Versione originale in latino
Sed in magna copia rerum aliud alii natura iter ostendit. Pulchrum est bene facere rei publicae, etiam bene dicere haud absurdum est; vel pace vel bello clarum fieri licet; et qui fecere et qui facta aliorum scripsere, multi laudantur. Ac mihi quidem, tametsi haudquaquam par gloria sequitur scriptorem et auctorem rerum, tamen in primis arduum videtur res gestas scribere: primum quod facta dictis exaequanda sunt, dehinc quia plerique quae delicta reprehenderis malivolentia et invidia dicta putant, ubi de magna virtute atque gloria bonorum memores, quae sibi quisque facilia factu putat, aequo animo accipit, supra ea veluti ficta pro falsis ducit. Sed ego adulescentulus initio sicuti plerique studio ad rem publicam latus sum, ibique mihi multa advorsa fuere. Nam pro pudore, pro abstinentia, pro virtute, audacia, largitio, avaritia vigebant. Quae tametsi animus aspernabatur insolens malarum artium, tamen inter tanta vitia imbecilla aetas ambitione corrupta tenebatur; ac me, cum ab reliquorum malis moribus dissentirem, nihilo minus honoris cupido eadem, qua ceteros, fama atque invidia vexabat.
Traduzione all'italiano
Ma nel vasto campo delle occupazioni umane la natura mostra a chi una strada a che un'altra. È nobile operare nel bene dello stato, ma non è assurdo neanche scriverne in modo adeguato. O in pace o in guerra è lecito divenire famoso: e coloro che lo fecero e coloro che scrissero i fatti degli altri, in molti furono lodati. E a me tuttavia, sebbene la gloria di chi scrive i fatti e di chi li compie non sia assolutamente uguale, sembra per lo meno molto difficile scrivere le gesta: in primo luogo perché con le parole bisogna eguagliare i fatti; poi perché la gran parte crede che siano dette per malevolenza e per invidia quelle cose che abbia mosso a misfatti (reprehenderis = congiuntivo eventuale); qualora poi tu rievochi la grande virtù e la gloria di uomini eccezionali, ciascuna con anima equa apprende quelle cose che crede che siano facili a farsi da parte sua, e ritiene false come se fossero state inventate le cose al di sopra. Ma io nel principio, da adolescente, così come la gran parte, fui trascinato dalla passione per lo stato, e allora ebbi molte delusioni. Infatti al posto del rispetto, del disinteresse e del merito, vigevano la sfrontatezza, l'avidità e la corruzione. Il mio animo, non abituato ai maneggi disonesti, rifiutava queste cose, tuttavia fra tanti vizi, la mia tenera età si lasciava corrompere dell'ambizione; e per nulla di meno la stessa brama di onore che con la maldicenza e l'invidia devastava gli altri devastava anche me, benché dissentissi dalle cattive abitudini degli altri.