Lazio.
Qui, negli stessi luoghi in prossimità del Tevere, insieme ai suoi compagni, si fermò, in modo da potersi riposare dopo il lungo viaggio. In quel tempo, il brigante Caco, figlio di Vulcano, uomo dall’enorme corpo e di grande forza, era solito depredare il Lazio: egli saccheggiava i campi dei Latini e rubava i loro armenti, abitava nella caverna del monte Aventino ed è qui che nascondeva le sue prede.
Avendo visto la bellissima mandria di Ercole, di notte, mentre il padrone dormiva, gli portò via i buoi e affinché non fossero scoperte le tracce del furto, con violenza condusse [tirandole] per la coda nella sua caverna le giovenche
Mentre errava per quei luoghi alla ricerca della mandria, Ercole sentì i muggiti e così riconobbe quello che il brigante gli aveva rubato. Allora entrò nella grotta e con la sua clava uccise il ladro. Poiché Ercole aveva liberato la regione del Lazio da tanto male, il re Evandro gli consacrò un altare.

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