Versione originale in latino
Ecce altera quaestio, quomodo hominibus sit utendum. Quid agimus? Quae damus praecepta? Ut parcamus sanguini humano? Quantulum est ei non nocere cui debeas prodesse! Magna scilicet laus est si homo mansuetus homini est. Praecipiemus ut naufrago manum porrigat, erranti viam monstret, cum esuriente panem suum dividat? Quando omnia quae praestanda ac vitanda sunt, dicam? Cum possim breviter hanc illi formulam humani officii tradere: omne hoc quod vides, quo divina atque humana conclusa sunt, unum est: membra sumus corporis magni. Natura nos cognatos edidit cum ex isdem et in eadem gigneret. Haec nobis amorem indidit mutuum et sociabiles fecit. Illa aequum iustumque composuit, ex illius constitutione miseries est nocere quam laedi: ex illius imperio paratae sint iuvandis manus. Ille versus et in pectore et in ore sit:
Homo sum, humani nihil a me alienum puto.
Haec habeamus: in commune nati sumus; societas nostra lapidum fornicationi simillima est quae casura nisi invicem ostarent, hoc ipso sustinetur.
Traduzione all'italiano
Ecco un’altra questione, in che modo ci si debba relazionare con gli uomini. Cosa facciamo? Quali insegnamenti diamo (oppure: quali cose diamo come insegnamenti)? Che risparmiamo sangue umano? Quanto poca cosa è non nuocere a colui al quale si dovrebbe far bene! E’ senza dubbio un gran merito se un uomo è mite con un uomo. Insegneremo a porgere la mano al naufrago, o mostrare la via a colui che erra, a dividere il proprio pane con chi ha fame? Perchè dovrei dire tutto ciò che è da fare e da evitare? Potendo brevemente trasmettere a quello questa formula del dovere umano: tutto ciò che vedi, nel quale sono racchiuse le cose divine ed umane, è una cosa sola: siamo le membra di un grande corpo. La natura ci ha creati parenti, creandoci dalle medesime cose e per i medesimi fini. Questa ci ha infuso amore reciproco e ci ha reso socievoli.Quella stabilì l’equità e la giustizia, e sulla norma di quella è cosa più misera il nuocere che l’essere lesi: dal suo comando siano pronte le mani per coloro che si devono aiutare. Quel famoso verso (n.d.t verso di Terenzio) sia nel cuore e nella bocca:
Sono un uomo e niente di umano ritengo estraneo da me.
Queste cose teniamo presenti: siamo nati per la società; la nostra società è molto simile ad una volta di pietre, che cadrebbe se non se non si sorreggessero a vicenda, da ciò stesso è sostenuta.