Atreyu
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Testo latino e traduzione versione da Cicerone, Brutus, 313.

Versione originale in latino


Nunc quoniam totum me non naevo aliquo aut crepundiis sed corpore omni videris velle cognoscere, complectar nonnulla etiam quae fortasse videantur minus necessaria. erat eo tempore in nobis summa gracilitas et infirmitas corporis, procerum et tenue collum: qui habitus et quae figura non procul abesse putatur a vitae periculo, si accedit labor et laterum magna contentio. eoque magis hoc eos quibus eram carus commovebat, quod omnia sine remissione, sine varietate, vi summa vocis et totius corporis conte ntione dicebam.

Traduzione all'italiano


Ora, siccome è in base non a un qualche neo o a un sonaglio, ma - così mi sembra - all'intera mia persona, che tu vuoi renderti conto di chi io sia, aggiungerò delle notizie che potranno forse apparire superflue. Allora avevo una complessione quanto mai gracile e cagionevole, con un collo lungo e sottile; con questa costituzione e con quest'aspetto, si ritiene che uno non sia lontano dal correre serio pericolo di vita, se vi si aggiungono un'attività faticosa e un considerevole sforzo dei polmoni. La cosa tanto più preoccupava quelli cui ero caro, perché parlavo senza mai allentare il tono, senza varietà, sfruttando al massimo le mie risorse vocali, e sforzando tutto il corpo.

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