Versione originale in latino
itaque intellegens dicendi existumator non adsidens et adtente audiens sed uno aspectu et praeteriens de oratore saepe iudicat. videt oscitantem iudicem, loquentem cum altero, non numquam etiam circulantem, mittentem ad horas, quaesitorem ut dimittat rogantem: intellegit oratorem in ea causa non adesse qui possit animis iudicum admovere orationem tamquam fidibus manum. idem si praeteriens aspexerit erectos intuentis iudices, ut aut doceri de re idque etiam voltu probare videantur, aut ut avem cantu al iquo sic illos viderit oratione quasi suspensos teneri aut, id quod maxume opus est, misericordia odio motu animi aliquo perturbatos esse vehementius: ea si praeteriens, ut dixi, aspexerit, si nihil audiverit, tamen oratorem versari in illo iudicio et opus oratorium fieri aut perfectum iam esse profecto intelleget.
Traduzione all'italiano
Perciò un critico competente dell'eloquenza sa spesso giudicare di un oratore anche senza soffermarsi ad ascoltare con attenzione, ma con una sola occhiata gettata là di passaggio. Ve de il giudice che sbadiglia, che parla con un altro, che talora forma anche capannelli, che manda a chiedere l'ora, che prega il presidente di rinviare la seduta: comprende che in quel processo non vi è un oratore che sappia toccare col suo discorso - come la cetra con la mano - gli animi dei giudici. Se invece, passando, noterà che i giudici sono protesi a guardare, così da apparire lasciarsi in formare sui fatti e manifestare anche col volto la loro approvazione, o li vedrà quasi tenuti sospesi dal discorso come un uccello da un canto, oppure, e questa è la cosa essenziale, li vedrà in preda al più grande turbamento, per compassione, per avversione, o per qualche altro moto dell'animo; se passando, come ho detto, vedrà ciò, anche senza nulla ascoltare, tuttavia comprenderà senz'altro che in quel processo è di scena un vero oratore, e che si sta compiendo, o è già del tutto compiuta quella che è la vera opera di un oratore".