Versione originale in latino
Eiusmodi igitur credo res Panaetium persecuturum fuisse, nisi aliqui casus aut occupatio eius consilium peremisset. Ad quas ipsas consultationes ex superioribus libris satis multa praecepta sunt, quibus perspici possit, quid sit propter turpitudinem fugiendum, quid sit, quod idcirco fugiendum non sit, quod omnino turpe non sit. Sed quoniam operi inchoato, prope tamen absoluto, tamquam fastigium imponimus, ut geometrae solent non omnia docere, sed postulare, ut quaedam sibi concedantur, quo facilius quae volunt, explicent, sic ego a te postulo, mi Cicero, ut mihi concedas si potes, nihil praeter id, quod honestum sit, propter se esse expetendum. Sin hoc non licet per Cratippum, at illud certe dabis, quod honestum sit, id esse maxime propter se expetendum. Mihi utrumvis satis est et tum hoc tum illud probabilius videtur nec praeterea quicquam probabile.
Traduzione all'italiano
Io credo, dunque, che Panezio avrebbe trattato simili questioni, se qualche evento o qualche occupazione non gli avessero impedito l'esecuzione di questo suo progetto. Per queste stesse questioni dai libri precedenti si deducono numerosi consigli, in base ai quali si può distinguere quale azione sia da evitare per la sua disonestà, e quale non si debba evitare proprio perché non è del tutto vergognosa. Ma poiché all'opera incominciata e quasi portata a termine sto per porre, per così dire, il tetto, come i geometri sono soliti non dimostrare ogni affermazione, ma chiedere che alcune siano loro concesse perché più facilmente possano spiegare il loro assunto, così io ti chiedo, o mio Cicerone, di concedermi, se lo puoi, questo, che non si deve desiderare niente di per se stesso tranne ciò che è onesto. Se invero ciò non ti è permesso, perché contrasta con le teorie di Cratippo, mi concederai sicuramente questo, che l'onesto si deve desiderare soprattutto per se stesso. A me basta o l'uno o l'altro; ed ora questo ora quello mi pare più probabile, ed inoltre non mi pare probabile alcun altro postulato.