Versione originale in latino
Ex Antonia maiore patrem Neronis procreavit omni parte vitae detestabilem, siquidem comes ad Orientem C. Caesaris iuvenis, occiso liberto suo, quod potare quantum iubebatur recusaret, dimissus e cohorte amicorum nihilo modetius vixit; sed et in viae Appiae vico repente puerum citatis iumentis haud ignarus obtrivit et Romae medio Foro cuidam equiti Romano liberius iurganti oculum eruit; perfidiae vero tantae, ut non modo argentarios pretiis rerum coemptarum, sed et in praetura mercede palmarum aurigarios fraudaverit, notatus ob haec et sororis ioco, querentibus dominis factionum repraesentanda praemia in posterum sanxit. Maiestatis quoque et adulteriorum incestique cum sorore Lepida sub excessu Tiberi reus, mutatione temporum evasit decessitque Pyrgis morbo aquae intercutis, sublato filio Nerone ex Agrippina Germanico genita.
Traduzione all'italiano
Dalle sue nozze con Antonia la maggiore nacque il padre di Nerone, la cui condotta fu assolutamente detestabile: infatti quando accompagnò in Oriente il giovane C. Cesare, uccise un suo liberto perché si era rifiutato di bere tutto quello che gli ordinava e sebbene, proprio per questo fatto Caio lo avesse allontanato dal gruppo dei suoi amici, ciò nonostante egli non si comportò con più moderazione; al contrario una volta facendo galoppare all'improvviso le sue bestie in un borgo della via Appia, travolse consapevolmente un fanciullo e a Roma, in pieno foro, cavò un occhio ad un cavaliere romano che gli rivolgeva rimproveri senza riguardi. Era così in mala fede, inoltre, che non solo si rifiutò di pagare ai banchieri alcuni oggetti comperati all'asta ma anche, durante la sua pretura, non volle liquidare ai conduttori di carri le ricompense delle loro vittorie; un po' perché rimproverato a causa di questi due fatti, un po' perché preso in giro da sua sorella, davanti alle lamentele dei capitani delle squadre stabilì con un editto che i premi, in avvenire, sarebbero stati pagati subito. Poco prima della morte di Tiberio, fu anche accusato di lesa maestà, di adulterio e di relazioni incestuose con sua sorella Lepida, ma si salvò per il cambiamento di imperatore e morì di idropisia a Pirgi, lasciando un figlio, Nerone, che aveva avuto da Agrippina, figlia di Germanico.