Fabrizio Del Dongo
(67441 punti)
2' di lettura
3 / 5 (1)

Versione originale in latino


Augustus victoria Actiaca revertebatur. Occurrit ei inter gratulantes corvum tenens, quem instituerat haec dicere: "Ave Caesar, victor, imperator". Miratur Caesar officiosam avem et viginti milibus nummorum emit. Exemplum sutorem pauperem sollicitavit ut corvum institueret ad parem salutationem, qui, impendio exhaustus, saepe ad avem non respondentem dicere solebat: "Opera et impensa periit". Aliquando, tamen, corvus coepit dicere dictatam salutationem.
Itaque, cum quodam die Augustus transiretet eam salutationem audivisset, respondit: "Satis talium salutatorum domi habeo". Tum corvo superfuit memoria verborum et illa verba, quibus dominus queri solebat, addidit: "Opera et impensa periit". Ad quod Caesar risit emique avem iussit plurimo.
Da Macrobio

Traduzione all'italiano


Augusto era reduce dalla vittoria di Azio. Fra coloro che lo festeggiavano, gli venne incontro un tale che teneva un corvo, che aveva ammaestrato a dire queste parole: “Salve Cesare, vincitore, comandante”. Cesare Augusto si meraviglia dell’uccello deferente e lo compra per ventimila sesterzi. L’esempio spinse un povero ciabattino ad insegnare ad un corvo lo stesso saluto; questi, esausto per lo sforzo, era solito dire all’uccello che non ne voleva sapere di rispondere: “Morì di fatica e di sacrifici [Fatica e sacrifici sprecati]”. Tuttavia, finalmente, il corvo cominciò a pronunciare il saluto (che gli era stato) detto ripetutamente. Perciò, quando un giorno, Augusto, passando di lì, udì quel saluto, rispose: “A casa ne ho abbastanza di simili persone che mi adulano”. Allora tornò alla mente del corvo il ricordo delle parole e aggiunse quelle parole con cui il padrone era solito lamentarsi: “Morì di fatica e di sacrifici.” Udendo ciò, Cesare rise ed ordinò di comprare l’uccello a caro prezzo.

Domande e risposte